Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, duro sfogo di Naldi
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 6 agosto 2002 00:00:00
Il Napoli e Naldi contro la città della politica, dei partiti, degli accordi mancati, dei voti trasversali, delle brutte sorprese. Se non aiuti, se non collaborazione aperta e dichiarata, il presidente azzurro si aspettava almeno un "non ostracismo" sulla questione stadio. Ed invece, ha scoperto all'improvviso che il primo avversario col quale il Napoli deve fare i conti è proprio il Comune. O meglio, quel Consiglio comunale che, per concedere al club la gestione sino a metà 2003 (altro che concessione pluridecennale), ha licenziato un documento che Naldi ha immediatamente ritenuto ostile. E così, il presidente ha preso carta e penna ed ha scritto «ai napoletani ed ai loro rappresentanti nel Consiglio comunale». E' il fermo e duro sfogo di Naldi, dunque, a tener banco nel primo giorno del Napoli a Lodrone. «Ho sentito il dovere ed il piacere, a costo di gravosi impegni e responsabilità, di evitare che il Napoli fallisse come è accaduto alla Fiorentina. L'ho fatto - scrive Naldi - come cittadino e come imprenditore legato alle sorti, al buon nome ed all'immagine della mia città. Ma alla luce del dibattito e dei risultati cui è giunto il Consiglio comunale, mi sento di dire che per la prima volta mi sono pentito di averlo fatto». Al Consiglio comunale Naldi non perdona di aver stravolto gli accordi della Commissione Sport e la delibera di Giunta; di aver inasprito il contratto con il club, pretendendo un'assicurazione di 3 milioni di euro contro eventuali danni; di aver imposto l'installazione di un display da un milione di euro; di aver aumentato l'eventuale penale per ritardi nel versamento del 6 per cento sugli incassi lordi; di aver negato al Napoli il diritto di opporsi, eventualmente, a manifestazioni che potrebbero danneggiare spalti e prato; di aver rifilato al Napoli uno stadio che non ha l'illuminazione, proprio mentre la B si prepara a giocare di sabato e di sera. Ma c'è di più: «Non mi aspettavo regali, ma non mi aspettavo neppure - scrive un Naldi (nella foto al centro) sicuramente offeso - di essere indicato come titolare di scarse garanzie di una società che negli ultimi anni si è fatta conoscere solo per le sue vicissitudini giudiziarie. Io - scrive ed urla Naldi - che al Napoli quelle conseguenze ereditate le ho evitate». Un lungo sfogo, ma non un abbandono, quello di Naldi, che oggi incontrerà il prefetto per la faccenda luci e che, nonostante tutto, ai rappresentanti dei napoletani in Consiglio comunale lancia segnali per una riapertura dei «colloqui». «Non rientra nella mia mentalità - scrive ancora Naldi - imporre o accettare ricatti. Il Napoli non si è servito, come pure è capitato in qualche capitale del pallone, dell'abusato aut-aut: se non accettate le nostre condizioni, saremo costretti a disputare in altre città le partite ufficiali. No, ho rilevato il Napoli perché giochi a Napoli e perché lo stadio si trasformi in un punto di aggregazione». Infine, un disappunto che diventa richiamo alla mancata collaborazione: «Possibile - conclude il presidente - che non si possa tutti assieme, ciascuno per il proprio ruolo, realizzare tutto ciò? Io non mi intendo di politica né voglio far politica. Il mio Napoli sarà sempre di tutti e mai di una sola parte». Sin qui Naldi, ma, è evidente, questo è solo l'inizio della storia.
LE REAZIONI
Matarrese: «Se vuole, la Lega gli starà vicino». Colomba: «Sottoscrivo ogni parola del presidente»
Rimbalza in fretta il disagio di Naldi davanti a quella che per il Napoli è l'insensibilità della città ufficiale. Da caso il San Paolo diventa vertenza, problema serio. Dall'Irlanda, dov'è in vacanza, ne discute anche Antonio Matarrese (nella foto in basso), vice presidente vicario della Lega Calcio: «Capisco Naldi, il suo sfogo. Comprendo il suo rammarico di fronte a ciò che sta accadendo, ma l'invito a restare calmo. Capita spesso ai club di non andare d'accordo con le Amministrazioni comunali, però io non sono pessimista. Vedrete, si troverà una soluzione. È da sempre che nel calcio le cose vanno in questo modo. Il mio amico Naldi - dice Matarrese - sta cominciando a capire quanto sia difficile fare il presidente di una società di calcio, soprattutto nel nostro Sud. Però non deve abbattersi, non deve cedere. E se può essergli di conforto, sappia che, se lo vorrà, la Lega gli starà vicino. Se mi chiamerà, io stesso mi dico sin d'ora disponibile ad essere assieme a lui dal sindaco di Napoli, dal prefetto, dovunque sia necessario. E' importante, però, che non si scoraggi, che continui a lavorare per la ricostruzione di un Napoli competitivo. In me, comunque, resta un rammarico, quello di non vedere il calcio aiutato in un momento tanto difficile per l'intero movimento del pallone». Ed a Lodrone Naldi incassa immediatamente anche la solidarietà di Colomba, che legge e rilegge quanto ha scritto il presidente e davvero non capisce perché anche la politica non sia dalla sua parte. «Sottoscrivo anch'io. Condivido ogni parola scritta dal presidente e non comprendo perché a Napoli non si debba remare tutti dalla stessa parte. Specialmente in un momento così delicato per il club», dice l'allenatore, che ieri, anche un po' a sorpresa, si è ritrovato tra le mani il girone degli azzurri in coppa Italia. «Prima a Lanciano, poi al San Paolo con la Salernitana, infine a Terni. Bene, il derby a Fuorigrotta - commenta Colomba - mi sembra il giusto aperitivo di un campionato che si annuncia interessante». Insomma, stanno bene quegli accoppiamenti. O, meglio ancora, questi o altri sarebbe stato proprio uguale: Colomba così è fatto.
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