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Economia e Turismo

Napoli, ci pensa Sylvester Stellone

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 4 dicembre 2001 00:00:00

Incredibile: il Napoli ha vinto. Ha vinto in casa ed è la prima volta. Ha vinto rimontando due volte lo svantaggio, la prima con Vidigal (nella foto in alto), la seconda con Stellone, e passando infine su rigore, realizzato sempre dall'attaccante. Ha vinto battendo un Palermo che non s'è lasciato mai domare: né quando ha giocato alla pari, né quando ha giocato in dieci ed addirittura in nove. Però... però ha vinto meritatamente, il Napoli, che ha saputo giocare una partita di grande intensità e d'altrettanta personalità. Tre punti sacrosanti e benedetti, dunque, per gli azzurri, che «mollano» la zona a rischio e, nonostante tutto, riaprono discorsi di fiducia. Quattro minuti appena ed è già gol per il Palermo, che sfrutta un maldestro tentativo di fuorigioco della terza linea azzurra e passa con Guidoni, che deve solo accomodare nella rete un suggerimento di Furiani. Altri quattro minuti ed è pareggio. Il Napoli fa gol con Vidigal (centro di Montezine su punizione), che di testa infila Sicignano e firma la sua prima rete azzurra. Ma non finisce qui. Ancora quattro minuti ed è ancora il Palermo in fuga. Su punizione e con Amerini che trova il destro buono, seppure favorito da Ametrano che esce dalla barriera troppo presto e da Mancini un po' in ritardo. Fine delle emozioni? Macché. Il Napoli, è ovvio, non ci sta e macina occasioni su occasioni, con Stellone terminale fisso e sfortunato (due i gol mancati per un niente) e con Sesa che proprio sul finire centra il palo. Proprio lo stesso palo che aveva già colpito col Crotone. Però, però sul finale cambia qualcosa per i siciliani, affidati solo, è ovvio, al contropiede. Cambia il numero dei giocatori in campo, che per il Palermo scende a dieci per l'espulsione, inevitabile, di Marco Aurelio, che da ultimo uomo affonda Stellone che se ne va verso la porta. Ed il Napoli non si fa pregare per approfittarne. Appena il tempo di ricominciare, infatti, e arriva il pari dei napoletani, con un'azione cominciata e finita da Stellone, con in mezzo la complicità di Sicignano, non senza peccati nella presa. E così, in avvio di secondo tempo, ricomincia una partita sicuramente da apprezzare per l'intensità e la rapidità delle giocate. Ma per come è messo, al Napoli non può bastare il pari. Infatti, insistono gli azzurri, rischiando pure, è logico, perché nonostante in dieci, il Palermo è squadra che sa farsi rispettare e che trova spazi in contropiede. A metà ripresa, però, il Napoli sa andare anche in vantaggio. Ed è la prima volta che gli capita nelle partite in casa. Passa su rigore, il Napoli. Un rigore che va a guadagnarsi Sesa e che Messina concede con generosità per una spinta che Montalbano accenna appena. Ma così va: palla sul dischetto e doppietta per Stellone. Mentre il finale riserva una gomitata di Ferro a Saber ed un secondo, sacrosanto rosso che lascia i siciliani in nove, e poi un gol mangiato da Rastelli all'ultimo minuto ed un miracolo di Mancini all'ultimo secondo.

La soddisfazione di De Canio: "Successo che fa morale e classifica"

