Tu sei qui: Economia e TurismoL'ironia di Corbelli sul caso Empoli
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 7 maggio 2002 00:00:00
Giorgio Corbelli (nella foto in alto) non si mostra sorpreso alla sentenza della Caf sul caso Empoli, che ha confermato in pieno quella della Disciplinare. Però trova tempo e modo per un commento amaro, oltre che zeppo d'ironia. «No, non sono sorpreso. Però - dice - mi dispiace molto che una società debba pagare una multa così alta, pur non essendosi macchiata di nessuna colpa. E mi dispiace anche per il Procuratore Antidoping del Coni, che, come confermano le bocciature della Disciplinare prima e della Caf ora, ha sbagliato tutto. Non mi va, insomma, il principio che una colpa, una pena, un reato possa essere monetizzato. Se fosse così, infatti, varrebbe la legge del più ricco. I ricchi, infatti, potrebbero permettersi ogni tipo di comportamento. Ma questa - aggiunge l'azionista di maggioranza del Napoli - sarebbe una sorta di legge del far west». Da un'attesa all'altra, o meglio, da una sentenza all'altra. E quella d'appello sul ricorso del Napoli contro l'amministrazione giudiziaria è di sicuro più importante, perché in gioco, forse, c'è la sopravvivenza stessa della società. «Sono in attesa di vedere se c'è ragione che i nostri codici prevedano più gradi di giudizio oppure no», replica causticamente Corbelli, il quale non nasconde certo l'essenzialità di questo giudizio ormai in arrivo. «Sì, sarà fondamentale. Perché quello che un privato può dare alla propria azienda, l'elasticità che può garantire una conduzione manageriale, viene di fatto vanificata da un'amministrazione giudiziaria che porta avanti in maniera rigida la gestione ordinaria». E se la sentenza d'appello confermasse l'amministrazione giudiziaria, il futuro del club quale sarebbe? «Non lo so. Non so quali scenari s'aprirebbero per il Napoli». Scenari comunque preoccupanti? «Credo di sì. Tutto diventerebbe terribilmente complicato», replica Corbelli, che non ha ancora mandato giù il pari con la Reggina al San Paolo e poi quello col Palermo alla «Favorita». Logico: solo quel quarto posto che si è ormai allontanato, soltanto quella promozione nella quale ora è diventato difficile sperare, infatti, avrebbe risolto in un colpo solo i guai del club. Ora, invece... «Non lo nego: per il pari di Palermo - conferma Corbelli - sono ancora amareggiato. Ma non mi do per vinto e voglio che sia così per tutti. Certo, quattro punti di distacco dalla Reggina sono tanti, ma il Napoli ha l'obbligo di provare a vincere le quattro partite che mancano alla fine. Solo allora si faranno i conti».
«TEMO CHE IL NAPOLI MOLLI»
De Canio spera che i suoi giocatori non si abbattano dopo il pari di Palermo
«Io ci spero. Non costa niente», ha detto Roberto Baggio alla «Domenica sportiva», a proposito di una sua eventuale convocazione per i Mondiali. De Canio (nella foto al centro) è in linea con Baggio per quanto riguarda il futuro tecnico ed immediato del suo Napoli: «Io continuo a sperare ed a credere che si possa arrivare in zona-promozione. È vero, adesso lo svantaggio è nuovamente di quattro punti e mancano solo quattro giornate alla conclusione del campionato, ma sarebbe da stupidi, da folli, arrendersi e mollare proprio ora». Decisamente, c'è poco da invidiare De Canio, oggi più che mai. Dopo Palermo le critiche per le sostituzioni fatte, per le sostituzioni ritenute tardive, ma lui deve continuare a confrontarsi con la realtà di sempre: un organico monco e poco omogeneo, un organico dove, tra l'altro, oltre a verificarsi tutto quanto il tecnico aveva previsto a Brusson, c'è stata le defaillance di uomini che, in B, avrebbero dovuto fare la differenza: Moriero, Sesa, Husain, Saber. Ora il mister deve recuperare nel morale il povero Rastelli: se Fresi fu indicato come responsabile della retrocessione (esagerando, naturalmente), adesso, dopo gli errori commessi contro Reggina e Palermo, Rastelli rischia di passare alla storia come colui che ha fatto perdere la chance-A al Napoli. Esagerando anche qui, perché è vero che Massimo ha commesso errori incredibili, quasi imperdonabili, ma non vanno trascurarti aspetti più importanti: una società inesistente, misera economicamente, allo sbando ed in conflitto sin dall'inizio della stagione; i pessimi rapporti con il mondo del calcio e con il settore arbitrale; una campagna di compravendita basata sulle plusvalenze e mirata all'ingaggio di elementi scartati da altri o addirittura rottamati; gli infortuni e le assenze di elementi importanti come Vidigal e Stellone; l'aver giocato per troppo tempo lontano dal San Paolo; l'aver ritrovato solo in alcune gare la maggior parte dei propri tifosi; il dover giocare senza la necessaria tranquillità: i calciatori non percepiscono lo stipendio da dicembre dello scorso anno. Intanto, l'aritmetica lascia ancora speranze e si deve preparare una gara delicata, quella con il Cosenza, che certamente riceverà una scossa dopo l'esonero di Mondonico (nella foto in basso), sostituito da Gigi De Rosa, allontanato a sua volta il 14 ottobre scorso e di cui il "Mondo" aveva preso il posto. Fa bene De Canio a non arrendersi, ma i suoi saranno in linea con lui? C'è il rischio che il Napoli molli mentalmente? L'interrogativo trova una risposta che fa riflettere: «È l'aspetto che temo di più. Ho paura della reazione: spero che i ragazzi non cadano in questo errore. Sarebbe brutto mollare e finire male, considerando ciò che abbiamo fatto. Dobbiamo mantenere l'equilibrio, giocando con il massimo entusiasmo per lottare sino alla fine. L'entusiasmo può dare la capacità di sbagliare di meno. Un esempio? La Juventus, anche se noi non siamo la Juventus. Certo, a mo' di battuta, potrei dire che quelle che ci precedono non sono né l'Inter, né la Roma... Quello che è successo alla Juve è emblematico e deve autorizzare a crederci. Non dico che succederà, ma potrà succedere». Il Napoli, a Palermo, non è stato quello ammirato contro la Reggina. «Giocavamo fuori casa». Ma siete passati in vantaggio...«Il Palermo è una bella squadra. Non ci stava a perdere e si è visto. Il torto maggiore? È stato quello di farci sorprendere dalla reazione degli avversari, dalla loro veemenza. Non siamo stati pronti mentalmente». Rastelli è stato sostituito al 92' dopo un clamoroso errore. Un po' come gli era capitato con la Reggina. L'ha bocciato? «No. Avevo bisogno di un calciatore più forte fisicamente e più alto nei minuti finali, quando, con la forza della disperazione, i palloni venivano scaraventati in area. Non c'è un caso-Rastelli: non gli va gettata la croce addosso. Non mi ha deluso. Solo chi non azzarda, non sbaglia mai e ha sempre ragione». Perché non ha impiegato Graffiedi? «Volevo farlo, ma Cristiano è stato espulso e ho dovuto rinforzare il centrocampo che era in difficoltà». Il Cosenza ha esonerato Mondonico. «Un tentativo per cercare la salvezza. Troveremo un ambiente caldo; occorrerà grande grinta». Domenica c'è Salernitana-Reggina. Vi aspettate un aiuto dai granata? «Non guardo mai in casa d'altri. Sono certo, però, che la Salernitana farà la sua partita».
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