Tu sei qui: Economia e TurismoI tristi conti del Napoli
Inserito da (admin), martedì 22 aprile 2003 00:00:00
La media schizza in alto. Ora per salvarsi di punti ne servono 43, ma probabilmente, purtroppo per il Napoli, non sarà così sino alla fine. Tutto fa prevedere, infatti, che più in là il limite-salvezza si alzerà almeno di un altro paio di punti. Potere di certi finali di stagione che spesso riservano sorprendenti sprint ed inattesi risultati da parte di chi magari ha stentato per un campionato intero. Spesso, non sempre e non a tutti, poi, capita di andare come un treno all'improvviso. Di sicuro non al Napoli, che, anzi, negli ultimi due mesi ha colpevolmente rallentato, se è vero come è vero che dal 9 febbraio in poi ha vinto una volta sola, lasciandosi alle spalle irripetibili occasioni per staccarsi dalla zona serie C. Le più imbarazzanti: i mancati successi interni col Genoa e col Verona, che da soli sarebbero bastati per lasciare ad altri l'ansia da retrocessione. Insomma, s'è talmente ficcato nei pasticci, il Napoli, da far recriminare anche sul pari di Lecce, risultato che, invece, in assoluto è niente male. Lecce, dunque, emblematico, nuovo, ultimo punto di partenza per questo Napoli che si gioca tutto in sette gare. Lecce specchio di cose buone e di peccati gravi. Lì il Napoli - seppure favorito da un match voluto dai pugliesi a passo lento - a tratti ha governato la partita, è stato cinico abbastanza per andare anche in vantaggio, ma poi non ha avuto la forza ed il coraggio di vincere la gara. In breve: qualche appiglio per sperare in una salvezza oggettivamente sempre più complicata e poi la solita delusione per ciò che poteva essere ed invece non è stato. Ed allora, quale futuro aspetta questa squadra? Salvezza ancora possibile oppure definitivamente compromessa? No, nient'affatto. I numeri - ed anche quel po' di buono che s'è visto a Lecce - lasciano ancora posto alla speranza. Ma a tre condizioni. La prima riguarda chi va in campo, l'altra l'allenatore, la terza sicuramente Naldi. La squadra: se davvero vuol salvarsi dalla retrocessione, deve dare tutto ed anche di più. Il Napoli ha bisogno di un recupero complessivo dell'attenzione, della determinazione, della voglia di fare risultato. È il rendimento complessivo, insomma, che deve migliorare, visto che da un po' di tempo tocca sempre a pochi (Marcolin, Bonomi e Vidigal su tutti) trascinare il gruppo. L'allenatore: per Colomba è tempo di osare. Da quando è tornato sulla panchina azzurra (avendo a disposizione, quindi, anche i nuovi acquisti), il suo rendimento è stato troppo basso per annullare il rischio della C: 1,1 punti a partita, inferiore anche a quello di Scoglio (1,3 punti a gara). Per carità, nessuna voglia di cedere ai confronti proprio nel momento in cui il Napoli è sul fondo della sua lunga storia, però un po' di coraggio in più Colomba dovrebbe dimostrarlo. D'accordo che con la sua Reggina, proprio a Fuorigrotta, conquistò di fatto la promozione in A con un esempio di catenaccio che avrebbe fatto arrossire anche Nereo Rocco, ma con i pareggi il Napoli non si salva e non si salverà. Ed allora, basta con una sola punta. Basta con la difesa privilegiata sull'attacco. Infine Naldi, ovvero la società. Sarà sicuramente vero che quando si va in campo si dimenticano problemi ed arretrati, ma, cert'è, non è un'immagine di tranquillità quella che il club offre ai suoi giocatori e non soltanto a loro. Un po' di chiarezza e qualche certezza in più aiuterebbero tutti (allenatore, giocatori e popolo del tifo) ad avere più fiducia nel futuro.
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