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Economia e Turismo

Napoli, addio ufficiale alla serie A

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 27 maggio 2002 00:00:00

Fine della storia. Come volevasi dimostrare e come probabilmente era pure giusto, anche Empoli e Reggina hanno brindato alla promozione. E, ironia della giornata, hanno brindato nonostante due sconfitte, perché anche il Napoli le ha prese a Siena, dove, invece, con questo successo ci si sente un po' più vicini alla salvezza. Stramba domenica, dunque, anzi balorda, seppur segnata dalle giuste lamentale azzurre per il fischio di Bolognino che alla fine orienta gioco e risultato. Ma tant'è. E poi, nonostante Bolognino, non potrà venire in mente mai a nessuno di addossare all'arbitro lombardo con ascendenti calabresi - è nato a Siderno, provincia di Reggio Calabria - quel mancato aggancio al quarto posto svanito, in realtà, nel giorno del fallito sorpasso a Fuorigrotta. Onore al merito napoletano, però, perché il Napoli il match se l'è giocato, tradendo la convinzione generale che voleva gli azzurri ormai svagati, distratti, con la mente altrove. Invece il Siena ha dovuto fare i conti con un avversario che gli ha concesso rari spunti, arrendendosi soltanto davanti all'evidenza di un rigore inesistente, dopo essere stato costretto a giocare in dieci per un accidente alla coscia di Pavon. Inferiorità che di sicuro ha influito anche sul risultato. Di sofferenza, infatti, tranne che un po' con Pinga, il Napoli, pur giocando maluccio, non ne ha avuta troppa. Dalla cintola in su, però, ha pagato la sua antica colpa di non avere attacco. Con Stellone a casa e con Pavon entrato ed uscito nel giro di quindici minuti, De Canio si era, infatti, affidato un'altra volta a Rastelli ed a Graffiedi, i quali tutto sono tranne che attaccanti. Conclusione: peso là davanti zero. Ma, in tutt'onestà, non è che il resto della squadra abbia brillato, nonostante i rientri in massa di Ametrano, Bonomi, Luppi, Jankulovski e Vidigal. Tant'è che alla fine grande è stato il rammarico per l'assenza, in campo ed anche in panchina, di almeno un altro baby da far esordire in serie B. In breve: dopo un primo tempo privo di senso o quasi, Pinga - che sa giocare al calcio, ma che spesso pretende un po' troppo da se stesso - inventa una serpentina fatta anche di rimpalli e buonasorte e frega Mancini, che proprio non può nulla. Incredibile Napoli: per quello che può contare, la Reggina perde a Terni e lui becca il gol a Siena. Vabbe', si va avanti. E si arriva a metà ripresa, quando, già in dieci, il Napoli trova il rigore con Montezine. Una mezza strattonata di Mandelli c'è, ma comunque è giustificata ogni perplessità. Fa niente: Jankulovski (nella foto al centro) lucida il sinistro ed è pareggio. E qui sono nuovi pianti e nuovi improperi dei senesi, con la Curva più focosa pronta al peggio. Ed il peggio arriva una dozzina di minuti dopo il pari, quando qualcuno della «Sicurezza» a bordocampo spalanca la porta della Curva ed è invasione. Pochi passi, però, e rientra la protesta grazie a Bolognino: l'arbitro, infatti, si inventa un rigore pure per il Siena. Che cosa veda non si sa, ma indica il dischetto, con Zampagna che riporta la squadra in vantaggio e la calma sulla Curva. Finisce così questa partita, con il Napoli che perde, col conto che si chiude in testa alla classifica e col Siena che vince e spera ancora. Intanto, la storia dice che è la prima volta che il Siena la spunta sugli azzurri. Non è la prima volta, invece, che il Napoli se ne torna assai deluso a casa.

«NON CAMBIO IDEA, VADO VIA»

«Non c'è un programma per il futuro»: dopo la sconfitta di Siena, De Canio ribadisce la sua volontà di abbandonare il Napoli

De Canio liquida con poche battute la partita. Ironicamente, perché, come ha fatto dall'inizio della stagione, parla di «poca fortuna» quando gli viene chiesto delle decisioni degli arbitri. Con avvedutezza, ricorda gli infortuni quando gli fanno osservare che il Napoli ha giocato in 10 per 28 minuti, avendo già effettuato tutte le sostituzioni: «Anche Siena-Napoli si è svolta e si è conclusa in linea con moltissime altre partite di questo campionato... Un campionato che, comunque, abbiamo chiuso in modo dignitoso, lottando dall'inizio alla fine, senza mai risparmiarci. Certi cori non li meritiamo. Anche a Siena abbiamo avuto contro molti avversari». Il Napoli rimane in serie B. E De Canio (nella foto in basso) rimarrà con il Napoli? «Penso proprio di no. Non è cambiato niente rispetto a quando il presidente ha annunciato il mio addio al Napoli». Naldi le ha chiesto di rimanere. Pochi giorni dopo, stranamente, anche Corbelli ha cambiato idea. «Chiedermi di rimanere senza che nel Napoli sia cambiato nulla? Resto della mia idea. Ho rinunciato ad un contratto, a tantissimi soldi, ma preferisco non accettare. Mi è bastata l'esperienza di questa stagione. Non mi va di ripeterla con le stesse sofferenze e con gli stessi interrogativi. Io devo lavorare in serenità. No, così come stiamo, non vedo spiragli per una mia permanenza». E se Corbelli e Naldi dovessero trovare un'intesa? «Meglio per il Napoli e per il futuro della squadra». A quel punto, De Canio potrebbe rimanere? «Perché dovrei rimanere?». Sistemata la società... «... sistemata la società, già, ma con quali programmi, con quali obiettivi? Siamo alla fine di maggio». Dunque, l'addio è definitivo? «Al momento, non vedo cosa potrebbe farmi cambiare idea. Non ho un'altra società o altri impegni. Tanto è vero che quando Naldi mi ha chiamato, sono andato a parlargli serenamente. Napoli ed il Napoli, per me, rappresentano un punto di arrivo, ma a determinate condizioni». Può fare un bilancio di questa stagione? «Considerando quanto avevamo a disposizione e quanto si è verificato, non si poteva fare di più. Per vincere un campionato è indispensabile avere una società forte». Il Napoli non ha una società forte da tempo. Non si vedono spiragli per il prossimo futuro. Dunque... «... non so cosa faranno Corbelli e Naldi, di certo c'è bisogno di una forte società per puntare in alto». La fine tra De Canio ed il Napoli getta altre ombre sul futuro. «Non è cambiato nulla in società, non vedo le possibilità per lavorare come è giusto lavorare. In questo momento, la società è impegnata a risolvere i problemi economici. Non c'è un programma per il futuro. Andiamo avanti in questo stato da 6-7 mesi, strano che solo oggi si pensi che il mio caso sia importante. Con o senza De Canio, il Napoli potrà far bene, ma occorrerà decidere il futuro della società. In questo momento, non c'è futuro». Ma il domani, almeno quello che riguarda il tecnico, potrebbe essere definito nei prossimi giorni. De Canio non resterà disoccupato: in arrivo offerte dal Bologna e dalla Reggina.

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