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Economia e Turismo

Il Napoli in preda all'immobilità assoluta

Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 22 marzo 2002 00:00:00

Fermo, bloccato, ingessato nei suoi guai questo Napoli affidato alle cure ed ai conti di Gustavo Minervini, amministratore giudiziario. Ed il Professore non gira intorno all'argomento, tutt'altro. Tant'è che gli basta rubare compiaciuto un solo termine al ciclismo per offrire l'immagine del momento azzurro. «Il Napoli - dice - è in una situazione di surplace». Immobile, dunque, o meglio, immobili sono i due maggiori soci, Corbelli (nella foto in alto) e Naldi, i quali, ben fermi sui pedali delle rispettive posizioni e forse anche di interessi sempre meno coincidenti, aspettano che sia l'altro a ripartire, a fare la prima mossa. «In questi giorni - spiega Minervini - ho invocato la partecipazione di tre soggetti alla salvezza del club: la squadra, il pubblico ed i soci. Il pubblico ancora non ha avuto modo di dimostrare di aver accolto la mia preghiera tornando allo stadio. Mi ha molto soddisfatto, invece, l'incontro con De Canio e con la squadra: professionisti impegnati, preoccupati per il loro avvenire, certo, ma anche desiderosi di far bene sino a fine campionato». Ed i soci? «Beh, tre giorni sono niente per avere un quadro già preciso. Però li ho incontrati, in particolare i due maggiori». Ebbene? «Ebbene, il socio Naldi si è detto disponibile, ma aspetta che sia Corbelli a muoversi per primo». Ed il socio Corbelli? «I suoi rappresentanti, anche in considerazione del momento particolare che Corbelli sta vivendo, hanno chiesto un po' di tempo. Una vicenda che evidentemente ha provocato anche un blocco finanziario, che fa dire ai rappresentanti di Corbelli che in questa fase sarebbe meglio se fosse Naldi a farsi carico di tutto». Conclusione, professore? «La conclusione è che Naldi aspetta Corbelli e Corbelli aspetta Naldi, ma il Napoli non può aspettare nessuno, perché ci sono dei tempi-limite da rispettare». In pratica, è questo il primo invito del professore Minervini a Corbelli ed a Naldi, i quali, appena possibile, dovranno incontrarsi, confrontarsi e decidere il loro futuro azzurro, oltre che quello del club e della squadra. Già, ma quanto tempo hanno Corbelli e Naldi (nella foto al centro) per far questo? Ecco una data: il 16 aprile, giorno in cui tornerà a riunirsi l'Assemblea dei soci. Una data suggerita dallo stesso prof. Minervini, il quale si augura, evidentemente, che per metà aprile i due soci maggiori abbiano già potuto decidere il da farsi. «Intanto - annuncia il professore - il mio compito è quello di predisporre la situazione patrimoniale e di sottoporla ai soci, i quali potranno poi decidere di ricapitalizzare oppure di sciogliere la società. Ma tutto ciò va fatto in un tempo limitato. Per questo ho dato incarico a Roberto Giordano ed alla sua equipe di elaborare il documento. Questa, infatti, è una questione di sostanza economica e non c'è da aspettare, come si dice in borsa, l'arrivo di nessun "cavaliere bianco" con una borsa piena di monete d'oro». Semplice e chiaro il richiamo dell'amministratore giudiziario ai soci. Il Napoli ha urgente bisogno di un mucchio di denaro e questo discorso porta inevitabilmente a due opposte soluzioni: o Corbelli e Naldi - soprattutto loro, o uno dei due, oppure qualsivoglia altro socio, magari pure aggiunto - mettono a disposizione le risorse necessarie, oppure la società va in liquidazione. «L'Assemblea - spiega il professore - è un aspetto formale di questa vicenda. È ovvio, infatti, che serve un accordo preventivo». Non è certo l'Assemblea, insomma, il luogo ed il momento delle trattative e degli accordi. È certo, invece, che quello del 16 aprile sarà il primo, importante appuntamento fissato dall'amministratore giudiziario, il quale per il momento non può che starsene in operosa attesa. «Sono ottimista - confessa Minervini - in relazione alle risposte avute dalla squadra circa l'impegno in campo. Non posso che essere attendista, invece, se penso agli azionisti ed alle loro risposte. Però mi sembra normale e giusto che i soci abbiano un po' di tempo per le decisioni, soprattutto considerando la particolare condizione di uno dei due». Ed ora, bicicletta a Corbelli e Naldi, invitati a «pedalare» invece di starsene in surplace.

ANCHE DE CANIO NEL MIRINO DELLA CONTESTAZIONE

Deriva societaria da una parte e classifica dolente dall'altra: in mezzo un Napoli che non ha certezze, avvilito ed anche contestato da quel manipolo di irriducibili, encomiabili tifosi, sempre presenti alla partita. E tra i contestati stavolta c'è pure De Canio (nella foto in basso). «Fa parte del rischio-allenatore. E poi, se è capitato anche a Trapattoni, che ha vinto quel che ha vinto, e se capita a Capello volete che non possa capitare a De Canio, che non è nessuno?», replica l'allenatore, al centro, in verità, di un brutto incrocio di discorsi ed illazioni. Riguarda il futuro, questa storia. Riguarda il futuro dell'allenatore, il quale - si dice in giro - vorrebbe liberarsi del contratto che lo lega al Napoli anche per la prossima stagione, per dire immediatamente «sì» ad una società di A che lo rincorre. Si sa, il pallone è piccolo e la gente mormora, ma De Canio a tutto ciò non ci sta. «In questo momento - dice - non conta il mio futuro. Infatti, non ne ho parlato con nessuno. Ne parlerò con Corbelli quando potrò parlarne, perché non può essere che lui il mio interlocutore. Come la penso? Penso che resterò al Napoli se sentirò fiducia e collaborazione intorno a me e che andrò via, invece, se la società deciderà in modo diverso. E se andrò via, non farò valere il mio contratto. Chi pensa il contrario - conclude - di me non ha capito nulla».

CONCESSI GLI ARRESTI DOMICILIARI A CORBELLI

Giorgio Corbelli, in carcere dal 13 marzo scorso, ha ottenuto gli arresti domiciliari. L'ex presidente del Napoli e di Telemarket ha lasciato ieri, verso le 18.40, Regina Coeli e nella tarda serata è tornato nella sua casa di Brescia. «Abbiamo spiegato ai magistrati - ha detto il suo legale, l'avv. Alessandro Mainardi - le ragioni di fatto e di diritto per cui era eccessiva la custodia in carcere». La decisione è stata presa dal Gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, col parere favorevole del pm inquirente, Roberto Rossi, che ha in parte condiviso le motivazioni degli avvocati difensori di Corbelli. Il Gip ha concesso gli arresti domiciliari anche ad altri tre indagati nell'ambito della stessa inchiesta. Sono Paolo Paoli, il tipografo 54enne residente a Varese ed accusato di avere stampato le serigrafie false, Maria Casarin, una delle responsabili della sede di Telemarket 2 di Casamassima (Bari), ed il cittadino olandese Arnoud Jan Booy, tra i collaboratori della sede barese di Telemarket. Intanto, da mercoledì sera sono riprese, con Willy Montini, il presentatore che proponeva le serigrafie di Cascella, le trasmissioni di Telemarket, interrotte quando Finanza e Carabinieri avevano posto i sigilli agli studi ed alle strutture commerciali di Roncadelle.

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