Tu sei qui: Economia e TurismoIl Napoli non si arrende
Inserito da (admin), lunedì 5 maggio 2003 00:00:00
Tutti zitti. Almeno per questa settimana, il Napoli e Colomba resteranno muti per decisione del presidente Naldi, il quale è stato l'unico, l'altro ieri, ad intervenire sul momento più nero della storia azzurra. Pochi concetti, ma chiari, da parte di Salvatore Naldi. Innanzitutto, l'esortazione a non cedere alla paura ed alla rassegnazione, perché «la salvezza resta ancora un traguardo che può essere raggiunto. Non abbiamo reso secondo le aspettative - ha detto il presidente azzurro - ma mi aspetto ancora il massimo dell'applicazione sia da parte della squadra che dall'allenatore». Parole che hanno un significato chiaro: non sono ammesse rese. Intanto, dopo la sconfitta degli azzurri nell'anticipo a Palermo, la 30ª giornata della serie B almeno non ha peggiorato la classifica del Napoli: Catania e Genoa, infatti, hanno perso, mentre il Bari ha vinto ad Ancona, allontanandosi dalla zona C. La squadra di Colomba è sempre distanziata di 2 lunghezze dal quintultimo posto.
IL NAPOLI SI PROCESSA
Lungo confronto tra gli azzurri sulle scelte di mister Colomba e sui numerosi errori dei singoli
«8...Bruscolotti e 3 attaccanti che dovranno pensare solo a far gol nelle restanti 5 gare»: è questo il pensiero della squadra dopo la sconfitta subita a Palermo. Immediatamente dopo la fine fischiata da De Sanctis, gli azzurri, nel chiuso dello spogliatoio del "Renzo Barbera", si sono guardati negli occhi. L'umore era nerissimo, quando hanno giurato di tentare un'impresa che solo a dirla sembra impossibile: vincere 4 delle restanti 5 partite. Possibilmente, le prossime 4, per poi giocarsi tutto a Messina, sperando che la formazione del diesse Pavarese abbia già centrato l'obiettivo-salvezza. Le voci di dentro. «8 Bruscolotti» significa che chi affronterà la Triestina e gli altri avversari dovrà lottare con una grinta mai mostrata, sinora, da molti undicesimi della squadra. Ultimamente, "guerrieri" lo sono stati in pochi: Vidigal, Bonomi, Montervino, Stellone...Fanno tenerezza gli azzurri quando manifestano, sia pure nel chiuso di uno stanzone, tali buoni propositi di filotto di vittorie. Semplice il perché. In 33 partite, sotto la guida di 2 allenatori, sono riusciti a vincere soltanto 7 incontri. Ora, ne dovrebbero vincere 4 su 5? Un miracolo? Un improvviso anelito di dimostrare quanto non sono riusciti a fare in un'intera stagione? L'aritmetica consente loro di fare questi programmi. Restano i dubbi legati a tante precedenti promesse, mai supportate, poi, dai risultati. Non solo di desiderio di riscatto si è discusso nello spogliatoio e dopo, approfittando dei 2 giorni di vacanza concessi dall'allenatore. Si è disquisito anche di certe scelte tattiche di Colomba, ad esempio mortificare Bocchetti a centrocampo, esponendolo ad una figuraccia (1 mossa, 2 fuori ruolo); delle sostituzioni tardive (Pasino); del perché, nelle ultime gare, l'allenatore si è limitato a fare solo 2 delle possibili 3 sostituzioni; dell'arbitraggio (e pensare che qualcuno aveva immaginato che avrebbe potuto guardare con occhi benevoli il Napoli!); dell'opportunità di questo silenzio stampa (ma chi l'ha voluto?). Altro motivo di pacata discussione sono state le urla di Colomba tra il primo ed il secondo tempo, quando ha parlato di «cazzate», di «errori su schemi provati e riprovati in settimana». «Non dormiamo», ha urlato il tecnico, giustamente definito tra i più sfortunati della storia del Napoli. Il problema di Colomba e dei calciatori, in realtà, è che sbagliano da svegli.
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