Tu sei qui: Economia e TurismoInferno a Taranto, arrestati 6 tifosi aquilotti
Inserito da (admin), martedì 19 ottobre 2004 00:00:00
6 ultrà arrestati, 72 denunciati a piede libero, identificati tutti i 150 tifosi della Cavese giunti a Taranto. E' finito così, alle prime luci dell'alba di ieri, il lungo pomeriggio di ordinaria follia vissuto domenica scorsa allo stadio "Iacovone" di Taranto. Dopo le identificazioni, andate avanti per tutta la serata, gli agenti della Digos hanno trattenuto 78 tifosi della Cavese. Di questi, 72 sono stati denunciati per reati minori, tra cui il rilascio di falsa generalità. Per 6 di loro - Andrea Lodato di 38 anni, Fioravante Siani di 31 anni, Giovanni Rispoli di 33 anni, Giovanni Ragosta di 25 anni, Raffaele Iuliano di 29 anni, Eugenio Baldi di 18 - sono scattate le manette con l'accusa di violenza, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo gli inquirenti, i volti dei 6 giovani sarebbero stati riconosciuti dalle foto scattate nel corso degli incidenti. Quanto basta per inchiodarli e trascinarli dietro le sbarre. Non solo. I funzionari della Digos della Questura di Taranto e degli ufficiali dei Carabinieri hanno detto: «Era tutto preordinato da entrambe le parti». Ieri mattina il primo colloquio con gli avvocati Marco Senatore, difensore di Fioravante Siani, ed Enrico Farano, legale degli altri 5 tifosi. E stamani il Gip del Tribunale di Taranto ha convalidato il loro arresto, riservandosi la decisione sull'istanza di scarcerazione avanzata dai difensori. Resta in sospeso anche la posizione degli altri 72 tifosi. «Stiamo valutando - spiega il dott. Giusti dell'Ufficio Gabinetto della Questura di Taranto - le responsabilità sia della parte tarantina che di quella metelliana. Gli arrestati sono 7 in tutto: 6 tifosi della Cavese, 1 del Taranto. Per gli altri 72 ultras campani e 15 pugliesi sono in corso ulteriori accertamenti per vagliare le loro responsabilità. Al momento sono stati denunciati, nelle prossime ore potrebbero esserci nuovi provvedimenti». A loro già sarebbero indirizzate le lettere di diffida, con il conseguente obbligo di divieto di accesso allo stadio di calcio. Stando alle testimonianze di chi ha vissuto questa terribile trasferta, il torpedone biancoblù sarebbe finito vittima di un agguato. Come era accaduto a Delianuova, come si era ripetuto proprio a Taranto 3 anni fa: un precedente per il quale la partita di domenica era considerata a rischio. Secondo gli inquirenti, però, i tifosi della Cavese non dovevano rispondere alle provocazioni. In queste ore si sta cercando di ricostruire l'esatta dinamica degli incidenti. Le prime avvisaglie di violenza si sarebbero registrate alle 14: in zona Lido Azzurro, prima dell'ingresso in campo, uno dei bus ed alcune auto dei tifosi della Cavese vengono prese a sassate. Poco dopo l'agguato: un gruppo di ultras del Taranto, a 200 metri dallo stadio, lancia razzi e pietre. Gli ultras delle Cavese reagiscono, respingendo di forza i supporters pugliese nel settore a loro destinato, i distinti. C'è un nuovo contatto tra le tifoserie e la prima carica dei celerini. Già all'8' l'arbitro sospende la gara, per poi riprenderla dopo 3 minuti e mezzo. L'epilogo al 28', quando la Cavese segna. I tifosi di casa lanciano una grossa pietra in campo e subito dopo, all'altezza della recinzione della curva sud, comincia a bruciare il contenitore in plastica di un idrante. La Polizia inizia il lancio dei lacrimogeni, l'arbitro fischia la fine della partita. Dalle gradinate volano ancora pietre ed oggetti. Per diversi minuti giocatori e staff della Cavese restano confinati negli spogliatoi. Molti dei tifosi tarantini riescono a dileguarsi, quelli della Cavese vengono bloccati nel parcheggio e poi scortati in Questura.
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