Tu sei qui: Economia e TurismoIl Napoli salvato da Dionigi
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 7 gennaio 2003 00:00:00
Nulla di nuovo. Il Napoli è quasi identico a com'era: stessa squadra, stessi limiti, stessi risultati. Secondo pari di fila al San Paolo ed il successo pieno diventa un tenue ed antico ricordo di otto mesi fa. Mettendo insieme un po' di questi numeri, ne viene fuori la classifica difficile del Napoli: penultimo era e penultimo è. Sono cifre aride, come la preoccupante situazione della squadra, perché il Napoli sul baratro della zona C sembra essersi incollato. Nemmeno l'effetto Scoglio (nella foto) gli cambia il destino. Il Professore era arrivato accompagnandosi a quel senso di effervescenza che ne segna carattere e modi. Sembrava la prima terapia d'urto nei confronti del Napoli piegato su stesso. Oggi somiglia ad un elettroshock. In soli tre giorni siamo già a tre casi spinosi: Ferrarese (ceduto per forza e già fuori squadra); Mancini, messo alla porta dalla sera alla mattina; Storari (portiere numero due promosso titolare), che annuncia che quel posto ora è suo e guai a chi glielo tocca. Qui bisogna andarci cauti: c'è la necessità di fermarsi un attimo, capire il decorso clinico e, se è il caso, cambiare terapia. Perché, a furia di spinte inopportune, di rapporti esasperati che si lacerano 24 ore prima di giocare una partita, si rischia di restare travolti da questo cumulo di macerie. Insomma, caro Scoglio, caro Napoli: state calmi. Lo dovete ai 20mila inguaribili innamorati dell'azzurro, che anche ieri vi hanno seguito, sostenuto e, perché no?, fischiato. Lo dovete ad una maglia di immense tradizioni, che segnò ed incise la storia del calcio. Lo pretende la vostra classifica malferma. Lo chiedono il buonsenso e la serenità delle situazioni difficili. Insomma, il baccano nuoce come i vostri rancori. Eppure, nonostante il dato ancora una volta mezzo negativo, qualcosa in più nel Napoli si è visto. La continuità di ritmo, ad esempio, e la partecipazione; ancora, la reazione al gol di Maini, concretizzatasi con la rete di Dionigi (nella foto al centro) quattro minuti dopo. E non ultima, qualche giocata di discreta levatura, tant'è che alla fine ha contato una mezza dozzina di occasioni. Il paradosso azzurro è tutto qui: pur gestendo la partita, pur facendo soffrire quest'Ancona come nessun'altra squadra se l'era vista brutta a Fuorigrotta, ugualmente il Napoli non ha azzeccato la vittoria. Anzi, ha addirittura rischiato di rimetterci anche il punto. Colpa di chi ha sbagliato sotto porta? Certo, può darsi. Ma colpa soprattutto della strutturale mancanza in mezzo al campo di un giocatore capace di consegnare agli attaccanti un suggerimento «pulito», chiaro, limpido. È qui, infatti, che il Napoli è mancato. È qui che s'è ripetuto mestamente, rafforzando l'urgenza dell'ingaggio di due centrocampisti certi del ruolo e tatticamente in grado di rendere efficace il disegno dell'allenatore. Napoli che sul piano del carattere e della vivacità di gioco fa un passo avanti, dunque, ma non basta e non è bastato ieri anche perché, mentre la difesa ha tutto sommato fatto la sua parte, non è accaduto lo stesso a centrocampo e sulla destra. Un discorso, questo, che coinvolge due giocatori in particolare: Montezine e Sesa. Il primo, infatti, non è stato mai riferimento da ultimo passaggio. Anzi, se n'è andato con troppa frequenza ad occupare uno spazio di sinistra che non gli competeva, complicando le cose all'asse Bocchetti-Floro Flores. Sesa, invece, ha lasciato troppo spazio a destra per accentrarsi. Ma l'ha fatto solo