Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, ecco l'atteso faccia a faccia
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 4 aprile 2002 00:00:00
Corbelli e Naldi si incontreranno e questa è già una notizia degna di rilievo, perché tale incontro era stato auspicato e sollecitato fin dal giorno della revoca degli arresti di Corbelli (nella foto in alto). Il faccia a faccia è in programma domani, esattamente sei giorni dopo la concessione della libertà all'imprenditore bresciano. I due soci che detengono la maggioranza del club finalmente si parleranno e studieranno soluzioni per il futuro. L'incontro è fissato ad un tavolo del ristorante "Cabiria", nel cuore dell'hotel "Flora-Marriott" di via Veneto a Roma, di proprietà di Salvatore Naldi. Obiettivo: mettere in piedi un piano di salvataggio del club. Ieri Corbelli ha ribadito la sua volontà di ricapitalizzare, smentendo però l'ingresso di nuovi soci. Poi un attacco al presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi, che lo ha accusato pubblicamente in televisione: «Corsi deve avere dei santi in paradiso - ha precisato - perché gli concedono di avere questo tipo di condotta senza che nessuno dica niente». Dunque, domani Naldi e l'ex presidente del Napoli (perché il ruolo è stato revocato a Corbelli, il quale, per legge, anche in caso di conclusione «positiva» dell'amministrazione giudiziaria, non potrà mai più sedere su poltrone dirigenziali) dovranno cercare una linea unica per la società lussemburghese nella quale sono soci e che governa la maggioranza del club azzurro. Sarà proprio quella società, la Napoli S.A. (80% Corbelli, 20% Naldi), ad avere la prima parola nell'assemblea del 16 aprile, nella quale il prof. Gustavo Minervini chiederà una ricapitalizzazione ai soci per fare fronte alla voragine economica nella quale è caduto il Napoli. E dovrà necessariamente essere una linea univoca, perché i due soci si presenteranno al consesso sotto un'unica sigla, quella della società lussemburghese, e non hanno nessuna possibilità di «parlare» a titolo personale: ogni azione ed ogni operazione dovrà essere presa di comune accordo. Domani si parlerà di soldi, naturalmente. Naldi (nella foto al centro), che ha già investito quasi cinquanta milioni di euro e che per adesso detiene solo il 20% della società che controlla il Napoli, non ha voglia di tirar fuori altro denaro ed auspica che una soluzione venga portata dal suo socio. E proprio Corbelli ha lanciato la nuova sfida: canali chiusi con tutte le banche, come ha spiegato lui stesso, sicché cerca denaro rivolgendosi ad amici imprenditori. L'operazione di rastrellamento di denaro dovrebbe consentirgli di partecipare senza problemi alla ricapitalizzazione chiesta da Minervini. Se, però, le cose dovessero andare per il verso sbagliato, potrebbero aprirsi scenari differenti. Se la Napoli S.A. arrivasse in assemblea dichiarando di non poter portare denaro, lo statuto della S.S.C. Napoli imporrebbe di passare la parola agli altri azionisti, in ordine decrescente di possesso di quote. Se uno degli azionisti di minoranza rispondesse positivamente alla richiesta, salverebbe il Napoli e prenderebbe (quasi) automaticamente la maggioranza della società. È in quest'ottica che va letto il rastrellamento di azioni effettuato da Giulio Ferlaino, figlio dell'ingegnere, che avrebbe già assunto il ruolo di azionista numero due del Napoli, alle spalle della holding lussemburghese. «Non penso sia una scalata di Ferlaino - ha detto Corbelli - ma solo un fatto affettivo. In ogni caso sarebbe un inutile tentativo, perché io ricapitalizzerò». Se la Napoli S.A. non potesse ricapitalizzare e volesse evitare di finire nella morsa degli azionisti di minoranza, però, potrebbe mandare deserta l'assemblea non presentandosi. Senza socio di maggioranza, non si potrebbe aprire la riunione per la ricapitalizzazione. Ma in questo caso il problema diventerebbe ingestibile: senza possibilità di chiedere la ricapitalizzazione ai soci, l'amministratore giudiziario sarebbe costretto a portare i libri in tribunale e si arriverebbe alla liquidazione del Napoli. A chi converrebbe questa soluzione?
LE ESPERIENZE AZZURRE DEL CAPITANO
Magoni: «Il calcio estremo abita qui»
Tre anni in azzurro e tra due mesi l'addio: sarà così, Magoni (nella foto in basso)? «Non lo so. Ma prima di pensare a me il Napoli deve ricostituirsi come società e deve decidere sull'allenatore. Io ho il contratto in scadenza ed ho il dovere di guardarmi intorno». Voglia di andar via dopo questa tormentatissima stagione? «No. Però nella mia carriera non mi era mai capitato di vivere una stagione come questa. Spero davvero che il Napoli riesca ad uscire da questo disastroso tunnel». Tracci un bilancio di questa sua esperienza napoletana. «Una città fantastica ed un ottimo rapporto con la gente e con il tifo, anche al di là del campo. Professionalmente, invece, ho conosciuto la città degli eccessi. Ho visto gioire esageratamente per una promozione che poteva essere il minimo per un club abituato a ben altri successi ed ho vissuto i momenti bui della contestazione e della depressione per la retrocessione. Esperienze opposte di un calcio che da nessun'altra parte sa essere estremo come qui».
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