Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, 11 metri...gelati
Inserito da (admin), lunedì 13 giugno 2005 00:00:00
Finisce pari il primo round. La promozione in C1 si decide a Gela. La Cavese c'è ancora, può giocarsi le ultime cartucce di una stagione interminabile. Certo, il rammarico c'è ed è grande. Placentino ha avuto l'occasionissima per sbloccare la finale d'andata. Al 53' l'italo-canadese si procura un rigore: entra in area e viene messo giù da Berti. Poi va sul dischetto e sceglie la soluzione di potenza: sinistro forte, ma troppo centrale, l'ex Morello si allunga e respinge in angolo. La Cavese non è brillante come nella doppia semifinale contro la Juve Stabia. Di fronte, però, c'è una squadra bene organizzata in tutti i reparti. Il Gela non va mai in affanno, raddoppia o addirittura triplica sui portatori di palla avversari e si ripropone sempre con grande pericolosità. Insomma, una signora squadra, forse la migliore della categoria per qualità di gioco e capacità di coprire gli spazi. La Cavese risponde con il cuore e l'applicazione, ma alcuni uomini chiave non sono in grande giornata. Quelli che dovrebbero far volare la squadra allenata dal duo Campilongo-Pidone girano sotto ritmo. Schetter e Placentino non pungono, mentre Galizia, il terminale offensivo più avanzato, non punta mai deciso verso la porta di Morello. Sistemata così in campo, con il 4-4-2 che nei play-off ha assicurato maggiore copertura, la squadra biancoblù stavolta smarrisce il feeling con la porta avversaria. Di occasioni vere non ne crea molte. Più pericoloso il Gela di Domenicali. Se la Cavese è ancora in gioco lo deve anche al suo portiere Mancinelli, autore di almeno 3 interventi super. Gran caldo e pubblico record al "Lamberti". Il Gela entra subito in partita, chiude gli spazi, soffoca la Cavese e poi si propone con tocchi di prima. A centrocampo i siciliani sono più presenti. Funziona la formula con il doppio mediano davanti alla difesa e con i 3 uomini che a turno danno appoggio all'unica punta, Abate. Dall'altra parte D'Amico si fa rubare qualche palla di troppo, Tatomir ha pochi spazi vitali per far girare palla con rapidità. L'unica palla gol per la Cavese nel primo tempo capita sul destro di D'Amico: in area di rigore, in movimento, con il pallone che gli arriva tra i piedi all'altezza del dischetto, conclude troppo centralmente. Al 45' la risposta del Gela: il destro di Cuffa dal limite è alzato in angolo da Mancinelli. Nella ripresa la Cavese gira un po' meglio, cominciando a sfruttare anche le fasce. Il rigore di Placentino (8') potrebbe mettere la partita in discesa, ma non è cosi. Campilongo toglie in difesa il baby Volpecina, inserisce Cipriani e sposta sulla destra Panini, il migliore in campo con il regista difensivo Mari. Ma le palle gol più limpide le confeziona il Gela. Al 15' Carboni, pescato sul filo del fuorigioco da Abate, trova un Mancinelli straordinario, che resta in piedi fino all'ultimo e respinge. Al 31' il portiere della Cavese si ripete, sventando il tentativo di Scopelliti, nell'occasione terzino d'assalto. Poi è Schetter (36') a salvare un gol quasi fatto. In mezzo un unico tentativo della Cavese: D'Amico, salito di tono rispetto al primo tempo, trova in verticale Galizia (30'), che perde attimi preziosi e si fa rimpallare il tiro. La nota negativa è il grave infortunio al ginocchio per Panini. Quella positiva l'applauso riservato a fine gara dallo stadio a calciatori e tecnico. Ora l'appuntamento decisivo domenica prossima a Gela.
CAMPILONGO NON DISPERA
«Il discorso è aperto, queste sfide si decidono sui 180 minuti. Abbiamo ancora il 30% di possibilità»
Lucido, sereno, equilibrato. Salvatore Campilongo analizza la prima finale e guarda avanti: «Poteva andare meglio, ma va bene anche così. Il discorso è aperto, queste sfide si decidono sui 180 minuti. Ne abbiamo giocati solo 90. L'occasionissima l'abbiamo avuta, purtroppo non siamo riusciti a concretizzarla. Le possibilità restano immutate. Il Gela aveva il 70% e noi il 30%, non cambia nulla. E poi, se a Gela finisce 0-0, si va ai supplementari, quindi anche loro dovranno giocare per vincere». Il tecnico si sofferma sull'episodio del rigore: «È Placentino il rigorista. Ha calciato centrale e neanche troppo forte. Se non se la sentiva, poteva anche dirlo ed avrebbe calciato Schetter. Forse era scritto che doveva finire così». Inevitabile un commento sui tifosi: «Bellissimo il "Lamberti" con tantissimi tifosi. Certo è che noi in squadra abbiamo diversi giovani, qualcuno indubbiamente ha pagato l'emozione. Nel primo tempo la mia squadra era bloccata, non c'erano le giocate fluide, quelle solite. Poi nel secondo tempo è andata meglio, si è visto qualcosa di quello che la Cavese sa fare». Il tecnico spiega cosa non ha funzionato al meglio: «I 3 attaccanti non hanno girato come mi aspettavo. In verità, Placentino non è stato al massimo nemmeno nella doppia sfida contro la Juve Stabia. Schetter si è proposto poco e per questo ha ricevuto pochi palloni. Di conseguenza non si è visto al tiro, come invece è capitato in altre occasioni». A Gela gli mancheranno due difensori, l'infortunato Panini e lo squalificato Pagano. Ma Campilongo non fa problemi particolari: «Le soluzioni sono diverse. A destra può giocare ancora Volpecina, oppure posso decidere di schierare Moccia ed ho anche la carta Cirillo, mentre a sinistra si potrebbe arretrare Schetter. Da questo punto di vista non sono preoccupato». L'ottimismo di Campilongo è quello del diesse Dionisio: «Addirittura lo 0-0 potrebbe essere un vantaggio per noi. Il Gela crede di avercela già fatta, ho sentito che negli spogliatoi festeggiavano. Meglio così, potremo sorprenderli. Sono convinto che la Cavese centrerà la promozione. Il gol arriverà nel primo quarto d'ora e la partita si metterà come vorremo noi».
I giocatori: «Siamo ancora in corsa»
Ci credono ancora i ragazzi allenati da Campilongo. Tatomir, uno dei più esperti, dice: «Siamo ancora in corsa. Le nostre chances restano immutate. Il Gela si è dimostrato una squadra forte, ma noi non abbiamo di certo sfigurato. Anzi, peccato per la grande occasione del rigore. Mi dispiace molto per l'infortunio di Panini, spero proprio che non sia una faccenda grave. In campo, però, dopo il suo infortunio ci siamo spaventati». Ci crede anche D'Amico, partito sotto tono, per poi riprendersi alla grande: «Nel primo tempo ho sbagliato qualche palla di troppo ed abbiamo rischiato qualche ripartenza. A volte mi sono un po' intestardito, poi è andata meglio. Ora ci giochiamo tutto a Gela. Io ci credo. E ci credono tutti i miei compagni».
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