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Napoli, occasione persa

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 13 gennaio 2003 00:00:00

Un punto guadagnato o due lasciati? Ebbene, due lasciati. E non perché il Napoli abbia giocato chissà come e chissà quanto, ma perché, in vantaggio di un gol, grazie a Dionigi (nella foto), ed anche di un giocatore, questa benedetta squadra azzurra si è fatta rimontare. E non contenta, a tratti, si è messa addirittura a rischio di sconfitta. Gli è mancato, insomma, il coraggio di osare, lo scatto, fors'anche il carattere di amministrare una partita che era nel suo pugno e che invece, a poco a poco, ha lasciato all'avversario. Ad una Ternana che più del Napoli ha avuto determinazione e grinta. Soprattutto grinta. Quella che le ha permesso di mettere la gara sul filo dello scontro duro, nervoso, litigioso, a tratti anche rissoso. Ed è stato lì che il Napoli non ha resistito. Perché? Perché, per caratteristiche ed educazione (calcistica, s'intende), la banda Scoglio ha cercato d'opporre tecnica ad ardore e la cosa non ha retto. Eppure, dopo quel gol-lampo di Dionigi (3'pt, assist di testa di Stellone), un po' sporco e molto benedetto, e soprattutto dopo l'espulsione di Scarlato, il Napoli ci aveva creduto e come nel gran colpo. Anche perché, dopo quel vantaggio ed al cospetto di una Ternana già tarantolata, il Napoli giocava con la "testa". Discreta e di buon aiuto, infatti, la regia di Marcolin e tosta anche la presenza di Savino a rendere più concreta una squadra alle prese con un non facile lavoro di restauro (tecnico) e ripulitura (tattica). Ma, a poco a poco, il Napoli è passato in retroguardia, si è piegato su se stesso ed è andato in sofferenza, nonostante il suo centrocampo folto. Ed infatti, arretra arretra, difendi difendi, rischia rischia, il Napoli ha beccato gol. Su corner (30' pt, Sussi dall'angolo e testa di Paci, con Marcolin che s'impappina sulla riga), è vero, ma alla fine fa lo stesso. Punto e a capo, dunque. Tutto da rifare, ma con un uomo in più e magari adeguando la squadra alle nuove esigenze, si pensa, alla lunga il Napoli la può pure spuntare. Illusione. Nel finale di tempo e poi nella ripresa (appena un tiro a rete, centrale e parato dal portiere), infatti, l'unica cosa alla quale il Napoli si adegua è il ritmo più pacato della squadra di Beretta. Ed allora, che fa Scoglio? Ci prova o non ci prova? Osa oppure aspetta? Aspetta. Aspetta, ad esempio, a buttare nella mischia Floro Flores, che potrebbe mettere paura alla Ternana sulla fascia con la qualità della sua corsa. Il che vuol dire che, più che alla tentazione di prendere i tre punti, Scoglio si piega al bisogno di una formazione che ha ancora troppi giocatori fuori ruolo, che ha Marcolin (nella foto) ormai senza benzina e che sulla destra non trova mai la profondità. Insomma, il Professore si mette spalle al muro e si tiene il punto, evitando d'essere fregato. E c'è pure dell'altro. C'è che rimasto in dieci, il tecnico Beretta - cacciato pure lui - da lontano ordina a Frick di andare a destra, a Giampà dal lato opposto ed a Borgobello di essere la punta più avanzata. E mentre la Ternana cambia volto, il Napoli rimane tale e quale. Il che vuol dire che, a guardia di quella punta più avanzata, restano inutilmente in tre: Baldini, Bonomi e Savino, che ormai non ce la fa più e che alla fine (36' st) si aggrappa alla maglia di Frick, buscandosi il secondo giallo e brindando all'esordio nel modo più infelice. Insomma, terzo pari di Scoglio su tre gare, tiepidi progressi per mezz'ora e poi il Napoli di sempre: timoroso e da completare. Ma con un pensiero in più: la non buona condizione atletica degli ultimi arruolati.

