Tu sei qui: Economia e TurismoImmersioni in volo!
Inserito da Lello Pisapia (admin), sabato 22 aprile 2000 00:00:00
Ne avevamo sentito parlare tanto ed in maniera entusiastica. "E' stupendo, semplicemente fantastico, perché non provi anche tu?": è ciò che generalmente senti dire da un appassionato di parapendio. Già, il parapendio: con questo termine, precisa il dizionario, si definisce sia un particolare tipo di paracadute, sia l'attività sportiva legata al suo impiego, effettuato con il lancio non da un velivolo, ma dalle pendici di un'altura. Ma quant'è fredda quest'espressione! Non si avverte in essa alcun brivido, alcuna sensazione; non puoi certo capire ciò che provi quando ti lanci, anzi ti immergi... in volo! Troppo forte è la curiosità, troppo intenso il desiderio per lasciarsi scappare l'occasione di constatare dal vivo. E così, ci siamo recati nei pressi di Capaccio, dove ad attenderci c'era Marcello Amato, uno dei responsabili della Sezione VDS (Volo Diporto Sportivo) dell'Aero Club di Salerno, che ci ha accolti gentilmente e ci ha introdotti in un'esperienza indimenticabile. Abbandonata la macchina, ci incamminiamo per un sentiero di montagna, affrontato (per nostra fortuna!) senza dover sopportare gli oltre 20 Kg di peso dello zaino, contenente l'attrezzatura occorrente, che grava sulle spalle di Marcello e dei suoi amici. Ed è proprio lungo il tragitto che la nostra guida ci fa magicamente entrare in un mondo sconosciuto. «Oggi - ci spiega Marcello - non sussistono le condizioni proprio ideali per il volo, come testimonia la presenza di nuvole stratificate, che sono il tipico sintomo di un'atmosfera alquanto stabile, con la conseguenza che l'aria, pur cominciando a salire, si ferma abbastanza presto, non riuscendo a raggiungere quote eccessive. In effetti, noi cerchiamo di sfruttare quel fenomeno per cui le masse d'aria, nell'urtare contro l'ostacolo rappresentato dalle montagne, tendono a salire oltre le cime, fino ad una certa altezza. Se con il parapendio o il deltaplano ti introduci in una zona dove c'è una corrente con questa componente verticale, riesci a galleggiare o addirittura a fare quota. L'altra possibilità per noi è rappresentata dallo sfruttamento delle termiche, ossia quelle bolle d'aria che si staccano dal terreno che si surriscalda e che, per il principio di Archimede, tendono a salire fino a quote che, a seconda del luogo, possono variare dai 500 ai 3.000 metri. L'abilità, dunque, consiste proprio nel cercare ed individuare queste colonne d'aria ascensionale, che ti consentono di salire in quota. Comunque, anche in mancanza di questi presupposti, una volta decollato, riesci prima di planare a percorrere una certa distanza». Mentre la faticosa (almeno per noi) arrampicata verso la zona del decollo prosegue, di pari passo cresce la nostra curiosità, anzi il nostro desiderio di carpire altri segreti. Come si fa ad apprendere la tecnica e quanto tempo occorre? Qual è il costo del corso e quale il prezzo dell'attrezzatura? Tutti interrogativi ai quali, sempre in itinere, risponde prontamente il nostro instancabile cicerone. «Il corso - precisa Marcello - ha una durata variabile, in rapporto alla capacità ed all'apprendimento di ogni persona. Inizialmente i principianti vengono portati nei campetti, posti molto bassi, dove si incomincia a correre e dove si impartiscono le prime istruzioni per controllare la vela. Tutto ciò, però, senza mai staccare i piedi da terra, almeno in questa prima fase. Solo successivamente iniziano i primi lanci, che, partendo da quote davvero basse, pian piano progrediscono, fino a raggiungere la cima di una collinetta ubicata intorno ai 30 metri, dalla quale si fa il primo "voletto", che viene ripetuto più volte. Solo quando l'istruttore percepisce che l'allievo ha la padronanza della vela, del decollo e dell'atterraggio, giunge il momento del primo volo cosiddetto "alto", nel quale si è pilotati, via radio, da un istruttore in partenza e da un altro in arrivo. Esaurita questa fase, che dura all'incirca 5-6 mesi, si inizia poi a volare con persone che hanno una certa esperienza, in grado di dare utili suggerimenti. Quanto, poi, al prezzo del corso, esso si aggira intorno a 1.400.000 lire (700.000 lire per gli istruttori, altre 700.000 per ottenere l'attestato), cifra comunque dilazionabile fino ad oltre un anno. Per quel che concerne, invece, l'attrezzatura, nella fase iniziale la scuola mette a disposizione degli allievi alcuni strumenti, tipo la vela e l'imbraco. Successivamente, quando si iniziano a fare i primi voli alti, bisogna procurarsi una propria attrezzatura (consistente, oltre che nella vela e nell'imbraco già citati, in moschettoni, casco, radio, ecc.), il cui costo varia dai due ai tre milioni, in rapporto alla qualità degli strumenti comprati (e sempre con riferimento all'acquisto di una vela usata)». No, Marcello, cosa fai, perché smetti di parlare? Ne comprendiamo subito il motivo: siamo giunti, infatti, al punto del decollo. Mai fatica poteva risultare più gradita: uno scenario stupendo si propone ai nostri occhi, un paesaggio dalle mille sfaccettature e dai tanti, ineguagliabili, forti colori. Rapiti da tale bellezza, da questo affascinante alternarsi di mare e monti, di costa ed entroterra, facciamo quasi fatica a concentrarci sulle parole di Marcello. «Tutti - sottolinea il nostro amico - possono fare parapendio. Non ci sono distinzioni e pregiudizi di sesso o di ceto sociale. Si può volare dall'età di 18 anni (da 16 con l'autorizzazione dei genitori) sino a quando, in pratica, si è in grado e soprattutto nelle condizioni fisiche di farlo». Ora, però, davvero non è più tempo di parole: il momento del decollo per Marcello è ormai prossimo. Bisogna procedere alle ultime ispezioni. Si controlla che i cordini siano a posto, che la vela sia gonfiata bene, che non ci siano altri inconvenienti o stranezze. Ciò fatto, si è finalmente pronti ad immergersi...in volo. Si fa qualche rapido passo e via, si parte! Piuttosto celermente si perde contatto con il terreno e ci si ritrova in una dimensione nuova, che noi, miseramente ancorati al suolo, possiamo solo immaginare. Mai come in questo frangente, a fronte del volo senza catene dell'amico Marcello, ci siamo sentiti così schiacciati a terra dall'inesorabile forza di gravità. Ma è solo un attimo! Troppo forti sono l'ammirazione e la soddisfazione per lo spettacolo cui stiamo assistendo. Ed un fermo proposito si fa prepotentemente largo nella nostra mente: torneremo ancora qui. Certo, torneremo di nuovo, ma questa volta sarà per provare!
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