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Economia e Turismo

Napoli, Colomba corre ai ripari

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 12 novembre 2002 00:00:00

Il Napoli soffre da morire. È studiato per difendersi, ma spesso non riesce a farlo, e siccome è progettato per evitare di prenderle, fa una fatica immensa a darle: proprio come è successo a Genova. Eppure le cose (almeno sul fronte tattico) potrebbero cambiare fin dalla prossima partita, quella di domenica prossima al San Paolo contro il Lecce. Non più un assetto prudente ed arroccato, ma una struttura di gioco agile ed arrembante, magari con un trequartista, identificabile col rinato David Sesa (nella foto), alle spalle di Stellone e Dionigi. Sarebbe una maniera per cancellare il Napoli imbottito di difensori che ha fallito a Genova. Potrebbe favorire la prima vittoria interna degli azzurri e potrebbe pure diventare un punto di partenza per il futuro. Dunque, Napoli più aggressivo. Operazione facile rispetto all'ultima partita, trasformazione assolutamente auspicabile dopo aver visto la squadra scendere in campo contro il Genoa con sei difensori (Troise, Baldini, Bonomi, Quadrini, Saber, Bocchetti). Una modifica (forse) nemmeno troppo rischiosa come potrebbe apparire. L'assetto con un trequartista e due punte all'allenatore del Napoli non dispiace. Del resto, è stata l'arma vincente della Reggina di Colomba che l'anno passato ha raggiunto la promozione. Quella squadra riusciva a mettere in crisi l'avversario affidandosi alla coppia d'attacco Dionigi-Savoldi e facendo pressione oltre la linea mediana con quel Francesco Cozza che, guarda caso, è proprio il giocatore che Colomba (nella foto) chiede disperatamente di avere alla riapertura del mercato a gennaio. Dunque, la Reggina era sbilanciata in avanti, decisamente molto di più rispetto al Napoli di quest'anno. Alle spalle del terzetto offensivo, però, c'era un centrocampo tetragono, con Mamede e Mozart che facevano barricate ed un Morabito sulla fascia che aveva spiccate capacità difensive, garantendo grande copertura lì dietro. Il Napoli di oggi non è assimilabile a quella squadra. Nessuna voglia di mettere sul piatto della bilancia il valore dei singoli, ma probabilmente la Reggina dell'anno passato aveva una marcia in più rispetto al Napoli di quest'anno. Colomba, però, potrebbe provarci ed inventarsi un Napoli differente. Dato per scontato l'utilizzo delle due punte e di un trequartista, bisogna riflettere sul resto dello schieramento. Innanzitutto, piazzare tre centrocampisti e quattro difensori o invertire le posizioni e fare barricate a centrocampo, lasciando leggermente sguarnita la retrovia? Ipotizziamo l'utilizzo di un 3-4-1-2. Per quanto riguarda il portiere Mancini, il recupero non sembra in dubbio, ma oggi gli esami daranno conferme. I tre difensori, inevitabilmente, sarebbero Troise, Baldini e Bonomi. A questo punto resterebbero dubbi sulla linea mediana. Al centro posto assicurato per Husain e Vidigal, uomini di ruolo, ma chi sistemare sulle fasce? L'ipotesi di un clamoroso sbilanciamento in avanti potrebbe prevedere Montezine da un lato e Ferrarese dall'altro, ma sarebbe una pretesa esagerata per uno come Colomba che non ha grande vocazione all'assalto che può trasformarsi in suicidio. Più facile immaginare un assetto con Saber (nella foto) e Bocchetti a presidiare i due lati del centrocampo, con l'ordine di non andare oltre il consentito e di star lì a dare una mano alle retrovie al primo assalto avversario. Ma potrebbe anche verificarsi un singolare mix di esterni: da un lato uno con propensione offensiva, dall'altro uno capace di coprire, a seconda dell'atteggiamento offensivo dell'avversario di turno. Ipotesi che l'allenatore sicuramente prende in considerazione nelle ore del dopo-Genoa, in cui da un lato ha avuto pessime reazioni dal reparto arretrato e dall'altro ha avuto nuovi segnali di crescita da Sesa e, addirittura, ha potuto sperimentare per qualche minuto la presenza contemporanea in campo dello svizzero con Stellone e Dionigi. Chi conosce Colomba sostiene che le variazioni non sono all'ordine del giorno nella mentalità dell'allenatore e che, prima di convincersi ad abbandonare quel 4-4-2 al quale è legato a doppio filo, ha bisogno di prove, controprove e confronti. Ma forse le prove e le controprove del campo l'hanno convinto. È il momento di cambiare il Napoli. Difendersi non sempre è la tattica migliore; certe volte conviene attaccare.

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