Tu sei qui: Economia e TurismoGiampaolo firma il colpo al "Bentegodi"
Inserito da (admin), lunedì 4 febbraio 2008 00:00:00
La Cavese, rigenerata dalla cura Papagni, espugna il "Bentegodi". Vittoria e tre punti nel cassetto, per allontanarsi dalla zona play out. Vittoria voluta, costruita con pazienza e cinismo, e raramente a rischio. Peccato che il successo sia stato rovinato dai gravi incidenti scoppiati prima della partita, che hanno avuto come protagonisti i tifosi metelliani. Cavese spietata nel colpire per prima, quanto abile nel conservare. E per nulla incrinata, nelle sue certezze, anche quando si ritrova in inferiorità numerica, nel turbinante finale, per le espulsioni di Sorrentino e Nocerino, in parte riequilibrate dal rosso che si becca il gialloblù Bellavista. Il Verona impensierisce Criscuolo solo sporadicamente, anche se centra due legni su calcio piazzato. Una Cavese che mostra una crescita di gioco ed una compattezza che elimina molti equivoci. Buona la condizione fisica, mentre i colpi di genio, assieme al gol che decide la contesa, li assicura l'immarcescibile Federico Giampaolo, che dura finché la forma atletica regge, ma in quei 60', più o meno, fa vedere bellezze vere, di fronte a quello che, una quindicina di anni fa, è stato pure il suo pubblico, quando il genietto aveva tanti capelli biondi in più, ma un estro invariato. E' lui a dare la stura ai fuochi pirotecnici di una gara che non è luccicante, ma che riserva spunti tattici interessanti.
Più ordinata, in partenza, la Cavese, e quando Sibilano pasticcia in area, su una palla vagante, a Giampaolo non par vero di andare alla battuta di precisione. Una giocata di biliardo, al 9', che batte Rafael e dà l'inclinazione della partita. E' il Verona che, adesso, dovrebbe offendere, con la Cavese dietro, ma neanche troppo, perché quando riparte in contropiede punge quel che basta per intimorire una squadra, quella di Sarri, che persiste nella propria crisi d'identità. I pericoli vengono per via casuale. Come al 22', con una punizione di Vigna che va a sbattere sulla traversa. Oppure al 29', per un contatto in area tra Geraldi ed Altinier: qualche protesta del Verona, per Tasso di La Spezia si può andare avanti. E, gira che ti rigira, la Cavese ha la palla per il raddoppio: tutta pepe l'imbucatina di Giampaolo nel corridoio per l'accorrente Tarantino, errata la mira da posizione favorevolissima. Se sbagli paghi, dice la legge del calcio, e la Cavese la sfanga, sul filo del 45', perché Vigna, pescato da Da Silva, spara su Criscuolo in uscita.
Cresce il Verona, però, quando si riprende nel secondo tempo, poi Papagni disegna uno schieramento che imbriglia i padroni di casa, che si fanno sempre più fumosi ed inconsistenti. C'è da tremare, per Criscuolo, su un altro calcio piazzato di Da Silva, con il pallone sull'incrocio dei pali al 15'. Ci sono variazioni obbligate: Giampaolo esce per far posto a Sorrentino, va dentro anche l'altro nuovo acquisto Favasuli, per irrobustire la manovra e spegnere gli ardori del Verona. Si accendono le micce in campo, ne fanno le spese proprio Sorrentino e Bellavista, espulsi per reciproche scorrettezze. Poco dopo è costretto a prendere la via degli spogliatoi anche Nocerino (doppia ammonizione), mentre in precedenza era stato allontanato dalla panchina il dodicesimo metelliano, Petrazzuolo. Il finale è di sofferenza: Stamilla, a fil di sirena, fallisce l'incornata che avrebbe chiuso i conti sull'1-1. Ma l'affermazione della Cavese non fa una grinza.
Papagni sorride: «Grande prova di carattere»
Si può concedere un sorriso, Aldo Papagni. La Cavese espugna il "Bentegodi" e per lui, alla seconda presenza sulla panchina metelliana, sono tre punti dolcissimi. «Non mi voglio attribuire dei meriti, vanno ascritti per intero ai ragazzi. Hanno giocato una grande partita», commenta con tono asciutto Papagni. L'incontro si è messo subito in discesa, con quel gol sollecito del genietto senza età Federico Giampaolo: «Essere passati subito in vantaggio ci ha, naturalmente, dato una grossa mano. Abbiamo potuto impostare il gioco secondo quelle che erano le nostre esigenze». Vittoria secondo logica, dunque, per una Cavese che sembra aver riallacciato i fili di un discorso troppo spesso interrotto nel corso della stagione. «Preferisco non guardare troppo in là - osserva Papagni - sarebbe un errore. Anzi, voglio essere ancora più preciso: i miei pensieri non li oriento di partita in partita, ma di giorno in giorno. Il modo giusto per migliorare e per disputare ancora delle partite come quella di Verona è proprio questo». E su quello che più è piaciuto della Cavese, Papagni non ha dubbi: «C'è stata personalità. L'atteggiamento l'abbiamo azzeccato fin dai primissimi minuti. E non facciamoci ingannare dalla posizione precaria del Verona: vincere al "Bentegodi" non è mai facile».
Si gode il colpo dei suoi pure il diesse Nicola Dionisio: «Il mio ringraziamento, per quella che non credo sia esagerato definire un'impresa storica, va a Papagni, che non scopro certo io, ed alla squadra, che ha interpretato la gara nella maniera più idonea». Si sono visti in campo alcuni degli innesti di gennaio: «Sono entrati Favasuli e Sorrentino. Nel mercato invernale abbiamo apportato dei cambiamenti, secondo quelle che, a parere nostro, erano le esigenze poste dal nostro organico». L'obiettivo della Cavese? Dionisio butta acqua sul fuoco: «I tre punti con il Verona sono preziosi. Tuttavia, prima di fare salti con la fantasia, invito tutti a concentrarsi sulla quota salvezza. Arrivati a 40 punti, potremo anche rivedere i progetti. Ma non prima di allora: sbaglieremmo, e di grosso, a farci altre idee». Infine, una dedica speciale: «Questa vittoria va a Nando Del Gaudio, bandiera dell'Avellino e mio caro amico, scomparso sabato».
Alberto Nocerino, espulso nel finale, è stato uno dei più coriacei nel gruppo di Papagni. Il cartellino rosso rimediato negli ultimi minuti non inficia la sua gioia per il blitz del "Bentegodi": «Affrontavamo una squadra affamata di punti e rivoluzionata in sede di mercato. Abbiamo sfruttato la prima occasione che ci è capitata, capitalizzando l'1-0 senza grandi timori». Una Cavese "mordi e fuggi", quindi: «In contropiede avremmo potuto segnare di nuovo, ci siamo resi pericolosi con insistenza. D'altronde, il Verona ci ha messo sotto pressione. Siamo stati bravi a non demordere ed il successo è un premio che ci dà fiducia per il prossimo futuro».
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