Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, Agnello ci riprova
Inserito da (admin), giovedì 3 giugno 2004 00:00:00
Nessuna conferma né smentita sull'affare. Le trattative per la cessione della Cavese continuano avvolte nel massimo riserbo, per evitare che fughe di notizie inquinino le piste attualmente battute. Antonio Della Monica si fa negare al telefono. Voci ben informate parlano di un incontro nel segreto delle stanze della sua azienda, a Salerno, con gli emissari della cordata di imprenditori vicentini che stanno provando con Vincenzo D'Ambrosio, punta dell'iceberg, a entrare a Cava e nella Cavese. La trattativa è, ormai, ad un punto di svolta. Quel miliarduccio abbondante di vecchie lire necessario a sanare il "rosso" in casa biancoblù è l'ostacolo principale alla riuscita in tempi rapidi dell'intera operazione. La pietra angolare sulla quale costruire tutta la nuova impalcatura aquilotta si chiama Vincenzo D'Ambrosio. «Sono entusiasta della piazza - ha fatto sapere - e confido, se l'affare dovesse concludersi positivamente, in un futuro radioso per tutti. I presupposti ci sono tutti per aprire una nuova era aquilotta». L'ex direttore generale del Novara e dell'Ancona, due squadre tra tutte quelle che l'hanno visto protagonista di una lunga carriera nel mondo del calcio, sembra deciso a chiudere positivamente la trattativa, che non resta la sola, però, nel capitolo "cessione della società". Franco Agnello non è intenzionato a mollare. L'imprenditore vesuviano, che ha provato a convincere lo scettico Della Monica ancora nelle ultime ore, persino scomodando la sua amicizia personale con un onorevole della Repubblica del collegio scafatese, sembra disposto a nuovi sacrifici, stando ai suoi referenti locali, pur di acquisire il pacchetto di maggioranza della Cavese. Ma, al momento, è messo in un angolo. Della Monica sta sondando fino in fondo le reali intenzioni del gruppo che fa capo a D'Ambrosio. Il numero uno della società di via Sorrentino non si sbilancia sulla bontà dei contatti avviati. Sembra scaramanticamente scettico. L'unica cosa certa è la definitiva, irrevocabile decisione di scendere dal ponte di comando della società. La sua presenza nella Cavese, se ci sarà ancora, sarà solo marginale e legata ad un contributo di sponsorizzazione per incoraggiare gli eventuali acquirenti ad entrare nell'affare. Sempre più fremente, intanto, la tifoseria metelliana. Il tempo scorre e c'è la necessità di aver ben chiara la situazione societaria il prima possibile, per programmare il futuro prossimo aquilotto. Adolfo Caldarese, storico capotifoso della Cavese, è fiducioso: «La piazza, la tradizione, il blasone, i tifosi sono tutti a nostro vantaggio. Lo vogliono nascondere per evitare che il costo dell'operazione di compravendita si impenni, ma rilevare la Cavese è un grande affare. Di immagine ed anche economico, se le cose si fanno con professionalità e competenza». A breve, quindi, si dovrebbe finalmente delineare il futuro della Cavese e la nuova stagione dovrebbe cominciare a prendere forma. E' chiaro che, solo dopo aver fatto chiarezza sulla struttura societaria, si potrà concretamente puntare sulla nuova organizzazione tecnica.
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