Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, Castellucci vola basso
Inserito da (admin), giovedì 8 gennaio 2004 00:00:00
Ezio Castellucci temeva la partita con il Rutigliano. Forse più del previsto. Ma era naturale. Non vincerla avrebbe significato aprire una crisi che, in effetti, non c'è nel clan aquilotto. Aver girato a 22 punti, di cui ben 16 nelle sue 10 partite da allenatore della Cavese, è un risultato più che lusinghiero. «Sono soddisfatto di quello che si è fatto finora - sottolinea il tecnico aquilotto - e se il bilancio è positivo, lo debbo alla grande professionalità, dentro e fuori dal campo, dei ragazzi. Non sono parole di circostanza, ma da quando alleno non ho mai avuto un gruppo così professionale. Merito loro e della società che li ha scelti». Quale è allora l'obiettivo da raggiungere? «La salvezza. Sono stato chiamato a Cava dal patron Della Monica per centrarla. E ritengo che i presupposti ci siano tutti per non fallire in questa stagione». Ma il campionato dimostra che tutto è possibile ancora. La Cavese ha girato a 22 punti. È vero, a 2 punti dalla zona play-out, ma anche ad appena 5 da quella play-off. «È vero - aggiunge Castellucci - tutto è possibile. Ma per non perdere la testa dobbiamo rimanere tutti con i piedi per terra, senza fare voli pindarici». Ma, allora, a cosa serve la campagna di rafforzamento che dovrebbe fare la Cavese in queste settimane di calcio-mercato? «A toglierci qualche soddisfazione in più senza soffrire troppo per salvarci. Avere altre alternative alla rosa in particolari zone del campo, come la difesa e l'attacco, non mi costringerà ai soliti aggiustamenti forzati quando qualche giocatore ha il raffreddore e non posso schierarlo». Castellucci cerca di spegnere sul nascere focolai di entusiasmo, che stanno attecchendo anche in qualche dirigente della società, ed al tempo stesso di cancellare quel pessimismo cosmico che parte della tifoseria nutre per questa Cavese. «Non siamo i primi della classe, ma nemmeno gli ultimi. Siamo alla pari con tutti, come testimoniano le sfide finora combattute ad armi pari con ogni nostro avversario. Al presidente ho chiesto nessun sacrificio impossibile, ma solo il "possibile": un ragazzo in più in difesa ed una seconda punta. Per il resto, bastano ed avanzano i giocatori attualmente a disposizione». La sua filosofia dei piccoli passi finora l'ha premiato. E domenica la possibile conferma del buon momento con un altro incontro casalingo, quello contro il Gela.
IL PROTAGONISTA
3 gol, buone prestazioni ed intelligenza tattica: Fabio Di Vito sta ripagando alla grande la fiducia accordatagli dalla società
Un sogno cullato da tanti altri suoi coetanei. Quello di giocare al calcio e di arrivare in alto. Molto in alto. Un'infanzia come tante altre. Una famiglia normale in cui crescere e cullare i propri sogni. Una vita vissuta in un centro di periferia dell'Italia di serie B, anche se all'ombra di un turismo di massa che a Termoli, cittadina d'origine, è quasi l'unica attività che dia reddito. Poi la scoperta di un talento innato. Fabio Di Vito la stoffa del calciatore ce l'ha. E lo dimostra conquistando un posto nelle giovanili del suo paese appena compiuti i 15 anni. La solita trafila ed il salto di qualità nel Renato Curi nel Campionato Nazional Dilettanti 2000/2001. 10 presenze, nessun gol. Ma una vetrina che gli garantisce l'anno successivo 2 presenze nel calcio professionistico, in C1, con il Chieti, la sua attuale società, che l'ha prestato alla Cavese lo scorso anno, per poi richiamarlo a casa madre a fine campionato. Quegli 8 gol alla corte di Mario Somma in 30 presenze di D sembravano averlo definitivamente "promosso". Ed invece, ancora panchina per lui e, dunque, la decisione di ritornare in biancoblù, per farsi le ossa in un team che gli avrebbe dato qualche chance in più. E così è stato. Fabio Di Vito non ha tradito la fiducia accordatagli, ripagandola finora con 3 gol, belli e "pesantissimi". Il suo primo da professionista messo a segno nel derby con la Nocerina sul neutro a porte chiuse di Foggia. Martedì scorso persino una doppietta con lo sventurato Rutigliano, davanti al pubblico amico del "Lamberti". Il "magic moment" di Fabio Di Vito, 21 anni il prossimo 21 marzo, sembra dover continuare sotto il segno dell'aquilotto. «Se trovo la via del gol - sottolinea il giovane calciatore molisano - debbo dire grazie a chi dei miei compagni mi mette nelle condizioni di farlo. La Cavese è squadra perché non sono le individualità che fanno la differenza, ma la coralità». Nel silenzio tombale dello "Zaccheria" di Foggia fu un assist perfetto di Bondi ad invitarlo a nozze. Al "Lamberti", contro il Rutigliano, Carmelo Puglisi in entrambe le occasioni da rete. «Bondi e Puglisi mi hanno servito palle perfette, da accompagnare solo in porta. A me non è servito altro - commenta con modestia Di Vito - che farmi trovare puntuale sulla traiettoria e pronto allo scatto decisivo. Mi trovo a mio agio in questo modulo che predilige il nostro mister Castellucci». Da seconda punta a centrocampista di fascia, Fabio ha già sperimentato la sua duttilità in questo ruolo lo scorso campionato con Mario Somma: «Sì, è stato semplice per me ambientarmi in questo centrocampo a 5. Ritengo che ci sia un equilibrio stabile con gli altri reparti». Un ragazzo semplice, schivo dentro e fuori dal campo. La sua vita è il calcio, una professione affrontata con spirito di sacrificio e completa dedizione. Ma cosa fa fuori dal campo Fabio Di Vito? «Poco o nulla, visto quanto tempo abbiamo a disposizione dopo gli allenamenti ed i momenti comuni dei pasti. Mi piace ascoltare musica pop straniera e, quando posso, andare ad assistere alla proiezione di un bel film al cinema». Per Di Vito, dunque, un altro campionato da protagonista? «Mi sono prefisso una meta minima: raggiungere lo stesso bottino di 8 gol del precedente campionato. Ma spero di andare oltre. Per il bene di tutti».
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