Tu sei qui: Economia e TurismoIl derby della follia, arresti e feriti
Inserito da (admin), lunedì 11 aprile 2005 00:00:00
E' finito come peggio non poteva, il derby che doveva valere solo l'alta classifica di C2. Scontri durante e dopo, bilancio da vero e proprio bollettino di guerra. 34 feriti tra le Forze dell'Ordine (21 poliziotti e 13 carabinieri), feriti anche 10 ultrà di casa. Una quarantina di fermi, tutti riguardanti tifosi cavesi, 8 dei quali tramutati in arresto. In più, un minorenne denunciato a piede libero. Il derby Cavese-Juve Stabia è la solita pagina di cronaca nera. La vittoria degli ospiti passa in secondo piano, come pure il duello per la promozione in C1. Scontri durante la partita, con il lancio di oggetti, corpi contundenti e fumogeni tra le opposte tifoserie. Scontri che sono poi proseguiti fuori dallo stadio, tra gli ultrà di casa e le Forze dell'Ordine. Un ferito grave, un poliziotto in servizio al Reparto Mobile di Napoli: Francesco Logrande, 52 anni, napoletano. E' stato colpito al volto da una pietra subito dopo il fischio finale, mentre era nel settore Distinti, quello occupato dai sostenitori della Cavese. Il poliziotto si è accasciato sui gradoni ed è rimasto privo di conoscenza per qualche minuto. I sanitari del 118 lo hanno rianimato e poi trasportato in ambulanza prima all'ospedale di Cava de'Tirreni, poi al "Cardarelli" di Napoli, dove è stato sottoposto in nottata ad accertamenti diagnostici. Ferito anche un Vigile urbano di Cava de'Tirreni, Giuseppe Salvatore. Danneggiate un'ambulanza ed un mezzo dei Vigili del Fuoco. La guerriglia è proseguita fuori dallo stadio per un'ora e mezzo. Scontri in via Vittorio Veneto ed in tutte le altre vie principali di accesso allo stadio. Sirene spiegate e cariche di Polizia e Carabinieri. Una quarantina di fermati, tutti ultrà della Cavese, trasportati in serata al Commissariato di Viale Marconi per l'identificazione e per i successivi arresti. Gli incidenti sono cominciati all'interno dello stadio subito dopo il primo gol degli ospiti. I tifosi della Cavese sistemati nei Distinti hanno forzato il cordone di Polizia, in verità molto esiguo in considerazione della pericolosità dell'evento. Stessa cosa è avvenuta nella Curva Nord, quella con i tifosi della Juve Stabia. E' cominciato il lancio di oggetti, anche pietre e fumogeni. Il tutto mentre la partita era in corso, con l'arbitro costretto a fermare la gara per un minuto e mezzo in attesa che sugli spalti tornasse la calma. Calma, però, solo momentanea, perché durante il secondo tempo, e poi a fine partita, i lanci sono ricominciati. A rinforzare i poliziotti, l'arrivo di un folto gruppo di Carabinieri, che si sono schierati in campo dietro la porta di Armellini, guardando a vista i tifosi stabiesi. Sono cominciate le cariche in Curva e poi nei Distinti. Una follia collettiva che è proseguita per l'intero pomeriggio. Tensione dentro e fuori lo stadio. Per disperdere i facinorosi, Polizia e Carabinieri hanno usato i lacrimogeni. Ciò ha impedito ad un gruppetto di tifosi della Cavese, tra cui anche donne e bambini, di uscire dallo stadio. Tifosi che hanno chiesto l'apertura dei cancelli che portano sul rettangolo di gioco e che sono poi andati via attraverso la pista di atletica leggera. Tutto ciò mentre fuori dallo stadio "Lamberti" continuava a scatenarsi l'inferno, con le sirene spiegate delle ambulanze e dei mezzi della Polizia. Preso di mira anche Cutillo, patron della Cavese, contestato duramente dai tifosi ancora presenti in Tribuna. L'unico momento di festa è stato quello dei calciatori della Juve Stabia con i tifosi di Castellammare presenti in Curva: lancio di magliette e cori per l'impresa. Gli stabiesi sono andati via poco dopo la partita senza conseguenze, imboccando subito l'autostrada. Gli unici momenti da ricordare, gli striscioni esposti dai tifosi ospiti e da quelli di casa in ricordo di Papa Giovanni Paolo II ed il minuto di raccoglimento con un lungo applauso per il Pontefice. Sugli incidenti è intervenuto il sindaco di Cava de'Tirreni, Alfredo Messina: «Ci troviamo di fronte a vicende che con lo sport non hanno nulla a che vedere. Quello che è accaduto dentro e fuori lo stadio colpisce negativamente tutta la nostra comunità. Sono profondamente deluso ed amareggiato».
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