Tu sei qui: Economia e TurismoBufera doping sulla B, ma al Napoli non interessa
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 21 marzo 2002 00:00:00
Ciclone doping sulla serie B: nel mirino della Procura federale prima, ed ora anche di quella Antidoping del Coni, una squadra in lotta per la promozione. L'Empoli, si è sussurrato per un giorno intero. Una supposizione che però il club toscano ha subito smentito. Vicenda un po' particolare: infatti, l'indagine non riguarda giocatori risultati «non negativi» ai controlli post-gara, bensì riguarda «alterazioni delle modalità dei normali sorteggi antidoping». L'imbroglio, dunque, riguarda il sorteggio, o meglio, la procedura del sorteggio. Una truffa per far sottoporre a controllo due calciatori anziché altri due. E la ragione di un comportamento così truffaldino, sembra evidente a tutti, non può essere che la volontà di «evitare» controlli a certi giocatori. Di certo, comunque, per ora c'è solo l'inchiesta su una squadra di B che occupa in classifica una posizione di riguardo, con il rischio che - se fosse provata la responsabilità diretta della società nella truffa all'antidoping - possa scattare una penalizzazione che riscriverebbe la classifica. Logico, allora, che particolare attenzione a quanto sta accadendo la riservino le squadra alle spalle delle prime quattro. In particolare la Salernitana, il Palermo ed il Napoli, che potrebbero vedere riaperto il loro discorso-promozione. La società azzurra, comunque, sta alla larga da commenti. Strabuzza gli occhi De Canio, che racconta di non sapere proprio nulla, mostrandosi addirittura infastidito dalle notizie che volano senza il timbro dell'ufficialità. «Non mi piace parlare di cose che non so, che non conosco. Ed ancora di più - dice De Canio - non sono abituato a ficcare il naso nelle faccende altrui. Giudico scorretti coloro che straparlano delle mie squadre senza sapere nulla e mai commetterei io la stessa scorrettezza». Poche, ma sentite parole, dunque, ed argomento liquidato da parte dell'unico «napoletano» che ancora accetta di parlare, visto che la squadra è ripiombata nel silenzio delle parole, oltre che dei risultati, e che il vertice del club di fatto non esiste più. Comunque sia, è evidente che l'inchiesta della Procura antidoping stenta a fare breccia nel solido muro dei problemi azzurri, che ora, anche per ciò che riguarda il campo, sono pure problemi di tenuta. Anche il Napoli che gioca, insomma, rischia il crollo. Un rischio che De Canio, dopo un lungo faccia a faccia con la squadra, ammette di avvertire. «Per quel che mi riguarda riesco ad essere sereno. Ho continuato a parlare di calcio anche nei momenti più complicati. Intendo dire - spiega - che quanto sta accadendo intorno a me non influenza e non influenzerà il mio rapporto col lavoro». Ma non giura, De Canio (nella foto al centro), sull'impermeabilità della squadra ai "fattori esterni". «Sì, è possibile che i fattori esterni possano influenzare il lavoro della squadra. I calciatori hanno minori esperienze e, soprattutto, sono abituati a vivere molto sugli umori. Possono, insomma, essere influenzati ora dall'entusiasmo, ora da sensazioni opposte. L'allenatore no, è diverso: svolge un lavoro più d'assieme e per questo vive quello che fa in altra maniera». Già, ma qual è l'antidoto al rischio di disfacimento? «La ricerca di quelle motivazioni che sono alla base di ogni lavoro e del nostro in particolare. Bisogna sempre rincorrere il migliore obiettivo possibile». Giusto, ma quale obiettivo può darsi a questo punto il Napoli? In breve: ciclone doping oppure no, c'è ancora una possibilità che si avveri il miracolo della promozione? «Dopo le ultime due partite interne è diventato tutto più difficile. Però, se ritrovassimo in quest'ultimo tratto di stagione lo smalto dei tempi migliori, avremmo il dovere di pensarci». Inutile, poi, provare a portare il discorso sul futuro personale. «La vicenda che ha investito il nostro presidente è talmente delicata - dice De Canio - che il rinnovo o meno del contratto è l'ultimo pensiero che mi passa per la testa. In questo momento mi sta a cuore soltanto la vicenda umana di Corbelli. Ogni altro discorso lo trovo inopportuno».
Faccia a faccia nello spogliatoio
In tono dimesso ed a bocca chiusa, dopo un'ora abbondante di serrato confronto con l'allenatore nel chiuso dello spogliatoio, il Napoli è tornato ieri ad allenarsi sul prato di Soccavo. Fermo domenica il campionato, gli azzurri proveranno anche con doppie sedute di lavoro a rimettere in sesto un po' di forze. Intanto, due azzurri - Gragnaniello e Graffiedi - sono stati convocati per l'Under 21 di serie B che sabato giocherà a Salerno contro una selezione di stranieri della B. Mercoledì prossimo, invece, saranno impegnati in incontri amichevoli con le rispettive nazionali Jankulovski, Sesa e Vidigal.
MINERVINI, NUOVO ROUND A SOCCAVO
Il professor Gustavo Minervini è già stato a Soccavo: ci è andato lunedì scorso, dopo aver accettato il mandato del tribunale. Una visita breve, una prima conoscenza con l'ambiente. Quel giorno lasciò la sede azzurra con un appuntamento per oggi: l'amministratore giudiziario del Napoli in mattinata dovrebbe avere un incontro con il direttore generale della società, Raffaele Russo. Nel pomeriggio sarebbe previsto anche un colloquio con l'allenatore e la squadra. Pure il direttore sportivo Pavarese dovrebbe fare una prima relazione al professore. Giornata intensa, insomma, al termine della quale Minervini (nella foto in basso) dovrebbe avere idee più chiare sugli uomini che attualmente sono nel Napoli. Darà un primo sguardo, studierà un piano operativo per stilare al più presto un nuovo bilancio, così come richiesto dall'ordinanza della Fallimentare. E dopo aver capito cosa è accaduto nella gestione degli ultimi anni, potrà anche esprimersi sulla azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori, che pure è ipotizzata nel mandato del tribunale. A Soccavo oggi dovrebbero esserci anche i soci del Napoli, convocati per un'Assemblea che è la prosecuzione di quella aperta lunedì pomeriggio ed immediatamente sospesa. Sarà un incontro al quale potrebbe essere chiesto anche l'intervento del nuovo amministratore giudiziario, ma non è previsto ancora un passaggio ufficiale sull'argomento. Proprio la presenza a Soccavo dei soci si trasformerà in un'occasione per coinvolgere tutti nel progetto che il professor Ernesto Cesaro ha allo studio. Negli ultimi giorni ha provato a contattare i quasi cento piccoli azionisti che detengono meno del 7% delle quote. Cesaro conta di coinvolgere nell'incontro di Soccavo anche Salvatore Naldi, che sarà nella sede in concomitanza con l'Assemblea. Il progetto, che solo oggi diventerà ufficiale, partirebbe da una proposta di coinvolgimento di tutta la città: il Napoli venderebbe il suo «prodotto», lo spettacolo calcistico, per nove anni consecutivi. In cambio della fiducia a lungo termine, ai futuri azionisti verrebbero offerte anche quote azionarie della società, che, in costanza di ricapitalizzazione, dovrebbero aumentare in maniera considerevole.
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