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Economia e Turismo

Fuori un brutto Napoli

Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 12 settembre 2002 00:00:00

Napoli fuori. Il turno lo passa la Ternana, che ha almeno il merito di giocarsi la partita. E' un successo meritato, quello umbro, mentre in casa azzurra scatta subito l'allarme. Il Napoli prende due gol, viene mortificato, però mostra un pregio raro: non sa fingere, è trasparente, onesto. Quel che pensa dice. Anzi, dimostra. Infatti, a Terni fa subito capire che per lui questo terzo match di Coppa Italia è più un fastidio, un accidente capitato a metà settimana, che una partita che vale, dopo ben tre anni, il passaggio al secondo turno. Insomma, il Napoli se la prende con tranquillità, con sufficienza, manco la qualificazione fosse già sicura. Rischia, ma trova due alleati che gli permettono d'andare avanti in questo modo: prima di tutto la Ternana, che si dà pure da fare, ma che vive degli spunti di D'Aversa e degli errori di Borgobello sotto porta; poi la Salernitana, che tradisce l'attesa della goleada e che va sotto poco dopo il via. Insomma, si è capito: una partitaccia quella di ieri sera. Un primo tempo che offre un brivido agli azzurri, per una palla alta che Mancini manca e Borgobello non corregge nella maniera giusta, ed un mezzo rischio per un sinistro dello stesso centravanti, che, però, il portiere azzurro addomestica a dovere. Il resto è praticamente niente. La Ternana gioca con la voglia di spuntarla, ma si ferma davanti ai propri limiti ed alla difesa azzurra. Il Napoli, invece, non va sui lati come vorrebbe l'allenatore, ma stavolta non trova neppure al centro la giocata. È una squadra, quella partenopea, che non affonda mai, che non cerca la profondità e meno che meno il tiro in porta. È un Napoli che compra Ferrarese, che sa fare molto sulla fascia, ma che lo tiene fermo sulla panca. Storie di serie B. Forse è tutta qui la spiegazione. Eppure, non si può dire che il Napoli certe cose non le sappia fare. Questione di voglia, allora? Può darsi. Ma a tre giorni dal campionato la cosa non è incoraggiante. In verità, quando al via della ripresa Stellone (nella foto) - dopo un salvataggio di Mancini su Frick - se ne va in fuga e poi scarica il sinistro sul portiere, mancanco il gol, c'è l'illusione che qualcosa cambi in campo azzurro. Ma è proprio un'illusione, che dura poco. Prima del quarto d'ora, infatti, Giampà se ne va a destra e trova Frick solo in area di rigore: primo tiro e Mancini salva, ma sulla respinta Frick non sbaglia. Ternana su e Napoli sotto. Il che vuol dire anche Ternana al secondo turno e Napoli già fuori della Coppa. A questo punto Colomba dà una scossa alla formazione: fuori Bocchetti e Husain, dentro Russo e Ferrarese, con Montezine più centrale. Rifatta la fascia di sinistra, insomma. Poco dopo Pavon dà il cambio a Floro Flores. Risultato: Napoli che si sposta necessariamente tutto avanti e che in mezzo al campo si ritrova con un mediano solo, Vidigal. Ma praticamente due punte più altre due (Stellone e Pavon più Ferrarese e Sesa larghi) producono più guasti che altro. Il Napoli rischia un paio di volte il contropiede e, alla fine, becca il secondo gol di Gissi proprio in questo modo, senza, di contro, vedere mai la porta della Ternana. Ed allora finisce così: col Napoli onesto, che non sa fingere e che per questo si ritrova già fuori dalla Coppa.

AMAREZZA AZZURRA

Colomba: «Non c'è stato uno dei miei che abbia giocato come

sa e come può fare». I giocatori recitano il "mea culpa"

Basta una Ternana ordinata, dunque, che svolge il suo bravo compitino con ardore, per mettere ko il Napoli, per togliergli la qualificazione al turno successivo di Coppa Italia, per porlo nelle peggiori condizioni psicologiche in vista dell'esordio in campionato, sabato a Cagliari. Il Napoli, come gli capita dal 1999, esce subito dalla Coppa. Lo fa nel modo peggiore, interpretando malissimo la partita. A tratti, appare addirittura svogliato, giocando con sufficienza. E viene punito, rimediando la prima figuraccia della stagione. Naldi è tra i pochi a lodare gli azzurri: «Hanno combattuto, hanno lottato». Nota che i cronisti appaiono stupefatti ed aggiunge: «Io non sono deluso, né torno a casa dispiaciuto. Mi ricordate che sarebbe stato sufficiente lo 0-0...Non dovete chiedere a me i perché dell'eliminazione, ma a Marchetti ed a Colomba». Eccolo Colomba (nella foto), logicamente amareggiatissimo: «Siamo incappati in una prestazione nettamente al di sotto delle nostre possibilità. Non c'è stato uno dei miei che abbia giocato come sa e come può fare. Evidentemente, è stata male interpretata la partita. La Ternana è stata più incisiva e ci ha messi sotto». Appare sincera ed onesta la disamina dell'allenatore: «Peccato che il Napoli sia venuto meno proprio nell'incontro che contava di più. Ci siamo rilassati, evidentemente, sugli elogi. Ne abbiamo avuti troppi dopo la gara con la Lazio». Colomba indica tre cause a scusante di questa mortificazione: «Probabilmente, non abbiamo sopportato il peso di tre incontri in una settimana. Poi, come dicevo, i tanti complimenti e, infine, il pensare che sarebbe bastata una prestazione così così per superare comunque il turno». È più deluso o più arrabbiato? «Un misto di questi due sentimenti. Se fossimo stati più umili, probabilmente, non avremmo perso. Avremo anche lottato, ma l'abbiamo fatto in modo poco lucido. Loro hanno ottenuto quanto volevano, a noi non è riuscito». Preoccupato in vista della gara a Cagliari? «No, perché sono certo che vedremo un Napoli diverso. Guai a fare il bis». In rapida sequenza il pensiero degli azzurri. Sesa: «Abbiamo sbagliato, pensavamo che bastasse il pari. Ci riscatteremo a Cagliari». Bonomi ritiene che quattro partite in dieci giorni siano state troppe. Stellone, invece, recita il mea culpa: «Abbiamo sbagliato. Ci siamo fatti aggredire per novanta minuti. A Cagliari ci sarò ed avrò la fascia di capitano. Non penso che sarò ceduto». Infine Dionigi: «A Cagliari giocherò».

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