Tu sei qui: Economia e TurismoBatosta sulla Cavese, Cutillo non ci sta
Inserito da (admin), mercoledì 20 ottobre 2004 00:00:00
La mazzata è arrivata. E qualcuno se l'aspettava. Partita persa sia per il Taranto che per la Cavese e le prossime 4 gare casalinghe da consumarsi per entrambe, con immediata applicazione della sanzione, a porte chiuse. Si comincerà, così, già da domenica prossima, con il "Simonetta Lamberti" chiuso al pubblico. Una sentenza, quella emessa dal giudice sportivo Giuseppe Quattrocchi nel primo pomeriggio di ieri, che è stata accolta con grande sdegno, delusione ed amarezza dal popolo sportivo biancoblù. Un provvedimento che complica la vita della squadra, finora lanciata a spron battuto al vertice della classifica. A piangere ora sono in tanti per un futuro che si è complicato all'improvviso, come nemmeno il più pessimista dei pessimisti avrebbe potuto immaginare. Lo 0-3 a tavolino e le 4 giornate senza la possibilità di assistere alle partite della loro squadra del cuore hanno gettato tutti nello sconforto nel mondo sportivo metelliano. Il referto del direttore di gara Velotto e gli altri atti ufficiali, redatti alla fine della domenica di follia vissuta a Taranto, sono sembrati tutti scritti in un'unica direzione: quella di una corresponsabilità negli incidenti delle due tifoserie e di un'equa divisione, dunque, della punizione. Esemplare, forse oltre ogni misura preventivata. Tanto per dare l'esempio in un momento di tolleranza zero contro la violenza. Non tenuto in considerazione il risultato maturato sul campo. Quel gol di Schetter, giocatore aquilotto, vanificato. La ricostruzione fatta negli atti ufficiali - come si legge nel comunicato della Lega emesso ieri pomeriggio da Firenze - è minuziosa. Si ripercorre quel pomeriggio di scontri sin dal loro nascere. I tifosi tarantini hanno avuto via libera in ogni settore delle gradinate dello "Iacovone" e, quando sono arrivati gli ultrà cavesi, sono cominciati subito cori offensivi da ambo le parti ed un fitto lancio di pietre e pezzi di cemento - si legge nello stesso comunicato - dal settore locale nei confronti di quello ospite, subito corrisposto dai metelliani. La tutela fisica dei calciatori e della terna arbitrale messa anch'essa a rischio, secondo il referto arbitrale, e dunque si è reso necessario interrompere ripetutamente la gara. Intanto, il solito lancio di bengala da parte dei tifosi aquilotti ha mandato in cenere un contenitore dell'immondizia a bordo campo. Il clima si è ancor più surriscaldato per un ulteriore, fitto lancio di pezzi di gradinate divelte dai tarantini e lanciati sul rettangolo di gioco in direzione dei calciatori. A questo punto, dopo l'ultimo estremo tentativo fatto di dissuadere i più esagitati da parte del capitano del Taranto, l'arbitro non ha potuto fare altro che sospendere la gara per l'ennesima volta. Dopo 25 minuti, l'ultimo ingresso sul rettangolo per provare a riprendere la sfida, ma la situazione era ormai incontrollabile. Il lancio di oggetti dal settore locale non si è fermato ed il signor Velotto ha emesso il triplice fischio. Nella sentenza del giudice Quattrocchi la decisione di punire entrambe le società per responsabilità oggettiva per la gravità dei comportamenti assunti dalle due tifoserie. Ad aggravare la situazione il protrarsi - si legge ancora nel comunicato - degli scontri anche fuori dallo stadio. Si è stimato, dunque, equo infliggere ad entrambe le società la punizione sportiva della perdita della gara con il punteggio di 0-3 e di obbligare le stesse società, con decorrenza immediata, a disputare le prossime quattro 4 effettive a porte chiuse. Le due società hanno preannunciato già reclamo avverso alla decisione del giudice di primo grado. Soprattutto la Cavese proverà nel grado successivo a far emergere la sua verità, che secondo il presidente Cutillo è diversa da quanto dedotto dagli atti valutati dal dott. Quattrocchi.
Cutillo annuncia ricorso
Il presidente Cutillo infuriato per quello che è successo e per il verdetto emesso dal giudice sportivo: «La verità emersa non corrisponde a quanto realmente accaduto a Taranto. All'"Erasmo Iacovone" io c'ero. E posso affermare che è stato un vero e proprio agguato, quello perpetrato dagli ultrà tarantini ai danni dei nostri supporter. Prima che i nostri arrivassero, già i locali erano padroni di tutti i settori di fronte alla tribuna. È stato quel fitto lancio di pietre sulla testa dei nostri ragazzi a far scatenare il caos. Hanno solo cercato di difendere la propria incolumità fisica. Dalla mazzata sapremo risollevarci se saremo tutti uniti per fare questo tentativo. Intanto, ho dato mandato ai miei collaboratori di andare avanti nel ricorso perché la verità emerga tutta e perché sia fatta giustizia piena».
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