perché, partendo Floro Flores sul lato mancino, il Napoli sarebbe rimasto troppo scoperto al centro. E Scoglio? Pur avendo dettato un 4-4-2, si è ritrovato invece col tridente (perché Floro Flores non ha mai rinunciato al suo ruolo di attaccante) e, convinto di non avere in panchina neppure un cambio buono, ha lasciato sempre tutto tale e quale. Avrebbe potuto spostare di posto Sesa e Montezine, probabilmente, ma non ha voluto. Fedele alle sue scelte, il Professore è andato avanti così sino alla fine. Le uniche sorprese, quindi, sono rimaste Storari al posto di Mancini, dopo la rottura del rapporto con il club, e Saber messo nell'angolo da un muscolo dolente. In definitiva, seppure il conto-salvezza di Scoglio comincerà (come dice lui) contro il Messina, il Napoli ha sprecato l'ennesima occasione. Mai come stavolta, però, è venuta fuori la certezza che, con un ribaltone a centrocampo, il Napoli una speranza può ancora covarla. Più che il campo, insomma, deciderà il mercato la sorte della squadra. Palla, quindi, a Naldi ed a Perinetti, perché il Napoli si salva solo se lo si cambia.
SCOGLIO: «UN PUNTO NON PREVISTO»
«Il nostro campionato inizierà dopo la gara di Terni. Tutto quello che arriva nel frattempo è guadagnato»
«Ringrazio i ragazzi: hanno dato tutto quanto potevano. Un grazie particolare va a Bonomi (nella foto), perché ha giocato nonostante avesse una forte contusione al costato». Quindi, lei applaude il Napoli? «Certamente. Mi è piaciuto anche e soprattutto nella poca lucidità dimostrata nel finale. Mi è piaciuto perché ha tentato con ogni mezzo di vincere, magari rischiando il contropiede. Una questione di cuore». La classifica...«...della classifica non mi interessa un bel niente. Mi carico delle mie responsabilità e vado avanti. Ho detto, prima di questa gara, che volevo 35 punti in 20 partite. Ecco come ho fatto i calcoli, ben consapevole che, se dovessi sbagliare, voi giornalisti avreste tutto il diritto di beffeggiarmi. Io, però, ho sbagliato poche volte i calcoli. Non sono un venditore di fumo». 20 partite: dunque, non ha calcolato questa gara e la prossima a Terni. «Non le ho prese in considerazione. Avevo pensato: zero punti con l'Ancona, zero punti a Terni». Sta scherzando? «No. Non posso dire che questa è la squadra che fa il mio gioco. Questa è una squadra di circostanza. Tutto quello che mi dà è guadagnato. Ora, dovrà fare 34 punti nelle mie 20 partite». Ci sta dicendo che per lei il campionato avrà inizio dopo Terni, ovvero quando la società le metterà a disposizione gli acquisti che lei ha suggerito? «La società non ha alcun dovere, non mi deve dare niente. Io gradirei soltanto avere un organico che non mi obblighi a portare in panchina cinque-sei calciatori della formazione Primavera. Avete visto, non ho fatto un solo cambio. ». Perché non ha impiegato Ferrarese? «Avevo già due su quella fascia. Io credo moltissimo in Floro Flores: mi ha garantito quantità e qualità. Floro Flores e Bocchetti sono il futuro del Napoli». Come si regolerà se entro il 19 non dovessero arrivare i rinforzi? «Non è mia abitudine dare l'out out a nessuno. Naldi ben sa le nostre esigenze. Con questa squadra, ma nessuno dovrebbe infortunarsi o essere squalificato sino alla fine del campionato, avrei la certezza di salvarmi. Ma, poiché è impensabile sostenere che nessuno non sarà mai squalificato, dico che le possibilità di salvezza sarebbero poche. Inoltre, ho bisogno di un completamento dell'organico per giocare come io voglio e perché con le seconde linee si centrano gli obiettivi».
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