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Economia e Turismo

Napoli, che almeno sia l'anno zero

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 3 dicembre 2001 00:00:00

Magari ci fosse solo il Palermo sul cammino del Napoli e con esso un match da novanta minuti. Sarebbe tutto più semplice, lineare, trasparente. Vinci, pareggi o perdi: una tripla da risolvere e poi via verso nuove domeniche, altri appuntamenti. Non è così per il derelitto Napoli: la sua partita con il futuro sarà lunga e tortuosa. Ora è lì, in fondo al burrone, si dimena, cerca aiuto. Ma pure stendergli la mano è difficile. Questi due anni di doppioni societari e di squadra gli hanno divorato l'anima. Spento ogni energia. Fracassato il cuore. E chiedersi se è stato peggio Corbelli di Ferlaino o viceversa varrà pure un dibattito, ma è un argomentare che non ha senso e non ha tempo. Perché il Napoli oggi è un simbolo che se ne va. È un gigante piegato su stesso, che prende pugni e calci come fosse un enorme sacco vuoto. Ed a colpire sono i due soci, chi più chi meno. Corbelli (nella foto in alto) e Ferlaino hanno responsabilità che, nemmeno se venisse la Fata Turchina a dissolvere il guaio Napoli, potrebbero sentirsi assolti. Si sono scelti con la stessa velocità con la quale si sono divisi; si sono spartiti strampalati progetti ed insieme, con inaudito spreco di scelleratezza; hanno cacciato il Napoli nell'angolo più buio della sua storia. La società che fu dei trionfi, delle giornate indimenticabili e delle casse pingui, è sull'orlo del fallimento. Da tempo il Napoli andava per questa china. L'unione fra Corbelli e Ferlaino ha reso più spedita la discesa. E la faciloneria di chi ha tentato una scalata povera ed impossibile oggi ha scaraventato giù il Napoli. Restavano, sino a qualche giorno fa, solo le parole vuote, i «farò e dirò», i proclami ed i primi piani delle tv. Non ci sono più nemmeno quelli. È bastato un colpo di sirena della Guardia di Finanza per cancellare l'ultima farsa. Povero Napoli, che questo sia almeno il tuo anno zero.

Il prossimo Consiglio si svolgerà il 21 dicembre

Il Consiglio di Amministrazione del Napoli, per decisione dell'assemblea ordinaria dei soci che si è svolta lo scorso 29 novembre, risulta attualmente composto da otto membri. Giorgio Corbelli resta presidente, Corrado Ferlaino mantiene la poltrona di amministratore delegato; i tre consiglieri di quota Corbelli sono Mastella, Pelosi (nuovo entrato) e Francia, i tre del gruppo Ferlaino sono Boldoni, Abbamonte e Ferraro. Il nuovo C.d'A. dovrebbe riunirsi per la prima volta il prossimo 21 dicembre: l'appuntamento è stato deciso dopo il «rinvio» di una prima richiesta di effettuare il Consiglio nella giornata di oggi.

Area pericolosa, tre punti per scappare dal fondo

Qualcosa è cambiato. Qualcosa, ieri, hanno cambiato i risultati delle altre gare. Classifica alla mano, la cosa più evidente è la seguente: se prima al Napoli occorrevano tre punti per non perdere il contatto col suo già labile progetto-promozione, ora quei tre punti gli servono per non ritrovarsi smarrito nella palude della serie B. Altro che sogni di grandezza. Stanotte, infatti, al derby dell'antico Regno sono legati motivi ben diversi per gli azzurri. Addirittura motivi di sopravvivenza, resi ancor più complicati dalle difficoltà ambientali nelle quali naviga la squadra: dal «gelo» di Benevento, dove è probabile il minimo stagionale di presenze, al caos societario, che resta di sicuro il male principale. Il tutto, manco a dirlo, passando per il solito problema per De Canio (nella foto in basso) di mettere assieme una formazione. Un'altra formazione. Una nuova formazione. La quattordicesima in altrettante gare. E non basta. Perché stavolta chi va in campo ha anche una responsabilità diversa. Ha il dovere di legare almeno alla squadra un minimo senso di certezza, di affidabilità, di speranza. Cose che in questo momento nessun altro riesce a garantire. La squadra, dunque, come unico, possibile collante tra il Napoli che gioca e la città del tifo. La squadra come inizio e fine d'una storia che non è stata mai tanto amara e tanto pericolosa. Un'arma in più per il Palermo che, potete giurarci, proverà ad approfittarne, anche se in trasferta la squadra di Mutti più o meno vale quanto vale il Napoli quando gioca in casa. Strani numeri, infatti, regala questa gara, a cominciare da quello «0» nella colonna delle vittorie in casa che fa del Napoli una vera rarità. Il Napoli, infatti, è l'unica squadra di questa modesta serie B a non aver mai fatto festa alla fine d'una partita interna. Non v'è dubbio: una «comodità» per avversari d'ogni tipo e rango, questa squadra azzurra quand'è in versione casareccia. Ma c'è pure dell'altro, ai margini di questo mezzo derby. C'è che il Palermo fuori casa ha la peggiore difesa che c'è in giro (15 gol presi in 7 gare), mentre il Napoli in casa ha il peggiore attacco in assoluto, con quei due miseri gol in cinque partite. Insomma, non proprio accattivanti le premesse. Ma in fondo la cosa conta poco. Sa bene, infatti, il Napoli di non poter badare a certe cose. E ancor di più sa di dover mettere fine alla sua striscia negativa, che ormai non fa neppure più differenza tra le partite in casa e quelle fuori. Un solo risultato, insomma, a disposizione di De Canio, mentre Mutti potrà giocare con tranquillità. Considerazione finale: il Napoli non è mai stato tanto solo e tanto a rischio.

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