Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, obiettivo Dionigi
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 29 agosto 2002 00:00:00
48 ore ancora, poi il gong annuncerà che è finito il primo round di questo povero, quasi immobile mercato del pallone. Chi vuol vendere, comprare o fare a scambio deve fare in fretta. L'alternativa, infatti, è restare fermi almeno sino a metà ottobre. Ed allora, da oggi sino alle 13 di sabato, l'ora dello stop, appuntamento a Milano per i club. Per il Napoli ci sarà Marchetti, stretto tra la necessità di assicurare un po' di forze nuove al povero Colomba, la ristrettezza delle finanze azzurre e la difficoltà di piazzare altrove alcuni giocatori per liberare il club da qualche ingaggio. Ovviamente, il Napoli non arriverà a Milano a mani vuote, nel senso che sino ad oggi non si è solo disperato facendosi quattro conti in tasca, ma ha pure allacciato contatti e trattative. Ed alla fine, dopo il «no» del Parma per Alberto Gilardino e l'inutile assedio al gigante del Messina Denis Godeas, si è ritrovato con la possibilità concreta d'ingaggiare il 29enne Davide Dionigi, che la Reggina ha da tempo messo sul mercato e che, dopo l'acquisto di Di Michele dall'Udinese, ha anche necessità di trasferire altrove. Nove cambi di società alle spalle, una buona esperienza in A ed in B, una discreta abitudine a far gol (11 nell'ultima stagione), Dionigi (nella foto) a Reggio Calabria qualche problema d'attacco l'ha risolto anche a Colomba. Non buono, però, il rapporto tra l'allenatore ed il giocatore, ma a questo, in nome d'un nuovo e comune interesse, ci potrà essere rimedio. Tant'è che lo stesso Colomba, nel corso dell'ultimo vertice con Naldi e Marchetti, ha dato l'ok all'operazione. Anche se, in verità, la grande passione del presidente era e resta Oliveira, l'indomabile 33enne brasiliano del Como, che quest'anno non parte titolare, ma che, interpellato sulla possibilità di cambiare squadra, ha detto di preferire «il lago al mare». Ed i soldi? Col Napoli in fascia B, o Marchetti vende prima di comprare, oppure costringerà Naldi ad impegnarsi di persona per superare il blocco imposto dal Consiglio Federale. Comunque sia, l'operazione Dionigi è ben avviata e, a dispetto degli inutili silenzi di Marchetti, adesso anche ben pubblicizzata. Alla punta della Reggina, che ha il contratto in scadenza a giugno 2003, il Napoli proporrà l'allungamento dell'impegno sino al 2005 ed il mantenimento dell'ingaggio, che sfiorerà il mezzo milione di euro a campionato. Ma con la Reggina il Napoli ha aperto anche un altro fronte di mercato, stavolta per un centrocampista: Franco Cozza, più giovane di Dionigi di appena dieci giorni. Nonostante la sua ultima stagione non sia stata proprio entusiasmante, Colomba crede in lui e sarebbe felice di ritrovarselo in azzurro. Per Cozza, però, il discorso tra Napoli e Reggina va ancora completato. E sul fronte «uscite»? Una tragedia. Segno che gli azzurri non hanno in giro grandi estimatori. Per qualche giorno è stata in piedi un'ipotesi di scambio Saber (28) - Rinaldi (28) con l'Atalanta, ma poi non se n'è fatto nulla. Cosicché, l'unica richiesta ancora in piedi resta quella della Pistoiese (C1) per il 19enne Floro Flores.
CACCIA AD UN BOMBER DI QUALITA'
Gilardino o Dionigi? Ghirardello o Godeas? L'esperienza oppure una puntata sui possibili talenti di domani? Colomba (nella foto) non fa una piega, stoppa e rinvia: «La qualità - dice - è sempre qualità e non bada agli anni». Parliamo di Dionigi. «Ha esperienza. Come Ghirardello e come Godeas», replica il tecnico azzurro, arretrando dalla mediana alla difesa. Ed allora, il Napoli ed il mercato...«Teniamo innanzitutto in grande conto quel che abbiamo, poi ci guardiamo intorno, ma senza lavorare con la fantasia. Ci facciamo guidare dal realismo: un pregio che per molti, invece, è un gran difetto». Forse non per i 52.000 e passa di Napoli-Salernitana...«Un pubblico che ci invidia tutt'Italia. Napoli, ma l'intero Sud, se diamo uno sguardo alle ultime presenze degli spettatori, per il calcio rappresenta un bacino d'utenza che andrebbe coltivato non solo da chi, come noi, lavora in campo, ma anche dalle istituzioni». E se questo non accade? «Allora spetta principalmente o solamente a noi restituire al calcio azzurro tutta la dignità che gli compete».
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