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Economia e Turismo

Napoli, il commiato più amaro

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 3 giugno 2002 00:00:00

Diciamoci la verità: si è avvertito un senso di liberazione quando quei tre fischi hanno chiuso ufficialmente la stagione azzurra. Addio brutto e deludente campionato; addio diatribe e contrasti in un Napoli diviso, spaccato tra doppie proprietà troppo ingombranti. Ah, finalmente! E dopo il sospiro, una consolazione, seppur misera: la certezza che, grazie al calcio che si ferma per andare in spiaggia, almeno per un po' non ci saranno settimane di amarezza. Ve ne saranno, invece, di attesa, di curiosità, di quella ciclica speranza che è propria di ogni fine ed inizio. E non è poco, visto il passato - quello più recente, ma pure quello precedente - che ha oppresso il Napoli da campo ed anche da scrivania.

Punto ed a capo, dunque, ma rinvigorire napoletane passioni ed ambizioni non sarà affare comodo per Naldi, perché il Napoli esce a fette da questo campionato e perché rischia di andar distrutto anche quel poco - o molto, chi lo sa - che è riuscito a mettere assieme il signor Gino De Canio, visto che nulla è ancora certo sul suo futuro azzurro. Intanto, De Canio oggi se ne va in Giappone, poi si vedrà. Peccato, però, che l'incertezza vinca ancora. Già, ma non è questo l'unico peccato di giornata: l'altro è che il Napoli, seppure abbandonato, contestato, vilipeso, abbia contribuito al brutto finale prendendole in casa anche dal Como (1-2). Non per il risultato, che nulla mette e nulla toglie, bensì per dignità d'addio. Insomma, almeno nell'ultimo appuntamento di stagione, il Napoli avrebbe potuto e dovuto risparmiare la sconfitta ai suoi tifosi, non vi pare? Tifosi, ecco: è qui che capita il terzo ed ultimo peccato. Caduto nel vuoto, infatti, l'appello della nuova proprietà. Naldi cercava un segnale di fiducia, di partecipazione, perché no, di consenso per l'investimento fatto ed invece nel popolo tifoso è prevalso il disappunto, la disaffezione. Un euro, un euro soltanto per dare un segnale positivo a chi si appresta a mettere pesantemente mano al portafoglio ed invece lo stadio se n'è rimasto vuoto. Immagine desolata e desolante del lungo momento nero ed anche del pessimo rapporto gente-squadra e gente-società. Tutto vero, ma Naldi (nella foto al centro) che c'entra in questa storia, che per lui è solo all'introduzione? Nulla. Quello stadio vuoto, infatti, non era oltraggio a lui. A tutti, forse, fuorché a lui, che però non potrà non raccogliere il messaggio. No, non quello dei cori beceri e volgari, bensì quello delle urlanti assenze, delle mute presenze, delle tristezze slegate da convenienze di parte o di fazione. Non segno di sfiducia preconcetta, dunque, il fallimento dell'iniziativa «al San Paolo con un euro», ma la preghiera di cambiar registro. «Basta», ha silenziosamente urlato a Naldi chi c'era e chi non c'era. Basta con l'improvvisazione, con quell'antico e perdente campare alla giornata, coi dubbi, le incertezze, i prestiti e le plusvalenze raramente brave in campo. Sì, ieri lo stadio vuoto ha detto questo ed altro, mentre dal prato enfaticamente saliva l'inno di Mameli e dagli spalti ricadeva sulla squadra quello della disapprovazione. Insomma, non avevano cominciato bene il Napoli ed i tifosi (ricordate la maxiprotesta che gonfiò le piazze quasi un anno fa?) e si sono lasciati pure peggio, perché l'indifferenza ferisce più di qualsivoglia civilissima protesta. Bene, ora tutto questo Naldi l'ha capito, come ha compreso che nel calcio aggrapparsi agli inviti ed ai sentimenti conta poco. Almeno, conta poco a Napoli, dove proprio i sentimenti, assieme alle promesse, sono stati traditi mille volte. Ma, badate, non è un guaio che ieri sia venuto fuori tutto questo, anzi, è giusto il contrario: per una volta, infatti, tutto è chiaro dall'inizio. Finalmente...

FISCHI ED INSULTI SUI GIOCATORI

Solo mister De Canio risparmiato dalla pesante contestazione. Tra i bersagli principali Rastelli e Magoni

Novantaquattro minuti di insulti e di ironia per la squadra, trenta secondi di applausi per De Canio: così la folla (si fa per dire) saluta i suoi beniamini. «Stipendi arretrati? Oggi vi paghiamo noi», si legge su uno striscione in Curva B. È il...benvenuto che un gruppo di tifosi dà alla squadra. All'ingresso degli azzurri piovono centinaia di uova, poi insulti, cori, ostilità di vario genere. I più bersagliati? A Rastelli la leadership; a seguire, Magoni, Mancini, Sesa, Stellone e Moriero. A De Canio, invece, la festa che lui si aspettava per lui e per tutta la squadra. Fischi ed insulti, dunque: passi per quelli che andranno via, perché sarebbe un nonsenso riconfermare alcuni, o per quelli in scadenza di contratto, ma quale effetto hanno fatto su chi, come Mancini, Rastelli, Villa, è ancora impegnato con il Napoli? Rastelli (nella foto in basso) è stato, ancora una volta, insultato pesantemente: «Ho un mese e più per riflettere, per valutare e per decidere. Vedremo il da farsi. Adesso, non so se sarà il caso di rimanere o di cambiare aria». La parola a Magoni: «Preferisco ricordare gli aspetti belli di Napoli e dei napoletani. Spiace che ci sia gente che dica certe cose di me. Io posso assicurare che ho sempre onorato la maglia. Ho indossato la fascia di capitano che è stata di Maradona e di altri campioni: l'ho portata con dignità. Mi sono guadagnato lo stipendio con il sudore. Spiace per chi la pensa diversamente. Ho anche ricevuto tanti attestati di stima». Naldi vorrebbe la riconferma di De Canio e di Magoni: «Mi ha fatto piacere sentire quelle parole del nuovo proprietario. Mi era venuto un piccolo dubbio se lasciare Napoli o meno. Dopo quanto ho udito durante la gara col Como, il piccolo dubbio è scomparso: addio Napoli».

NALDI MISTERIOSO SU DE CANIO

«Mi auguro che il mister resti, ma non è una decisione che si può prendere già adesso»

Durante l'incontro ufficiale con la stampa, Salvatore Naldi è stato vago sulle decisioni che riguardano la panchina del futuro. Dopo aver concluso la conferenza ufficiale, però, il prossimo presidente del club ha voluto rispondere con maggior precisione ad una domanda diretta sul futuro di Luigi De Canio: resterà a Napoli? Lui ha parlato in maniera sibillina: «Io me lo auguro, non è una decisione che si può prendere in questo momento. Prima mi dovete dare il tempo di sottoscrivere qualcosa». Non una parola in più, naturalmente, anche perché in questo momento la situazione societaria è ancora indefinita. Sicché, l'ipotesi che si è fatta strada è che la decisione sul futuro allenatore non sia solo legata all'ingaggio di un direttore sportivo, ma anche e soprattutto alla necessità di chiudere il contratto che porterà la Marriott come socio del Napoli e che consentirà di stilare un preciso piano economico per il futuro, con tanto di cifra destinata all'ingaggio dell'allenatore e dei giocatori.

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