Tu sei qui: Economia e TurismoLa Cavese più forte della follia
Inserito da (admin), lunedì 29 gennaio 2007 00:00:00
Partita interminabile, sospesa tre volte per motivi di ordine pubblico dall'arbitro Cavarretta, d'intesa con il vice-questore Coppola, ed alla fine vinta dalla Cavese, che aggancia il Foggia al 3° posto. La furia degli ultrà tarantini, le cariche della Polizia in curva ospiti, il fumo dei lacrimogeni che arriva sul campo. Tre stop: il primo di 4', il secondo addirittura di 27' ed il terzo di 11'. Il presidente del Taranto, Blasi, l'allenatore Papagni, il capitano De Liguori e l'attaccante Ambrosi si avvicinano alla recinzione della curva ospiti per ascoltare la richiesta degli ultrà tarantini, che impongono il cambio della maglia ai giocatori perché il verde non è di gradimento, in quanto ricorda i colori dell'Avellino e del Manduria. Solo così si sarebbero calmati ed avrebbero fatto proseguire la partita regolarmente. E così è stato, con il Taranto che ha assecondato le richieste, chiedendo l'autorizzazione all'arbitro per il cambio.
Il ritorno in campo con la maglia rossoblù, i pantaloncini bianchi avuti in prestito dalla Cavese ed i calzettoni verdi originali. Anche la terna arbitrale è stata costretta a cambiare le divise: via il rosso, che a quel punto si sarebbe confuso con la maglia rossoblù degli ospiti, e ritorno in giallo. «Siamo veramente alla follia, di questo calcio non ne posso più. Eravamo lì a dover parlare delle maglie, ma quello che conta è l'anima di questa squadra, quella sì è rossoblù. Dobbiamo ringraziare Macalli che se ne sta in poltrona ed ha organizzato questo girone infernale. Voglio prendermi una riflessione di 24 ore prima di dire basta», commenterà poi il presidente del Taranto, Blasi.
Il caos durato dalle 14.30 alle 15.42, solo da quel momento la partita si è potuta svolgere in maniera regolare. Un'ora e 13 minuti di grande tensione al "Lamberti". E per fortuna che i tifosi della Cavese hanno tenuto un comportamento impeccabile. Sul piano del gioco, meglio il Taranto nei primi 25 minuti, cioè fino alla prima sospensione: occasionissime sprecate da Toledo (11') e soprattutto da Cammarata (13'), che, solissimo davanti a Mancinelli, calcia alle stelle. Poi quando la partita diventa regolare, è solo Cavese. Al 41' Aquino se ne va come un treno, Panini lo mette giù: rigore. De Giorgio batte in maniera impeccabile, portiere da una parte e pallone dall'altra. Ripresa, il Taranto non c'è, la Cavese invece va fortissimo. Al 6' spunto irresistibile di Schetter, pennellata in mezzo: Ercolano vola a colpire di testa ed a metterla nell'angolo. Raddoppio della Cavese, 6° gol per l'ariete, che ha poi la possibilità di segnare ancora con la sua specialità preferita, il colpo di testa. Al 18' cross di Prevete, Ercolano impatta benissimo, ma Barasso è bravissimo a volare nell'angolo alto. Il portiere tarantino è straordinario anche al 31': toglie dalla porta un tiro al volo potentissimo di De Giorgio. Finisce con la squadra in ginocchio davanti alla curva per ricordare il "vecchio leone" Catello Mari, come accade sempre dentro e fuori. La Cavese vola tra le grandi.
Campilongo: «Ora i rinforzi»
Un'altra grande si deve inchinare alla legge del "Lamberti". In una domenica di ordinaria follia da parte dei soliti facinorosi, questa volta di marca tarantina, la Cavese batte la formazione allenata da Aldo Papagni, da sempre tecnico nel mirino delle passate dirigenze aquilotte, ma mai approdato nella città dei portici per uno strano destino. Al termine della partita, nella sala stampa del "Lamberti", clima diverso tra i due direttori d'orchestra. Un Papagni quasi senza parole ed un Campilongo naturalmente raggiante e contento. «Siamo stati condizionati moltissimo dall'interruzione della gara. I nostri avversari - ha dichiarato il tecnico pugliese - sono stati più bravi di noi a mantenere la concentrazione giusta ed alla ripresa dopo il lunghissimo stop sembrava avessero una marcia in più. E' difficile commentare tecnicamente quello che è successo dopo il rientro in campo. Abbiamo perso, ma con l'attenuante».
Dichiarazioni che Sasà Campilongo non vuole nemmeno commentare. «Io ho solo pensato a correggere qualche disfunzione che sul rettangolo di gioco si era vista dal fischio iniziale della gara - ammette l'allenatore della Cavese - Qualcosa non quadrava a centrocampo, dove De Liguori, il faro di centrocampo ospite tra tante punte, aveva troppi spazi per manovrare. Quando sono partite nello spogliatoio le contromosse, lo avete visto tutti come la musica sia cambiata». Eroi della giornata un po' tutti. Il ritrovato Aquino, il rigenerato Schetter, il motorino da moto perpetuo Alfano, ma soprattutto la torre Ercolano. Ancora una volta non ha perso un duello aereo il capocannoniere della Cavese, dall'alto dei suoi 7 centri stagionali. E che gol! Anche ieri il suggello alla vittoria, dopo il rigore trasformato con grande freddezza da De Giorgio, è stato suo. E' salito al secondo piano su quell'assist pennellato da Schetter.
«Sì, sono le palle che preferisco. Le attacco sul primo palo e le giro sul palo lungo - Ercolano rilegge il film del gesto tecnico che ha portato al 2-0 - per i portieri è quasi impossibile arrivarci». Anche l'esperto Barasso si è dovuto arrendere. Ma gli ha negato la gioia del raddoppio in un'azione molto simile, al 18' della ripresa. «Mi è rimasto in gola il grido di esultanza. Ma si è superato il numero uno degli ospiti. Se avessi incrociato, probabilmente il miracolo non ci sarebbe stato. Ma comunque non mi lamento. L'importante è aver superato anche il Taranto ed aver fatto un altro passo in avanti in classifica». Supercaricato Ercolano, ma anche ancora contento di giocare a Cava e non in altre piazze, magari più su nella scala dei valori del calcio nazionale. «La Cavese è il mio Real Madrid, voglio giocare con questa maglia fino a quando non centreremo insieme un traguardo ambizioso».
Soddisfatto di tutti i suoi ragazzi, Campilongo. E non solo per Ercolano e De Giorgio, autori dei gol della vittoria. «Stiamo facendo sempre meglio quando affrontiamo le migliori del girone, nonostante la cronica emergenza di formazione che dobbiamo registrare ogni domenica. Qualcosa in meno la produciamo fuori casa e contro avversarie nettamente inferiori a noi. Lavoreremo per limitare queste defaillances e per non cadere sempre negli stessi errori». Intanto, sta per chiudersi il calcio-mercato di gennaio: «In questi tre giorni dalla file del calcio mercato spero che la società faccia quello sforzo che le ho richiesto e prenda almeno un centrocampista».
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