Tu sei qui: Economia e TurismoIl Napoli a due passi dal paradiso
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 23 aprile 2002 00:00:00
Messina battuto e freccia che lampeggia già. Un gol, un gran primo tempo, un secondo di discreti rischi e sofferenza, ma alla fine tre punti sudati e meritati ed una classifica che porta gli azzurri a tiro del quarto posto. Sorpasso possibile, dunque, domenica, quando allo stadio San Paolo ci sarà la Reggina per un match che ormai vale il campionato. Partita intensa, quella col Messina. Bella per un tempo e poi, nella ripresa, diventata complicata in uno stadio tornato degna cornice diun ambizioso e, ora sì, probabile progetto-promozione. Napoli prudente, aveva annunciato De Canio (nella foto in alto) alla vigilia. E tiene fede alla promessa, il coach, perché il Napoli è prudente, però solo nel disegno che rinuncia al tridente per un mediano in più. In quanto a voglia di successo, invece, il Napoli mette le cose in chiaro immediatamente. Non si presenta, infatti, né molle né imbranato. Stavolta affronta la partita ed il Messina giusto come classifica comanda e cuore vuole. Velocità, grinta, palleggio e tanta profondità cercata sui due lati, ma trovata pure al centro grazie a Stellone, che torna, sgomita, spizzica di testa ed appena può parte palla a terra. Insomma, finalmente il Napoli che occorre, che piace, che si adegua al momento-svolta del suo campionato. Accade, così, che al Messina tocca solamente contenere, rattoppare strappi in difesa ed a centrocampo ed affidare al suo gigante, Godeas, il ruolo di occasionale guastatore. Poca roba, però, perché il Napoli comanda il gioco e nasconde la palla. Ed anche perché Magoni tiene bene a bada la fantasia di Buonocore, il quale, poi, s'acciacca e se ne va. Gioca, avvolge, costruisce il Napoli. Il gol azzurro, insomma, rientra presto nella logica del match. Jankulovski spreca di poco a lato il suo sinistro (10') e Stellone tre minuti dopo manca il centro da tre metri. Non s'abbatte, però, il Napoli, tutt'altro. Insiste e passa con l'ormai solito Luppi (nella foto al centro), che pennella una punizione bassa ed a giro (20'), trascinando la gente all'entusiasmo, mentre il pensiero già vola alla prossima partita e si accende e spegne già la freccia. Napoli in vantaggio. Napoli che rimonta quella che sembrava un'impossibile classifica. Ma Napoli che dei siciliani (capaci di sette rimonte in questo campionato) non si fida. Occorre un altro gol, serve il colpo della tranquillità, ma non arriva, mentre dall'altro lato Arrigoni - e siamo alla ripresa - spolvera Grabbi che rileva Gutierrez, per far da spalla alla prima punta. Con meno velocità, magari, ma sicuramente con più classe ed esperienza. E non è un caso, forse, che dopo sei minuti Godeas centri la traversa di Mancini. Brivido, dunque. Rischio che fa ripartire il Napoli sull'onda di un tifo appassionato. Torna combattente il Napoli, anche se la manovra non è più lucida e pimpante come prima. E manco non bastasse, il Napoli si allunga, il Messina non si rassegna alla sconfitta e la partita si affida a spunti e fatti occasionali. Come la grazia che Grabbi fa alla famiglia azzurra a metà tempo (24'), quando, tutto solo in area, spreca a lato un gol che proprio non si può sbagliare. Si chiude così, col San Paolo in festa e con la freccia accesa.
Cinquantamila sugli spalti, uno spettacolo nello spettacolo
Notte da emozioni grandi e vere. Notte da stadio illuminato e stracolmo. Notte che la gente di Napoli ha voluto dedicare al Napoli: 50mila sugli spalti, segno tangibile d'amore per una squadra nella quale la città vuol riconoscersi a tutti i costi. Anche a dispetto della categoria umiliante, del campionato zoppicante, della società inesistente. Notte da grande evento. Due ore prima del fischio d'inizio, Fuorigrotta è un mare azzurro di sciarpe e cappelli in movimento, è un mare di auto imbottigliate e clacson che spaccano i timpani. Ed anche questo fa venire i brividi, perché significa che Napoli c'è, alla sua maniera, ma c'è. Un ragazzo ansima fuori del San Paolo, portando in spalla una bandiera lunga quattro metri, ma sorride con gli amici. Poco distante due ragazzi preparano «il fumo»: anche questo fa parte del gioco, nessuno ci fa caso, l'emozione sale. Lì dentro, nel catino del San Paolo, la tensione sale di minuto in minuto. È una tensione bella, positiva, che travolge i ragazzi della «Obiettivo Uomo»: avevano addosso le maglie azzurre del Napoli quando hanno vinto il Football Week Special Olympics, il torneo di calcio a cinque riservato ad atleti portatori di handicap. Hanno battuto in finale il Gela per 5-2 ed ieri sera erano al San Paolo a raccogliere l'applauso della gente e le strette di mano del Napoli, rappresentato da Gigi Pavarese. Quando lo speaker ha chiesto un applauso per quei ragazzi, lo stadio ha avuto un sussulto, come per un gol, ed i giocatori dell'«Obiettivo Uomo» si sono emozionati da morire, saltando e mostrando la coppa vinta con la maglia azzurra. Notte da emozioni grandi. Da un lato la scritta «Napoli, guarda questa curva e vinci»; dall'altro la polemica dura, scritta con parole d'accusa: «Doping, gare truccate, passaporti falsi: noi ultras parte sana di un calcio allo sfascio». E poi l'ironia di un «Salerno guArda e piAngi», scritto proprio con le «A» maiuscole. Nella notte delle emozioni che arrivano dal campo e dagli spalti, c'è pure una fettina di Curva che fa venire i brividi, di tristezza però. Uno striscione dedicato ai due bimbi che hanno perso la vita qualche giorno fa, a Soccavo, in un incidente stradale a due passi dal campo d'allenamento del Napoli: «Il Paradiso ha due angeli in più, Flavia e Marco». Lì vicino una gigantografia dei due bimbi sorridenti, ai piedi della quale il portiere Mancini depone un mazzo di fiori bianchi prima del fischio d'inizio. C'è anche questo nella notte delle emozioni. Quei fiori erano ancora lì quando lo stadio esplodeva di gioia al novantesimo.
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