«Mutti dice che il Napoli ha calciatori forti e che non ha bisogno di regali? Sarà... I regali, e non solo al Palermo, li abbiamo fatti noi, anche nelle precedenti partite...». Sorride, De Canio (nella foto al centro). Non accetta provocazioni e si gusta il primo successo interno del suo Napoli. Un successo che sistema gli azzurri al decimo posto della classifica, non più a nove punti dalla quarta, la Reggina, ma a sette. Insomma, una vittoria sofferta, che, comunque, rilancia il Napoli. Nel morale e nella classifica. Una vittoria meritata soprattutto per il grande carattere dimostrato dagli uomini di De Canio. «Faccio i complimenti alla squadra perché non si è demoralizzata né dopo il primo gol subito, né dopo il secondo...». Due gol subiti grazie a due ingenuità. Già, i regali di cui lei parlava. «Esatto, i regali... Siamo partiti ed abbiamo incassato il gol. Il tempo di pareggiare e ci siamo ritrovati nuovamente in svantaggio. Il merito è stato di non esserci demoralizzati al cospetto di un Palermo forte e galvanizzato. La squadra non si è disunita». Non si è disunita e ha avuto varie occasioni da gol, con Stellone e con il palo colpito da Sesa. «La partita deve essere esaminata attentamente. Ci sono aspetti positivi ed altri negativi. Noi, su quelli negativi, dobbiamo lavorare e crescere». Il finale è stato tutto di marca del Palermo. «Ecco perché io, spesso, parlo di peso delle responsabilità. La condizione psicologica è importante, troppo importante». Qualche riferimento in particolare? «Quando siamo passati in vantaggio, si è spenta la lampadina. Il peso delle responsabilità ha condizionato, e non poco, la nostra partita. I ragazzi hanno perso la lucidità e hanno finito con il fare il gioco del Palermo. Abbiamo agevolato il loro gioco, gestendo poco e male il pallone. I ragazzi erano in ansia». Si può dire che l'incubo della prima vittoria è alle spalle? «Perché parlate di incubo? Era importante vincere per la classifica, non per ottenere la prima vittoria. E pensare che per poco non abbiamo compromesso il risultato. Ci vogliono più convinzione e più determinazione. Solo così si evitano partite come questa con il Palermo e sconfitte come quelle a Messina ed a Reggio Calabria».

Stellone è felice: "Stavolta più forti della paura di vincere"

Un sorriso grande così per la seconda doppietta stagionale. Un applauso ai tifosi a fine gara per ringraziare la gente che l'ha sostenuto. Roberto Stellone (nella foto in basso) festeggia quota sei nella classifica delle marcature stagionali (2 gol all'esordio col Genoa, un gol all'Ancona ed uno alla Reggina prima delle due reti di ieri sera) e pensa al futuro: «Spero sempre migliore per questo Napoli, che ha la possibilità di continuare a crescere. E deve provarci fin da domenica prossima. Deve riuscire a vincere ancora con continuità». Stellone pensa alla squadra che può e deve crescere, cerca di immaginare un futuro differente da quel passato recente, fatto di difficoltà e di successi che stentavano ad arrivare, soprattutto quelli casalinghi: «E proprio nel finale della partita tutti hanno potuto vedere le nostre difficoltà. Abbiamo subito l'assalto degli avversari perché è venuta fuori la nostra consueta paura di vincere. Solo che stavolta siamo stati più forti anche di quella paura. È stata una partita tutta in salita per noi. Colpa di quella rete iniziale che poteva tagliarci le gambe. Ed invece siamo stati capaci di trovare le forze per recuperare. Quella reazione mi è piaciuta da morire». Decisivo il gol segnato dal dischetto, calciato con freddezza proprio da Stellone: «Me la sentivo, sono andato a calciare con serenità. Significa che era destino che quella palla andasse dentro». Ma non ci sono stati solo i due gol nello score personale di Roberto Stellone. Al suo attivo anche tante altre azioni pericolose: «Almeno tre, a mio parere. Innanzitutto quell'azione fermata dall'arbitro per fallo di mano che, posso assicurarvi, non esisteva. Poi un'entrata in scivolata che, comunque, non sono riuscito a coordinare bene. Ed infine una palla alta, che sono riuscito appena a spizzicare con la testa e poi mi è rotolata sul braccio». Insomma, un Napoli capace di pungere, pronto a mettersi nuovamente nelle mani di Stellone per riprendere la via del gol e del successo: «E dobbiamo ricominciare subito, senza fermarci, a partire da domenica prossima. Il campionato è lungo e difficile, e prima di arrivare ai verdetti finali ci costringerà a soffrire tanto».

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