Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, Della Monica si difende
Inserito da (admin), martedì 23 settembre 2003 00:00:00
Ancora una sconfitta per la Cavese di mister Silva, che, dopo il flop di domenica scorsa, è precipitata nei bassifondi della classifica, restando ferma a soli 3 punti. Prendersela con l'allenatore, a questo punto, sembra inutile, perché di questo inizio di campionato disastroso è il minor colpevole. Puntare il dito probabilmente serve a poco, ma è giusto, comunque, cercare di individuare le responsabilità all'origine di questa situazione. Il primo a salire sul banco degli imputati è, naturalmente, patron Della Monica, accusato di non aver mantenuto l'ossatura della squadra dei record dello scorso anno. Una squadra che aveva stravinto sotto ogni punto di vista, da quello morale a quello calcistico, dalla vittoria del campionato alla conquista dello scudetto. Della Monica prova a difendersi: «Non abbiamo mai detto di voler fare una squadra per vincere il campionato. Il nostro obiettivo è quello di una salvezza tranquilla, da conquistare il prima possibile. Ora bisogna soltanto creare le condizioni giuste intorno alla squadra affinché si possa lavorare nel miglior modo possibile». Sarà, ma se la società non corre ai ripari nel minor tempo possibile, è difficile immaginare la permanenza in C2. Molti rimpiangono Mario Somma, un tecnico vincente, che dai Dilettanti è balzato in C1, dove ha messo a segno 12 punti in 4 gare. Un allenatore che sarebbe rimasto a Cava se avesse trovato le condizioni ideali per vincere un altro campionato, come lui stesso ha dichiarato qualche giorno fa ad un noto quotidiano nazionale. «Mister Somma - incalza Della Monica - non è andato via per il ridimensionamento effettuato dalla società. I veri motivi sono altri... Comunque, sono contento che sia andato via, perché non avremmo potuto fare una squadra per puntare alla vittoria del campionato, come lui voleva. Sono felice per le soddisfazioni che sta raccogliendo ad Arezzo, perché, con una società fatta per vincere, sono certo che potrà sicuramente ripetersi. Però, che Somma dichiari di aver lasciato la Cavese per il ridimensionamento, non lo posso accettare, perché nella passata stagione è stato lui uno dei primi a dire che non dovevamo spendere soldi». Il fatto, però, che sia il trainer pontino che Ambrosi abbiano dichiarato le stesse cose, lascia un po' perplessi. La volontà, legittima, di contenere le spese c'è stata senza dubbio. «Non è assolutamente vero. Si sono nascosti dietro questa scusa - controbatte e conclude il presidente aquilotto - per giustificare quelli che sono stati i loro comportamenti».
LA DIFESA DI SILVA
«Non è questione di modulo. Non riusciamo a concretizzare ed al primo errore difensivo ci puniscono. Abbiamo grandi margini di miglioramento»
Un avvio di campionato negativo per la Cavese. Tre sconfitte in quattro partite, di cui due in casa, ma soprattutto otto gol già incassati. Sotto processo la squadra, il modulo, l'allenatore, che non si tocca, però, come ha sentenziato patron Della Monica. Ma cosa non va, allora, in questo gruppo? Prova a fare una disamina del momento no Massimo Silva, tecnico aquilotto, sul banco degli imputati: «Quando nel calcio si perde, si deve mettere la croce addosso a qualcuno. Noi allenatori siamo i primi della lista e non mi sottraggo a questo costume. È un brutto momento, perché non siamo ancora la squadra che vorrei. Non ci sono i ritmi giusti e, in particolare, non siamo capaci di mantenerli a lungo. Caliamo di intensità e le nostre avversarie sono lì, pronte ad approfittarne in modo spietato». Il 3-4-1-2 è un modulo caro a Silva, ma probabilmente per questa Cavese non è adatto. «No, non sono d'accordo - difende le sue scelte l'allenatore biancoblù - non è questione di modulo. Le nostre partenze sono brillanti, la palla gira bene e le azioni fioccano, ma non riusciamo a concretizzare ed al primo errore difensivo ci puniscono. Rileggiamo le tre partite sotto processo. Col Castel di Sangro abbiamo avuto il pallino del gioco tra le mani per tutta la gara. Bene, una disattenzione su palla inattiva ci ha visti andare in tilt in difesa ed abbiamo preso la rete. A Frosinone avevamo trovato il gol del vantaggio e ce l'hanno annullato senza motivo. Poi un autogol, una disattenzione e qualche decisione irritante della giacchetta nera hanno fatto il resto. Con la Palmese, infine, tutta questa supremazia della corazzata di Song e Chiancone non l'ho vista. Anzi, siamo stati noi a farci per primi pericolosi. Fino a quel maledetto colpo di testa di De Cesare». C'è rabbia nelle parole del tecnico, perché durante la settimana continua a preparare il reparto arretrato modellandolo all'avversario di turno, ma quando c'è da applicare sul campo le contromosse, sistematicamente i progetti saltano. «Non voglio gettare la croce addosso a nessuno dei miei, ma quelle indecisioni che ho dovuto registrare in fase di copertura in queste occasioni negative non posso tollerarle. Mi ripeto, il modulo mi ha sempre dato grandi soddisfazioni. Gli uomini che ho a disposizione hanno margini di miglioramento. Se avrò la possibilità, raccoglieremo tra breve i frutti».
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