Tu sei qui: Economia e TurismoGanz superstar, Napoli ko
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 3 febbraio 2003 00:00:00
Forse da oggi ci sarà meno frenesia intorno al Napoli e, soprattutto, meno auspici ed ancor meno proclami. Forse, Ancona-Napoli (3-2) riporterà nelle giuste dimensioni pure il cammino di questa squadra. E chissà se tutto ciò non possa che far bene al Napoli ed all'unico piano possibile: la salvezza. Ora che è arrivata la prima sconfitta della gestione di Scoglio (nella foto), svaniscono pure i deboli progetti di un sogno impossibile: la promozione, la serie A e chissà quant'altro ancora. Dilatare, infatti, le ambizioni e le possibilità del Napoli può essere fatale, perché tutto si moltiplica invano e poi diventa fatuo. Invece, il kappaò di Ancona riporta il Napoli nel vero campionato, ne delinea le possibilità, ne circoscrive i programmi. Perché non bastano sei o sette giocatori nuovi per stravolgere il proprio destino; perché il lavoro di Scoglio e dei suoi calciatori è tutt'altro che finito, anzi, è appena cominciato. Insomma, tanto per scomodare Eduardo, la nottata deve ancora passare. Detto questo (che non è un'assoluzione a priori, anzi), c'è da leggere quanto avvenuto ad Ancona e cosa è subito crollato sotto la sferza della tramontana e della squadra (peraltro ottima) di Gigi Simoni. Il Napoli s'è abbandonato nei secondi 45 minuti al non gioco dell'attesa. Insomma, ha avuto addosso l'Ancona per metà partita. Gli errori: il Napoli non può subire sempre e comunque gli altri, deve dar forza al potenziale d'attacco che ha e deve aiutarlo con il lavoro di squadra. Di una squadra che subisce e riparte, che esercita sia la gestione gioco che il possesso di palla (ieri, 58' l'Ancona, 32' il Napoli). Insomma, se a Scoglio bisogna dare le attenuanti della fretta, allo stesso Professore occorre chiedere di mettere meglio gli uomini in campo. Meno attaccanti che si pestano i piedi, meno difensori camuffati da esterni e, soprattutto, più cambi. Altrimenti, perché il Napoli si sarebbe dato tanto da fare sul mercato? Insomma, caro Scoglio, per avere un minimo di assetto, questa squadra non può aspettare né tanto e né troppo, ma solo il tempo necessario. Non fosse così, pure la frontiera della speranza si allontanerebbe.
CROLLO NELLA RIPRESA, DIONIGI NON BASTA
Nel secondo tempo, un'errata lettura tattica della gara ed un cedimento fisico hanno condannato gli azzurri. Inutile la doppietta di Dionigi
Dopo cinque risultati utili, per Scoglio arriva la domenica più amara. Ad Ancona, infatti, il Napoli si arrende e perde, buttando via un pareggio che, nonostante il miglior calcio marchigiano, sembrava poter comunque far suo fino alla fine. Così, invece, non è stato. D'altronde, nessuno s'illudeva che non sarebbero arrivate più batoste. Quello che dal Napoli meno s'attendeva, invece, era una partita tatticamente letta in maniera incerta nel secondo ed un po' anche nel primo tempo. Lettura incerta che ha fatto danni gravi quando, appunto nella ripresa, ha fatto coppia con un cedimento fisico che prima non si era visto mai. Bandiera bianca, dunque, ha agitato il Napoli davanti a nonno-Ganz, che tre gol tutti assieme non li aveva fatti neppure quando aveva la metà degli anni attuali. Cosicché, a nulla è valsa la doppietta di Dionigi (nella foto in basso), se non a consolare soltanto il napoletano. Dunque, quali errori ha commesso il Napoli? Intanto, ma questo sin dal via, nel concedere tutta la libertà di questo mondo a Daino (forse ci voleva immediatamente Floro Flores o un altro su quel lato per frenare il marchigiano), che su quella fascia è stato devastante, mentre Bocchetti, preso in mezzo dall'ex azzurro e da Schenardi, se l'è vista sempre nera. Altro sbaglio: non aver approfittato, di contro, della profondità che s'apriva davanti a Martinez, difficile da tenere a bada quando gli servivano palla per la fuga. Nel primo tempo, comunque, il Napoli è riuscito a governare ed a pareggiare (vantaggio di Ganz al 9' e pareggio di Dionigi al 22'). Poi, nella ripresa, l'altro errore ed il cedimento. Nel secondo tempo, infatti, invece di star "largo" per creare spazi e corridoi, il Napoli s'è "stretto", offrendosi a ciò che l'Ancona sa far meglio: quel palleggio nello spazio breve, figlio di buona tecnica e di nessun bisogno di sfiancarsi. E' stato così che il gioco è passato tutto nei piedi dell'Ancona e che, a metà tempo (26'), Ganz ha trovato nella difesa azzurra il buco per fare un'altra volta gol. A quel punto Scoglio è stato costretto a rivedere tutto. Dentro Floro Flores, ma non è bastato, perché il giovanotto, entrato in campo pure senza riscaldarsi, ha sbagliato sotto porta e perché l'Ancona, da quel punto in poi, s'è potuto permettersi il lusso di aspettare, di tirare il fiato e di ripartire in contropiede. E proprio così, complice un rimpallo fortunoso, Ganz (45') ha realizzato il terzo gol. Ed anche se, proprio alla fine, Dionigi ha fatto sì che la sconfitta avvenisse col minimo scarto, la domenica azzurra è rimasta sempre amara. Un risultato che frena, dunque, la rincorsa alla salvezza, ma che non rende le cose più complicate di quanto non lo fossero già prima. Anche se sconfitto, infatti, il Napoli rifondato dà comunque l'impressione di poter cogliere l'unico obiettivo che gli resta, la salvezza. Per stare tutti più tranquilli, però, Scoglio dovrà rendere la squadra più scattante, più capace di arrivare lucida in fondo alle partite e dovrà dare anche una regolata ad un centrocampo che ad Ancona è stato quasi sempre in sofferenza. Primo stop al Professore, dunque, ma la corsa alla salvezza è appena cominciata. Del resto, non si cambia più di mezza squadra senza il rischio di errori e di squilibri. E ad Ancona così è andata.
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