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Economia e Turismo

Cavese, lacrime amare

Inserito da (admin), lunedì 16 maggio 2011 00:00:00

Non basta alla Cavese non perdere per riuscire ad agguantare i playout. Cresce il rammarico per una società che, se fosse intervenuta con più anticipo là dove doveva intervenire, avrebbe potuto evitare che i metelliani perdessero la categoria, ed è questo il “cruccio” principale del patron della Cavese, Giuseppe Spatola. Aquilotti in C2 5 anni dopo, con la constatazione che ciò - nonostante la pesante penalizzazione - si poteva evitare.

Nel primo tempo la Cavese cerca di far sentire agli avversari tutta la sua determinazione ed al 3’ D’Amico di testa impegna il portiere Rossini in una facile parata. Al 10’ comunque i metelliani si prendono un rischio: errore a centrocampo di Di Napoli, ne approfitta Falcinelli con l’aiuto di Sciaudone, ma poco dopo l’entrata in area di rigore metelliana riescono a recuperare Sirignano e Piscitelli. Dopo diversi minuti in cui la Cavese fatica a costruire gioco, ci pensa il Foligno a punirla: al 35’ Castellazzi rilancia un pallone pericolosissimo e sul mancato fuorigioco Falcinelli anticipa il portiere Pane, per poi depositare in rete, vanificando il tentativo di recupero di Piscitelli. Sull’1-0 per gli umbri ci prova al 40’ Camillo Ciano e Rossini di pugno allontana il pallone, ma il Foligno si crea una palla gol straordinaria al 43’, con Falcinelli che mette in mezzo per Coresi, il cui tiro è ribattuto da Pane.

Nella ripresa gli aquilotti ricominciano alla grande e costringono gli umbri alla difensiva. All’8’ tambureggiante azione dei metelliani sulla destra, Bernardo crossa al centro ed Alfano riesce a beffare il portiere Rossini sotto porta per l’1-1. I folignati, però, sono intelligenti e ripartono in maniera velenosa contro una difesa cavese che spesso si sbilancia: al 14’ Lamantia non è in fuorigioco secondo il guardalinee sul lancio di Coresi, ma spreca malamente. Poi, però, il Foligno riesce a fare centro: al 17’ Coresi appoggia a Bassoli, che tira di sinistro realizzando il 2-1. Un minuto più tardi Turienzo calcia malamente fuori, poi lo stesso Turienzo al 26’ subisce fallo in area umbra, procurandosi un rigore a favore dei suoi: l’attaccante argentino dal dischetto non fallisce e segna il 2-2. Non bastano nemmeno 5 minuti di recupero ai padroni di casa, che dopo 5 stagioni retrocedono in Seconda Divisione, con il pensiero che una stagione più disgraziata non poteva essere.

Dellisanti: «Regalato un tempo per la troppa paura»

Antonio Schetter, capitano della Cavese, parla a nome di tutta la squadra dopo questa retrocessione storica: «Siamo dispiaciuti perché sapevamo l’importanza di questa partita: aver regalato un tempo è stato un suicidio. Noi tutti comunque ci siamo impegnati, abbiamo messo tutto per cercare di vincere e penso che loro abbiano trovato due gol con due tiri in porta. La retrocessione è una cosa amarissima da digerire». Per Schetter forse il problema è stato quello di rilassarsi troppo quando stavano arrivando i risultati. «A dicembre, prima della sconfitta col Foggia, eravamo in una posizione che nessuno si sarebbe aspettato. Forse, vuoi per aver rincorso sempre il risultato, è arrivato un periodo in cui ci siamo dovuti fermare un po’ ed abbiamo lasciato un po’ troppi punti». E stata quella di ieri probabilmente l’ultima partita di Schetter in maglia biancoblù: dalla prossima stagione si trasferirà, infatti, in categoria superiore. Per lui sono aperte le porte della Nocerina.

In tre settimane ci ha provato e per questo nessuno finirà mai di ringraziarlo. Franco Dellisanti ha tentato di trasmettere alla Cavese la sua serenità, ma era troppo tardi per tentare il grande miracolo. «Purtroppo nel primo tempo non ci è riuscito niente di quello che avevamo provato. Eravamo attanagliati dalla paura. Dovevamo sviluppare il gioco soprattutto sulle fasce laterali, ma non lo abbiamo fatto, perché la squadra a livello psicologico è stata sovrastata dalla paura di non farcela. I primi 45 minuti siamo venuti meno perché abbiamo sbagliato le cose più semplici, anche a causa di strascichi del passato. Non vorrei fare polemiche perché non mi piace, ma se questa squadra ha delle problematiche e le evidenzia in maniera marcata, è difficile in tre settimane toglierle, anche se abbiamo dovuto accelerare tutto».

Alta tensione tifosi-squadra a fine gara

Momenti di alta tensione nel dopopartita: una delegazione di tifosi della Cavese ha chiesto di poter incontrare i giocatori per un confronto e sono volate parole grosse, tanto che uno di loro sarebbe stato anche sfiorato da uno schiaffo. Troppo difficile per i sostenitori metelliani poter accettare che la loro squadra è retrocessa in casa. Alcuni giocatori, come ad esempio Pane e Michele Ciano, erano molto tristi. Alla squadra è stato chiesto di rimanere all’interno dello stadio per oltre un’ora per motivi di sicurezza, onde consentire che i tifosi inferociti si allontanassero.

Giuseppe Spatola cerca di mantenere le speranze in vista del futuro. «Quest’anno è stato di grandissima sofferenza, perché speravo nel miracolo calcistico ed anche nel miracolo societario. La porta della Cavese è stata sempre aperta, non si è però visto nessuno e, contrariamente alle mie aspettative, mi sono trovato a portare il peso della Cavese sulle mie spalle. Bisogna ottemperare ad altre cose, ma gli sforzi che ho fatto sono stati enormi. Più di tanto non potevo fare».

Una salvezza all’ultima giornata sarebbe stata miracolosa. «Ci speravo, ma secondo me ci si è messa anche la terna arbitrale - ha commentato il patron degli aquilotti - perché mi è parso che il primo gol fosse in fuorigioco netto. Comunque, non voglio addossare tutto all’arbitro: questa retrocessione è la somma di tanti fattori. Sono stati fatti degli errori che si potevano evitare». Ma sul futuro il patron si esprime così: «Chiuso il libro della stagione attuale, se ne apre un altro. Non so come il prossimo si aprirà, perché certamente non può dipendere esclusivamente da me. Ho sempre detto che non sono il salvatore della patria, mi sono imbarcato in un’impresa difficilissima, ma confidavo di ottenere risultati positivi». Insomma, sul futuro non c’è certezza. «Non c’è molto tempo da perdere - prosegue il patron - dobbiamo vedere nei prossimi giorni cosa succederà. Entro il 30 giugno bisogna iscrivere la squadra al campionato, i paletti d’ingresso si sono fatti più difficili. Ma su quello che sarà sono molto preoccupato: le cose si potevano fare anche prima e, se non sono state fatte, vuol dire che erano difficili».

Orlando Savarese

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Economia e Turismo

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