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Napoli con l'handicap, stop inevitabile

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 11 febbraio 2002 00:00:00

Brucia. Brucia da morire questa sconfitta vicentina. Brucia perché, più che da un Vicenza mezzo sbalestrato, stavolta il Napoli è stato battuto da se stesso. Meglio: dall'ingenua, suicida, inesperta gioventù di Tonino Bocchetti (nella foto in alto), il quale, dopo 10 minuti appena, s'è fatto buttar fuori, lasciando il Napoli in salita. Troppo in salita e troppo presto per non avere vita complicata su un campo assetato di punti e di successo. E come non bastasse, di suo ci ha messo parecchio anche l'internazionale Trentalange, frettoloso nell'ammonire il napoletano già al primo giro di lancette e poi orbo su tutto ciò che capitava in area di rigore, soprattutto in quella del Vicenza. E l'accoppiata Bocchetti-Trentalange è stata letale per gli azzurri, costretti ad arrendersi dopo 9 turni tutti buoni. Peccato, perché giocata alla pari sarebbe stata tutta un'altra cosa. Ma tant'è: il Napoli ha perduto ed ora il quarto posto torna a 6 lunghezze. Ma questo non vuol dire che sia «andata» la speranza dell'aggancio. Nient'affatto, perché il Napoli pur perdendo è stata squadra viva. E nel primo tempo, in dieci, oltre a sapere andare in gol, ha sfiorato anche il raddoppio un paio di volte. Altra musica, invece, nel secondo, quando il Napoli, oltre all'uomo in più in maglia biancorossa, ha patito pure la fatica. Si dirà: ma preferendo Ametrano a Moriero nel secondo tempo il Napoli non si è volontariamente «abbassato», aumentando, quindi, il rischio? Sì, è vero. Anche se Moriero troppe volte si era scordato di Ambrosetti. Cosa che, poi, purtroppo ha fatto anche Ametrano, tant'è che il gol numero due dei vicentini è arrivato proprio da un suggerimento di Ambrosetti a Maggio. Giocatore, questi, che oggi festeggia vent'anni, che martedì scorso era in campo a Viareggio con la Primavera e che ha fatto gol per la prima volta col Vicenza. Domenica piena d'amarezza, dunque, per De Canio, che aveva disegnato come meglio si poteva la sua squadra, anche se eccessivo era il disagio di Bocchetti a tenere Della Morte. Così come evidente era il «buco» lasciato in mezzo alla difesa dalla squalifica di Luppi. Ma, tutto sommato, un Napoli autorevole, opposto al suo vecchio amore Schwoch, tornato al gol proprio contro gli azzurri dopo 4 mesi di rigorosa «dieta». Autorevole quando era in parità di forze e, paradossalmente, ancora più bello e impertinente quand'è rimasto in dieci. Perché in dieci ha fatto gol con Magoni, con la decisiva collaborazione di Ambrosetti, e sempre in dieci era quando è arrivato ad un niente dal raddoppio, prima con Vidigal e poi con Pavon. Comunque sia, immediata è stata la reazione del Vicenza, che col vecchio Schwoch è arrivato al pari in 5 minuti, seppure con la complicità di una mezza dormita di Troise. Bello ed azzurro, insomma, il primo tempo. Da assalto a «Fort Mancini», invece, la ripresa biancorossa, con il Napoli costretto a difesa del pareggio. Sesa e Pavon con la spia del fiato accesa, mediana e retroguardia disperatamente aggrappate alle residue forze. Ma a 10' dalla fine è arrivato il crollo, con la fuga di Ambrosetti ed il colpo di testa di Maggio. Perde il Napoli, ma nulla è compromesso. La rincorsa riprenderà tra 7 giorni, magari con un po' di rabbia in più e qualche sciocchezza in meno. Coraggio, Napoli. E questo vale anche per Bocchetti.

