Tu sei qui: Economia e TurismoIl Napoli resta com'è
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 13 settembre 2002 00:00:00
Oggi, alle 13, si chiude la seconda fase del calciomercato. Sino a gennaio sarà possibile ingaggiare soltanto calciatori disoccupati, quelli senza società, come Statuto, ad esempio. I giochi sono ormai fatti. Chi si è rinforzato, bene; chi no, peggio per lui. Il Napoli come sta? A giudicare da quanto si è visto a Terni, ci sarebbe da sostituire tutta la squadra, nessuno escluso. Ad ascoltare, però, le scuse e le promesse degli azzurri, bisogna concedere loro almeno una prova d'appello. Ci sarà domani sera, al Sant'Elia, nella prima giornata di campionato. Cagliari-Napoli, in altri tempi sfida da torneo di serie A, oggi è la partita di cartello della B. Oggi, dunque, si chiude il calciomercato, con il Napoli che non dovrebbe concludere altre trattative, nonostante ne abbia intavolate più di una in questi giorni. Marchetti non è rimasto a guardare o a dormire, nonostante giorni e notti di lavoro e di stress. Ieri, un'ultima chiacchierata-vertice con Colomba, dopo aver sentito, telefonicamente, il presidente Naldi. Il Napoli ha tentato di accontentare Colomba e di assicurargli qualche rinforzo a centrocampo, dopo aver acquistato Ferrarese, che darà spinta ed effervescenza allo spento settore destro, e Dionigi, che farà coppia con Stellone e dovrà assicurare all'attacco un numero maggiore di gol. Entrambi dovrebbero essere impiegati inizialmente a Cagliari, dove il Napoli arriverà nel pomeriggio di oggi, dopo la rifinitura della mattinata a Roma. Non hanno trovato conclusione le trattative per Statuto, Cozza, Veron e Savoldi. Un po' per il delicato momento economico della società, un po' per le eccessive richieste giunte a Marchetti, un po' perché il tandem tecnico, Marchetti-Colomba, ha giudicato non valide alcune soluzioni prospettate. Il general manager ha respinto la miriade di proposte arrivategli da direttori sportivi, da procuratori ed agenti di calciatori: tutti a prospettargli «affaroni». Lui ha replicato a tutti: «No, grazie». Dunque? Tranne improvvise "occasionissime" dell'ultima ora, il Napoli dovrebbe rimanere così com'è. Almeno sino a dopo le festività natalizie, a meno che non si ingaggi un disoccupato. Colomba, quindi, dovrà fare di necessità virtù ed utilizzare il parco calciatori che ha a disposizione. Nel frattempo, sarà più chiara anche la situazione di Mancini (nella foto), inizialmente richiesto da Salernitana e Lecce, che è rimasto al Napoli nonostante Zeman continui a cercare un portiere a lui gradito. E Mancini lo era e lo è ancora.
LA COPPA DELLA VERITÀ
Dopo due mesi sono venuti a galla tutti i difetti del Napoli
Una regressione inattesa ed improvvisa. Mai brutto come l'altra notte a Terni, il Napoli. Mai così spento, svogliato, confuso, incapace d'un pensiero. Certo, nel calcio non v'è mai nulla di definitivo ed i giudizi cambiano da una settimana all'altra, però nel caso azzurro c'è qualcosa di oggettivo che dà preoccupazione. C'è che, tra amichevoli e match ufficiali, il Napoli ha giocato bene ed è piaciuto molto per non più di mezza gara: giusto il primo tempo con la Lazio. Poi ha sempre faticato e stentato, ma è sempre riuscito a mascherare i guai, le manchevolezze. Quelle più evidenti a centrocampo, perché è proprio là in mezzo che il Napoli sprofonda, coinvolgendo tutto il resto della squadra: la difesa, che senza barriera diventa troppo esposta all'avversario, e gli attaccanti, spesso e volentieri abbandonati. Guai a centrocampo, dunque. Centrocampo che aveva cominciato ad andar bene sugli esterni (Sesa, Montezine e Russo), che, in assenza di Vidigal e con Montezine mezzosinistro, aveva trasferito la manovra al centro e che, infine, tornato al «completo» (Sesa, Husain, Vidigal e Montezine esterno), ha sofferto come non era mai accaduto e come non può più accadere. Tant'è che nella testa di Colomba è scattata l'idea di rivedere tutto, con la concreta possibilità, finalmente, di utilizzare Ferrarese dall'inizio ed anche Dionigi, il quale, però, è rimasto fuori non per scelta, ma perché alle prese con un accidente muscolare. Insomma, all'ultimo momento Colomba, che credeva di avere le idee abbastanza chiare, si vede costretto a ripensare mezza squadra, a ridisegnare quella formazione che aveva provato e riprovato, ma che alla fine l'ha deluso. Ecco perché, probabilmente, a Cagliari affiderà la difesa a tre stopper: Villa, Baldini e Bonomi, più Bocchetti; consegnerà la fascia destra a Ferrarese e lancerà Dionigi in coppia con Stellone. Però, dopo tante, troppe, inutili amichevoli, è un peccato che il Napoli "formato campionato" arrivi a Cagliari senza aver mai provato.
LA "STRIGLIATA" DI COLOMBA
"Processati" dal tecnico durante il viaggio per Roma, gli azzurri sono stati richiamati ad avere in campo un atteggiamento "da Napoli"
Processo nella notte: dopo l'umiliante sconfitta in Coppa Italia, Colomba (nella foto) ha atteso solo che la squadra facesse la doccia nello spogliatoio di Terni e consumasse una frugale cena in un ristorante. Poi il faccia a faccia, mentre si era tutti sul pullman per raggiungere il ritiro alla "Borghesiana" di Roma. Parole dure, sia pure pronunciate con i toni abituali di Colomba, che si distingue per signorilità e correttezza. Gli azzurri hanno ascoltato senza fiatare. E' facile intuire che Colomba abbia richiamato tutti ad un maggiore impegno, ad una maggiore concentrazione, ad avere in campo un atteggiamento che onori maglia e stipendi. Più che disquisire su questioni tecniche e tattiche, il tecnico ha voluto scuotere l'orgoglio della squadra. È vero, si può sbagliare una partita, ma in campo bisogna tenere un comportamento che sia all'altezza del nome della città e della società. Gli azzurri, ovviamente, si sono resi conto delle logiche motivazioni che hanno spinto l'allenatore a muovere i rimproveri. «Abbiamo riflettuto a lungo - commenta capitan Stellone - sugli errori commessi. Abbiamo sbagliato la partita, abbiamo sofferto troppo: gli avversari ci hanno dominati. Con Colomba abbiamo esaminato tutti gli errori. Sono certo che a Cagliari la gente vedrà un Napoli diverso. Non può essere quello di Terni il vero Napoli. Ritengo che, più che un problema fisico, si sia trattato di un problema mentale, anche se non so dire quale possa essere stata la causa scatenante». Anche Mancini ritiene che alla base della sconfitta «ci sia stato un approccio sbagliato alla partita». Sarà, ma facciamo fatica a comprendere tali versioni. Volete che gli azzurri non sapessero che c'era in ballo la qualificazione con relativi altri incassi? No, non è una questione mentale. Il Napoli, a Terni, ha evidenziato ancora una volta problemi strutturali. «Ho sbagliato il gol - conclude Stellone - che avrebbe potuto cambiare volto all'incontro. Comunque, non facciamo drammi per un incontro sbagliato. Potrà capitare ancora, ma l'importante è aver capito quali sono gli errori da evitare. Di certo, non si può parlare di campanello di allarme in vista dell'incontro a Cagliari».
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