Tu sei qui: Economia e TurismoCaso Di Filippo, Cavese deferita
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 20 febbraio 2003 00:00:00
Nel clan Cavese cadono tutti dalle nuvole. La notizia del deferimento alla Disciplinare per la posizione irregolare del giovane Davide Di Filippo, caso che risale alla stagione 98/99, è piombata come un fulmine a ciel sereno. Il presidente Della Monica è in vacanza. Al suo posto, parlano il vice presidente D'Amico e l'addetto stampa De Caro. «In sede non è ancora arrivato nulla, ma siamo comunque tranquilli. I fatti risalgono alla passata gestione, quella del duo Montella-Troiano. Di questa storia se ne parlò anche in sede di trasferimento alla nuova società della Cavese e non ci sono misteri. Anzi, il passaggio alla Disciplinare dovrebbe essere una formalità per archiviare tutto». Le voci allarmistiche, dunque, sarebbero una montatura per screditare la Cavese dei miracoli? «Penso che abbiamo vissuto sin troppi colpi di scena la scorsa estate - commenta De Caro - per meritarcene degli altri. Ho cercato di ricostruire la "vicenda Di Filippo" e non ho raccolto elementi che possano suffragare le ipotesi catastrofiche formulate da qualcuno. Tutto finirà in una bolla di sapone». Davide Di Filippo, l'Interclub Siano (sua vecchia società) e la Cavese sono protagonisti di un contenzioso economico, creato da una pessima gestione del settore giovanile di allora. A quanto pare, il giovane Di Filippo fu schierato per tre volte nella squadra juniores all'insaputa dell'allora presidenza. Da qui la richiesta da parte dell'Interclub Siano volta ad ottenere il premio di preparazione. Decine di milioni di vecchie lire: sarebbe il "buco" finanziario lasciato in eredità da Maurizio Senatore, dirigente accompagnatore delle giovanili della Cavese, da quel momento sparito dalla circolazione. Per quell'abuso, fu lo stesso presidente aquilotto pro-tempore, Gino Montella, a denunciare Senatore alla Lega ed a sbatterlo fuori dalla Cavese. A distanza di quattro anni da quegli episodi, l'iter della giustizia sportiva, altrettanto lento quanto quello della giustizia ordinaria, è arrivato al capolinea. In casa metelliana si è convinti dell'archiviazione. E stavolta con molta sicurezza in più rispetto ai dubbi ed alle incertezze vissute la scorsa estate, allorquando scoppiò il "caso Nardò". Nell'ambiente biancoblù la vicenda non ha creato, al momento, grossi sussulti. Ieri la squadra si è allenata regolarmente, senza commentare la vicenda.
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