Tu sei qui: Economia e Turismo‘Ed ora la stabilità'
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 23 novembre 2001 00:00:00
Il «sì» di Toto Naldi all'offerta-progetto di Corbelli (nella foto in alto) sembra aver dato uno scossone all'imprenditoria napoletana. Nel senso che presto, molto presto, un altro nome nuovo, finanziariamente forte e sinora restio a «scendere in campo», potrebbe entrare della società, acquisendo la seconda delle quattro quote messe sul mercato dal presidente azzurro. Quattro quote, ognuna delle quali pari al 10 per cento delle azioni, in vendita a prezzo fisso: 21 miliardi, lira più lira meno. Ma l'operazione Naldi - ancorché freschissima di firma - va già al di là della semplice partecipazione di un nuovo imprenditore alla proprietà del club. Quel «sì», rapido, veloce, convinto e soddisfatto, offre, infatti, nuovi argomenti di conversazione e riflessione. Anche all'interno della squadra, che non è poi tanto vero che non sia interessata a tutto quanto gli succede intorno. «Questo accordo tra Corbelli e Naldi - spiega Magoni (nella foto al centro), testimone dal campo degli ultimi, profondi cambiamenti societari - è un segnale importante e positivo. Innanzitutto per la città. Con tutto il rispetto per il presidente, infatti, non riuscivo ad immaginare un Napoli senza presenze napoletane in società. Perché? Perché trovo non solo giusto, ma addirittura necessario che il piano di rilancio del Napoli, da sempre patrimonio dei napoletani, sia condiviso da nomi e da capitali cittadini». E Magoni, alla quarta stagione con la maglia azzurra, mediano a volte mal visto e mal considerato, poi sempre diventato irrinunciabile presenza in mezzo al campo, va anche un po' più in là col suo discorso. «In un calcio che ormai pretende sforzi finanziari eccezionali, è difficile che tutto possa ricadere sulle spalle o nelle tasche di uno solo. Bene ha fatto, dunque, Corbelli ad aprire il club ad altri, e meglio ancora ha fatto a volere imprenditori napoletani come soci. Questo accordo - aggiunge Magoni - è una buona novità. Mi auguro soltanto che poi tutto si trasformi in un progetto di reale rafforzamento e di reale stabilità del club». E qui Magoni dà fondo all'esperienza personale. «Sono arrivato al Napoli - racconta - nel momento peggiore della recente storia azzurra. Per problemi finanziari fu difficile anche il mio trasferimento. Poi le cose sono andate sempre peggio. Un esempio per tutti: in tanti anni di pallone non m'era mai capitato che una cosa normale, come il pagamento delle mensilità, dello stipendio insomma, diventasse un evento addirittura. Da altre parti è normale che gli impegni vengano rispettati nelle date stabilite; qui a Napoli, invece, il pagamento dello stipendio ai calciatori diventa notizia da giornale. Questi, è evidente, sono segnali d'incertezza e di precarietà. Ecco, la mia speranza è che questo nuovo corso societario dia certezze, stabilità, fiducia a tutti: città, pubblico, squadra, club». Infine, i riflessi diretti sulla squadra. «Se tutto andrà come vogliamo, ve ne saranno di sicuro. E positivi. Ma non subito, non immediatamente. È nel tempo che il Napoli potrà godere degli effetti di un programma che parte solo ora. Subito, però, qualcosa può accadere. Si dice che il Napoli abbia bisogno di ingaggiare qualche altro giocatore per puntare già quest'anno alla serie A; ebbene, l'arrivo di capitali freschi potrebbe sbloccare il mercato azzurro. Mercato ingessato proprio dalla mancanza di liquidità. Mi spiego: il Napoli dice di aver bisogno di vendere per poter comprare, ma poi trova difficoltà a cedere alcuni dei suoi giocatori e, quindi, né compra né vende e tutto resta immobile, immutato. Avere liquidità a disposizione, invece, vuol dire avere la possibilità di agire rapidamente e con successo sul mercato. E la cosa non mi sembra marginale».
NOTIZIARIO
Saber e Luppi più no che sì. Sesa si propone sulla destra
Saber (nella foto in basso) e Luppi ancora fermi e doloranti: questo vuol dire che le possibilità di vederli in campo contro la Reggina si vanno assottigliando. Tant'è che De Canio sta già lavorando a una difesa «nuova» ( Bonomi, Caruso, Troise e Bocchetti). Anzi, a una formazione nuova, visto che la squalifica di Magoni e l'imperfetta forma di Vidigal l'obbligheranno a rivedere tutto, o quasi tutto, anche in mezzo al campo. Ieri sono rimasti in palestra anche Stellone e Caruso, ma l'allenatore li avrà regolarmente a disposizione. Impossibile, dunque, fissare già la formazione che andrà in campo domenica in Calabria, ma tra le tante soluzioni provate ieri in allenamento due sono apparse interessanti: quella di un centrocampo a quattro, formato da Sesa, Bigica, Montezine e Jankulovski più due punte, e quella di una linea con Sesa, Bigica, Husain e Jankulovski, con Montezine più avanti, alle spalle della punta.
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