Tu sei qui: Economia e TurismoLa Federcalcio in soccorso del Napoli
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 28 marzo 2002 00:00:00
Il futuro del Napoli è legato a doppio filo alla "due diligence" dello studio Giordano, alla richiesta di ricapitalizzazione che Minervini avanzerà ai soci, alle possibilità economiche degli azionisti. Ma il futuro del Napoli trova attenzione anche nei Palazzi. In quello della Regione, ad esempio, dove oggi Minervini incontrerà il presidente Bassolino (nella foto in alto) per discutere del presente e del futuro azzurro, ed in quello del calcio, dove non si fa mistero dell'importanza del club partenopeo per il football nazionale, a partire dal presidente Franco Carraro. E proprio in Federcalcio da Carraro si è presentato la scorsa settimana Salvatore Naldi. Ha parlato della sua voglia di fare calcio e dell'impossibilità di andare avanti da solo. Ha chiesto consiglio, ha parlato del guaio dell'amministrazione giudiziaria, che frena gli altri possibili investitori. Ma in quei giorni era fresca la notizia dell'addio di Corbelli al calcio; dall'altro ieri, invece, le cose sono cambiate. Il Palazzo guardava con interesse alla possibilità di una svolta radicale: fuori Ferlaino e Corbelli, dentro forze fresche e, soprattutto, economicamente potenti. Oggi, invece, l'annuncio da parte dell'imprenditore bresciano di voler ricapitalizzare e portare avanti la «baracca» Napoli desta qualche perplessità nei corridoi di Via Allegri. Perplessità che portano anche ad una frenata brusca sul rinnovato interesse nei confronti del club. Insomma, un Napoli completamente rinnovato piaceva di più rispetto ad un club deciso a portarsi dietro il peso del passato. Ma le possibilità di «salvare» il Napoli non sono, comunque, legate alla presenza o meno di un socio. Sicché la Federcalcio, per adesso, aspetta soprattutto che venga fatta chiarezza sui conti ed attende il bilancio presentato alla Co.Vi.Soc. Da quelle carte bisogna comprendere se la squadra ha la possibilità di iscriversi al prossimo torneo. Ma non solo: gli esperti contabili della Figc vogliono ottenere certezze sulla «solidità» del club per l'intera stagione, perché il calcio non può rischiare di perdere una partecipante a campionato in corso. Così, anche in questo caso, tutto è legato al bilancio che ha chiesto già la Fallimentare come primo atto ufficiale all'amministratore giudiziario Minervini (nella foto in basso). Ma le preoccupazioni nei corridoi della Federcalcio sono poche. Tutti ricordano la soluzione al fallimento del Ravenna della scorsa stagione: prima che scadessero i tempi per l'iscrizione al campionato, una nuova società aveva già rilevato il titolo ed aveva prodotto la documentazione (ed i soldi) per dimostrare che si poteva andare avanti. Così il titolo sportivo, in quel caso la C1, fu conservato e la società riuscì a proseguire il cammino senza subire l'oltraggio della retrocessione all'ultima categoria professionistica. Ma attenzione, in Figc sono precisi: se fallimento deve esserci, che sia fallimento entro la chiusura della stagione. E soprattutto, entro i termini per la presentazione dell'iscrizione da parte di eventuali nuovi soci. Se quei termini scadessero, non ci sarebbe alcuna possibilità di «recuperare» il titolo sportivo e la retrocessione sul fondo del calcio sarebbe irrimediabile.
Così il Ravenna passò indenne la bufera nel 1998
Salvataggio in corsa? Si può. È già accaduto: protagonista il Ravenna. Ma non l'ultimo, non quello irrimediabilmente fallito alla fine della stagione scorsa e costretto ignominiosamente a ricominciare dall'Eccellenza con un altro nome: Associazione Sportiva Ravenna e non più U. S. Ravenna 1913. Era il 1998, infatti, quando il povero Ravenna, allora in C1, cominciò ad avere guai con i conti e, quindi, con il tribunale. Tant'è che finì anche in amministrazione controllata, dunque sull'orlo della liquidazione. Insomma, già quell'anno il vecchio Ravenna, nato nel 1913, sembrò sull'orlo del tracollo. Poi, all'improvviso, la soluzione salvatutto: il presidente Daniele Corvetta, infatti, riuscì a trovare un acquirente. Lo trovò fuori dell'Italia, in Spagna, e la trattativa con la «Continental» ebbe buon fine. In tribunale, davanti al magistrato della Fallimentare, avvenne il passaggio delle azioni. E col trasferimento della proprietà ci fu anche la ricapitalizzazione necessaria e, quindi, l'azzeramento dei debiti e l'iscrizione al campionato. In breve, il Ravenna salvò il suo «titolo» e continuò a giocare in C1. Una soluzione che diede buoni frutti, visto che poi il Ravenna salì in B, dove, però, dopo una prima stagione già con un mucchio di problemi (ma questa è tutt'altra storia), riuscì ad iscriversi al campionato grazie a ricche plusvalenze e grazie anche alla benevolenza della Co.Vi.Soc. Ma nella stagione successiva, quella scorsa, tutto precipitò. Già dopo un paio di mesi, infatti, ricomparve l'incubo del tracollo ed inutile si rivelò ogni tentativo di evitarlo. Il finale è noto: ora il Ravenna gioca in Eccellenza.
STELLONE ED ARTISTICO: OK LE OPERAZIONI
Sono stati operati ieri Stellone ed Artistico. Per entrambi interventi al ginocchio destro: lesione al menisco per Stellone e rimozione di una cisti per il gemello Artistico. E poiché il primo ne avrà per almeno sei o sette settimane e l'altro per appena un po' di meno, il loro campionato può dirsi già concluso. Intanto, torna in dubbio Luppi per l'impegno azzurro di sabato a Marassi contro la Sampdoria. Infatti, il difensore, reduce da un lungo stop per stiramento, ieri si è allenato poco per noie ad un polpaccio. Da verificare, insomma, le sue condizioni. Non destano preoccupazione, invece, gli acciacchi di Bonomi (che ieri ha lavorato a parte) e di Ametrano, colpito duro ad una caviglia durante il test con la Primavera.
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