Tu sei qui: Economia e TurismoIl sogno finisce, grazie lo stesso
Inserito da (admin), lunedì 20 giugno 2005 00:00:00
Ripescaggio: ci credono in molti in questa ultima spiaggia stagionale per riappropriarsi di quello che, stando agli umori a caldo registrati in città, arbitro e Lega hanno scippato nello spareggio gelese. Tra i più "carichi" il consigliere incaricato allo Sport del Comune, Carmine Adinolfi. Ieri era insieme al sindaco Messina sulle gradinate dei Distinti del "Presti" a vivere una domenica da ultrà tutta particolare. «Ho iniziato sin da venerdì una raccolta di fondi - ha dichiarato Adinolfi - per la fidejussione necessaria per l'iscrizione della Cavese al prossimo campionato. Cutillo o chi sarà alla guida della società per la prossima stagione, sia essa in C2 come il campo ha decretato o in C1 se ci sarà il ripescaggio, deve sapere che la città intera vuole garantirsi questa presenza nel calcio professionistico, che la gestione societaria dovrà poi portare avanti. Il diritto a vedere giocare sul nostro campo la Cavese è di tutta la cittadinanza. Da garantire, dunque, con il coinvolgimento di tutti. Ho dato mandato ad un noto istituto di credito di aprire un conto corrente ad hoc pro fidejussione Cavese. Nelle prossime giornate ne comunicheremo il numero agli sportivi per raccogliere i 206mila euro necessari». In un clima surreale si è vissuta la domenica più angosciante della storia sportiva recente della Cavese. In città, semivuota per il maxi-esodo in terra di Sicilia dei mille al seguito della squadra, gli echi delle radioline sintonizzate su Radio Max hanno riempito la Vallata in ogni suo punto. Ci si è creduto fino all'ultimo nel miracolo della promozione. Anche quando Velotto di Grosseto, un nome che resterà come incubo ad imperitura memoria, come quello di Pirandola o di qualche altro incrociato sulla strada quasi centenaria dell'aquilotto, ha iniziato il suo show personale. Annientando con le espulsioni di D'Amico e Tatomir le velleità metelliane di battere il Gela nella tana del lupo. Fino all'ultimo, fino al gol di Unniemi all'inizio del secondo tempo supplementare, gli sportivi cavesi hanno creduto nell'exploit. Poi la fine del sogno. L'amaro risveglio. Ma anche la consapevolezza di aver vissuto una stagione indimenticabile, perché alla vigilia non pronosticata così da protagonisti. Ed invece, la Cavese ha saputo incantare e riaccendere sopiti entusiasmi. Ha saputo contagiare pian piano il morbo del tifo in un ambiente da troppo tempo disilluso e disincantato. Uscendo a testa alta dal "Presti" e dalla scena degli spareggi-promozione. Il Gela ha vinto meritatamente la sfida, ma la Cavese l'ha persa immeritatamente. Questo il commento che ha attraversato i portici metelliani al fischio finale di Velotto. Prima, per tutta la partita, capannelli improvvisati di tifosi, con grandi megafoni per diffondere le notizie da Gela, si sono formati in ogni angolo della città. Hanno seguito di rimbalzo la cronaca di una straordinaria domenica di calore popolare intorno alla propria squadra. I tamburi a Cava non sono rimasti muti. Hanno continuato a suonare lontani dal "Presti" fisicamente, ma vicini idealmente. Davanti alle sedi dei club degli ultrà e dei pochi locali pubblici risparmiati dall'esodo siciliano, e dunque aperti, sembrava di essere allo stadio. E la delusione e l'amarezza per la promozione svanita sono state tante alla fine della lunghissima sfida durata 120 minuti. Ma anche la gratitudine per un manipolo di ragazzi che ha gettato il cuore nella sfida, pur in inferiorità numerica per gran parte di essa. Ed a quegli eroi, pur non avendo conquistato la C1 sul campo, il meritato trionfo non sarà negato dagli sportivi metelliani. Sin dal loro ritorno a Cava. E c'è chi già ha aperto un altro fronte. Quello che vede non impossibile un ripescaggio in C1, alla luce delle grandi difficoltà registrate da numerosi club di categoria sul piano finanziario.
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