Pavon, un esordio positivo

De Canio è più che soddisfatto della prestazione di Carlos Pavon (nella foto al centro), ma l'attaccante azzurro non sorride in sala stampa. Anche lui è molto amareggiato per la sconfitta: «Una sconfitta immeritata. Tenendo presente che il primo tempo è stato dominato dal Napoli e che la ripresa è stata di marca vicentina, ritengo che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto». Può essere contento della sua prestazione. «Sì, ma non basta. Puoi giocare bene, puoi segnare due-tre reti, ma se, alla fine, esci dal campo senza prendere un punto, tutto si azzera, tutto si vanifica». Fa rabbia perdere così. «Tanta, soprattutto perché nel primo tempo avremmo potuto segnare altri due gol». C'erano due rigori per il Napoli. «Non so. Io sono saltato, ho toccato il pallone con la testa, non ho visto cosa ha fatto il difensore alle mie spalle». Intanto, il Napoli ha subito la sconfitta, giocando in dieci, come aveva pareggiato, in dieci, contro la Salernitana. «Non è stato facile giocare per ottanta minuti in inferiorità numerica. Alla distanza, abbiamo pagato ed abbiamo pagato a caro prezzo». Per il futuro, lei ha posto una seria candidatura per avere un posto da titolare. «Io sono venuto qui per lavorare, per cercare di essere utile a De Canio ed ai compagni. Spetterà, di volta in volta, all'allenatore decidere chi dovrà giocare. Io rispetterò sempre i suoi suggerimenti». Fisicamente, lei non è al top. «Una cosa è allenarsi, altro è giocare. Alla distanza, ho avvertito qualche difficoltà. Inoltre, ho preso una botta alla gamba e mi faceva un po' male». Che impressione ha avuto dopo aver giocato la prima, vera partita nel Napoli? «Di stare in un ottimo gruppo. Con il rientro di Luppi, di Jankulovski, di Stellone, non penso che ci saranno difficoltà a risalire la classifica. Lo ripeto: il Napoli ritornerà in serie A».

De Canio: «Ma la corsa non finisce qui»

Il direttore di gara del "Menti" più che Trentalange è stato trenta... errori, alcuni decisivi sull'andamento della partita e sul risultato. Vero mister De Canio (nella foto in basso)? «No, non voglio far ricorso alle decisioni dell'arbitro per giustificare la nostra sconfitta». Intanto, siete rimasti in dieci dopo dieci minuti. «E' stata un'ingenuità di Bocchetti. Certi sbagli li commettono anche calciatori di maggiore esperienza. Questa storia gli servirà per non ripetere certi errori». Il futuro, adesso, appare più difficile. Il Napoli, dopo nove risultati utili è stato sconfitto, tornando a sei punti dal quarto posto. «Purtroppo sì, ma sono certo che il nostro campionato non è finito. Le nostre dirette avversarie hanno tutte migliorato la loro classifica. Noi ci siamo fermati. Ripartiremo con nuove energie all'inseguimento». C'è da mangiarsi le mani: perdere una partita in questo modo. «Il calcio è fatto anche di episodi. È un po' di tempo che ci gira per il verso storto. Anche in precedenti incontri sono successi alcuni fatterelli che non hanno premiato il nostro spirito di sacrificio ed il nostro gioco». C'erano due rigori a favore del Napoli non concessi dal mediocre Trentalange. «Non voglio parlare degli arbitri. Non l'ho mai fatto e non ho intenzione di iniziare in questa occasione, anche se non condivido certe decisioni prese». Cosa ha detto alla squadra quando siete rientrati negli spogliatoi? «Ho fatto i complimenti a tutti per come hanno combattuto, per il modo in cui hanno interpretato la gara. Tatticamente, tecnicamente, moralmente, fisicamente. Non dimentichiamo che abbiamo giocato in dieci contro undici per ottanta minuti, contro un avversario di ottimo valore. Alla distanza, abbiamo pagato a carissimo prezzo l'inferiorità numerica». Dunque, il Napoli è pronto per un finale da protagonista? «Quale dubbio c'è? Siamo pronti. La corsa continua». Contro l'Empoli rientrerà Stellone? «Non credo proprio. Le sue condizioni non sono ancora al top, non penso che sia il caso di rischiarlo». Dello stesso avviso è il dottor Russo: «Meglio procedere con cautela. Valuteremo in settimana, ma al momento non ci sono grandi margini per la disponibilità».

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