Tu sei qui: Economia e TurismoIn quattro gare la verità sul Napoli
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 18 settembre 2002 00:00:00
Napoli-Cosenza, Bari-Napoli, Napoli-Sampdoria e Verona-Napoli: le prossime quattro partite potranno rivelare la caratura del Napoli e potranno dire se la squadra varata da Marchetti (che, intanto, sta trattando l'ingaggio di Statuto) ha reali possibilità di promozione. Anche mister Colomba (nella foto) è di tale avviso: «Questo poker di gare darà valide indicazioni sulle nostre aspirazioni». L'argentino Husain, invece, è più categorico: «Non mi interessano i nomi degli avversari. Considerando quanto è accaduto nello scorso campionato, l'avvio del Napoli deve essere diverso. Un anno fa, dopo il successo sul Genoa a Marassi, incappammo in tre sconfitte consecutive. Non siamo partiti bene, anzi, non sono partiti bene i miei compagni...Il primo a partire fui io: fui ceduto in prestito al River Plate. È basilare una partenza lanciata, per far capire a tutti le intenzioni del Napoli. Se si parte in testa, è difficile per gli altri riagganciare i fuggitivi». Il ciclo-verità ha inizio con Napoli-Cosenza, un incontro che, nel recente passato, ha creato problemi agli azzurri. Sarà l'esordio della formazione di Colomba a Fuorigrotta. Dal 14 settembre 1997 il Napoli non vince la prima al San Paolo. Fu il Napoli di Mutti, poi esonerato, a battere l'Empoli (2-1). Negli anni successivi, tre sconfitte ed un pareggio: 1-2 con il Cosenza (Ulivieri); 1-1 con il Ravenna (Novellino); 1-2 con la Juventus (Zeman); 1-2 con l'Ancona (De Canio). «Si deve vincere - dice Stellone (nella foto) - e sfatare quello che sta diventando un tabù, l'esordio sul nostro campo. Non sarà facile, però, perché il Cosenza è una buona squadra ed è reduce da un importante successo sul Vicenza, altra compagine candidata alla promozione. Noi, comunque, siamo stufi di stare in serie B. La gente stia tranquilla: faremo di tutto per ritornare in A. Noto che al nostro fianco c'è una tifoseria più compatta. Evidentemente, sta apprezzando i notevoli sforzi finanziari del presidente Naldi, ha compreso che ci sono seri programmi per il futuro. Se ce la faremo? È la domanda che i tifosi mi pongono ogni giorno. Io sono ottimista, in quanto ci sono un ottimo allenatore ed un valido organico. A volte, però, non sono sufficienti. Occorre anche un pizzico di fortuna, nel senso che gli infortuni non dovranno perseguitarci come nella scorsa stagione». Giusto, ma il Napoli non dovrà guardarsi solo dagli handicap rappresentati da fattori esterni (infortuni, sviste arbitrali), ma anche dai limiti sinora denunciati: una difesa un po' lenta, che soffre sui palloni alti; il gioco sulle fasce quasi inesistente; l'assenza di chi detti ritmo e gioco; escludendo la gara a Cagliari, mancanza di cinismo sotto rete. Husain (nella foto) interviene parlando del settore che lo riguarda, il centrocampo: «Ma siete proprio sicuri che al Napoli manchi un regista?». Sorride, attendendo risposte. Gli si fa notare che, a Cagliari, Carrus è stato importante per la squadra di Ventura. Lui ascolta e replica: «Non spetta a me prendere decisioni, ma ritengo che il Napoli vada bene così. La nostra forza, Vidigal e Husain, le geometrie di Montezine, i gol degli attaccanti. A Cagliari abbiamo fatto dimenticare la brutta prova di Terni. Sabato sera vogliamo vincere, per rifarci della beffa subita negli ultimi minuti della prima giornata. Occhi aperti per cento minuti, sino al fischio finale dell'arbitro, ha detto Colomba. Ha ragione. La verità è che, nella ripresa, abbiamo regalato agli avversari troppo campo. Giocavamo troppo arretrati. Perché? Non lo so. Comunque, noto tanto entusiasmo tra di noi. Certamente maggiore di un anno fa, quando non si sapeva sino al sabato se giocavi, quando giocavi due-tre gare e finivi in tribuna. Quello di quest'anno, comunque, sarà un torneo difficile, ma sono fiducioso. Non conta come giochi, ma solo vincere».
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