«È CERTO, RESTEREMO IN SERIE B»

Dopo il pareggio a Terni, cresce l'ottimismo di Scoglio, che giudica positivamente la gara degli azzurri e quella dei nuovi acquisti

Scoglio arriva in sala stampa, dà uno sguardo alla classifica e subito nota che lo svantaggio del Napoli dalla zona-salvezza è di tre lunghezze. Ritiene che il pareggio sia il risultato più giusto? «Tenendo presente quanto ha espresso la partita, penso di sì. Il Napoli ha fraseggiato con i suoi palleggiatori, Marcolin, Montezine, Sesa. La Ternana ha disputato una gara più maschia, con Brevi e D'Aversa che sono calciatori più muscolari. Non a caso, nel computo dei falli ci ritroviamo con 38 falli subiti dal Napoli e solo 4 dalla Ternana». È contento del Napoli? «Il risultato è giusto, ma va detto, e chi segue quotidianamente la squadra lo sa, che abbiamo ancora una volta notato tutti i limiti che conosciamo». Il Napoli si è avvicinato alla zona-salvezza. «È importantissimo quest'aspetto che viviamo con grande ansia. Adesso, possiamo mettere meglio nel nostro mirino la squadra quintultima in classifica, anche se - ricorda Scoglio (nella foto) - bisognerà aspettare il risultato del Cosenza». Nonostante le sue indicazioni, nonostante il Napoli avesse in campo tanti calciatori con caratteristiche offensive, nonostante la superiorità numerica, la Ternana ha dettato legge per ritmo e per gioco. «Non siamo al loro livello sotto l'aspetto fisico, ma questo era in preventivo. Io dico che, considerando tutti i nostri limiti, ci siamo comportati bene. Sono soddisfatto». Possibile che il Napoli non potesse fare di più? «Io non parlo mai a posteriori. Io guardo quanto è capitato e giudico. I se ed i ma non fanno testo. Non mi stanco di ripeterlo: guardando le negatività, dico che il risultato è ok. Inoltre, non dimenticate che mancava Vidigal. Ho dovuto mettere Sesa a fare il centrocampista, lui che centrocampista non è». La superiorità numerica... «...avessimo tenuto un atteggiamento diverso, saremmo stati spocchiosi. Io se ho la mia squadra, gioco con tre difensori, il rombo al centro e tre in attacco. Per ora, questo non è il mio Napoli. Giudicatemi, e vi prego di essere crudeli, feroci, quando potrò giocare con il mio modulo. Questo non è il mio calcio, è solo un calcio figlio della circostanza. Perinetti sta lavorando molto bene per darmi i calciatori che ho chiesto». Marcolin e Savino: come giudica la loro prestazione? «Benissimo tutti e due. Marcolin è intelligente, Savino è un combattente». Dopo questa gara ha più fiducia? «Non ho più fiducia, ho la certezza che io ed il Napoli resteremo in serie B. Non è presunzione la mia. Quando prendo un impegno, metto in gioco la mia reputazione. Avevo detto che volevo 35 punti in venti gare. Ora, ne basteranno 33. Tranquilli, il Napoli resterà in B». Per Martinez è fatta, ma Stellone è in partenza. «Non parlo di chi non ho ancora a disposizione. Di Stellone già sapete: non metto paletti a chi può andare a migliorare. Non andrà ad una squadra che sarà in lotta con noi per la salvezza. Comunque, io salverò il Napoli, perché sono abituato a lottare per la salvezza. Mi è andata bene in situazioni peggiori. Se non c'è stress, non mi diverto. Sono abituato a lavorare stando su un carro attrezzi e non su una Ferrari. Spero solo che i tifosi ci siano più vicini. In Napoli-Ancona lo sono stati al di là dei nostri meriti. Spero di poter offrire un gioco migliore».

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