Tu sei qui: Economia e TurismoA Verona un Napoli in emergenza
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 7 ottobre 2002 00:00:00
Neanche il tempo di archiviare il pareggio con la Sampdoria e Colomba (nella foto) deve già preoccuparsi della prossima partita, la trasferta a Verona. Preoccuparsi è il verbo giusto, perché il tecnico partenopeo ben sa che l'ambiente è notoriamente ostile al Napoli; perché la squadra di Malesani è reduce dalla sconfitta contro la Ternana; soprattutto, perché l'allenatore non potrà utilizzare almeno cinque calciatori, Vidigal, Saber, Russo, Villa e Baldini. Non bastasse, c'è Dionigi che ancora non è al cento per cento della condizione, tanto è vero che Colomba l'ha portato in panchina contro la Sampdoria, ma si è ben guardato dall'utilizzarlo. Vidigal è stato convocato dal selezionatore del Portogallo, Agostinho Oliveira, per due amichevoli che i lusitani disputeranno sabato 12 contro la Tunisia e mercoledì 16 contro la Svezia. Un'assenza importante, questa di Vidigal. Chi sceglierà Colomba per far tandem con Husain? Le soluzioni? Nessuna che fornisca adeguate garanzie tecnico-tattiche. C'è l'ipotesi Cristiano; potrebbe esserci lo spostamento di Montezine oppure l'impiego di uno dei «giovanotti» (Platone?) che si allenano spesso con la prima squadra. Altre soluzioni non esistono in un Napoli carente qualitativamente e quantitativamente, soprattutto a centrocampo. Intanto, dopo aver giocato con il Marocco contro la Nigeria, Saber è stato nuovamente convocato per la seconda partita di qualificazione alla Coppa d'Africa del 2004. Il prossimo match sarà il 12 ottobre, contro la Guinea Equatoriale. Rientrato venerdì sera a Napoli, Saber ha detto a Colomba di sentirsi un po' stanco. Più che naturale la delusione dell'allenatore, che ha deciso di mandarlo a casa a...riposare. Saber riparte ed il Napoli si ritrova senza un elemento che avrebbe fatto comodo a Verona, in una gara nella quale, come a Bari, la squadra dovrà tentare di riprendersi fuori casa i punti lasciati al San Paolo (già 5 su 6). Poi c'è il "caso" Villa. Il difensore, una delle colonne del reparto, continua ad essere sfortunato. Sabato sera ha riportato la distorsione del ginocchio destro. Un infortunio serio, al punto da costringerlo ad uscire in barella, che oggi pomeriggio verrà valutato con la necessaria attenzione dal medico sociale Russo e dall'ortopedico di fiducia della società, Violante. Purtroppo, per Villa (nella foto) non si possono escludere lesioni del menisco o l'interessamento dei legamenti. In preallarme Quadrini e Stendardo. E per la panchina? Altri «giovanotti», come amava chiamarli De Canio. Inoltre, Baldini è fermo per una contrattura dei flessori della coscia sinistra. La sua presenza a Verona è in forte dubbio.
E' IL CONTROPIEDE LA SOLUZIONE GIUSTA?
«Perché no. I giocatori del Napoli hanno le caratteristiche per farlo bene», afferma il grande "stratega" Eugenio Fascetti
Il gioco sulle fasce? Sì, il Napoli ci prova. Del resto, se ha preso Ferrarese, è per far questo almeno sulla destra. Ed il suggeritore alle spalle delle punte? Beh, con Montezine Colomba ci ha provato e, potete giurarci, all'occasione ci riproverà. E Sesa seconda punta? È un'alternativa pure questa, rivelatasi vincente a Bari. Insomma, se è vero che nel calcio non v'è nulla di ingessato, a maggior ragione la ricerca di disegni ogni volta nuovi diventa necessaria, praticamente obbligatoria, quando si ha a che fare con formazioni che non hanno caratteristiche precise oppure piedi di spiccata qualità. Ebbene, il Napoli per questo è un buon esempio. Infatti, ogni «giro», ogni partita, un'invenzione, un cambio, una novità. Mai rivoluzioni, perché la rosa è ridotta all'essenziale e non permette ribaltoni, però, si sa, bastano anche poche mosse per far cambiar filosofia di calcio ad una squadra. E se questo è campare alla giornata, beh, pazienza, vuol dire che il Napoli campa alla giornata. A meno che, prima o poi, non si decida di adottare piuttosto stabilmente quella soluzione tattica che, per adesso, sta dando più punti e più soddisfazione: il contropiede, sissignori. Quel contropiede che riesce con naturalezza e che spesso è esaltato dalla fuga (con difesa di palla) di Stellone, dallo scatto di Floro Flores, dalla rapidità e dalla qualità del cross di Ferrarese, dal «corridoio» centrale che sa trovare Montezine, oppure dal lancio mezzo occasionale dei mediani. Ripiegamento nella propria metà campo e poi via veloci, dunque. Ma il contropiede può essere una soluzione stabile di gioco? «Perché no. In contropiede hanno giocato le migliori squadre, quelle che hanno vinto tutto», replica deciso Eugenio Fascetti (nella foto), allenatore di lunga esperienza e militanza, autore anche di saggi dedicati alla tattica nel calcio. «Il contropiede è un sistema alla pari con qualsivoglia altro modulo di gioco. Se una squadra mi concede spazi, io me li prendo. E poi - continua Fascetti - non è forse vero che le azioni più belle, le più spettacolari, sono quelle fatte in contropiede?» Ed il gioco, la manovra, la zona e tutte quelle belle cose di cui racconta il calcio? «Soluzioni diverse. Differenti da quel contropiede che, invece, attraversa con successo anche altre discipline. Nel basket, ad esempio, il contropiede è assai importante, mentre nella pallanuoto c'è la controfuga». Contropiede ed una squadra a caso: il Napoli. Può diventare il contropiede un modulo vincente? «Se le caratteristiche dei suoi giocatori si sposano bene con questa soluzione, perché no. Il Napoli - dice Fascetti - l'ho visto solo in televisione, ma conosco i suoi giocatori e non vedo perché non possano giocare anche in questo modo». Cosa pensa Fascetti di questa serie B? «Non sono d'accordo con chi dice che non c'è gioco, non c'è qualità. Io rabbrividisco anche guardando match di serie A. Comunque, dappertutto, dalla A alla C, si vedono partite buone e meno buone. In quanto alla B, poi, vedo una bella lotta. In questo campionato, insomma, non v'è proprio nulla di scontato». Meglio così. Vuol dire, infatti, che anche chi oggi stenta a trovare un'armonia, una continuità tattica e di risultati, può sperare. E tra chi può sperare anche il Napoli, è ovvio, ci entra di diritto.
TRADIZIONE CONFERMATA
Meglio fuori che in casa: si assomigliano il Napoli di Colomba e quello di De Canio
Una sconfitta ed un pari per gli azzurri in casa. In B sono solo quattro le squadre che ancora non hanno vinto gare interne. A fare compagnia al Napoli sono il Venezia, il Vicenza ed il Messina, tutte e tre, in classifica, alle spalle degli azzurri. Meglio in trasferta, dunque, la squadra di Colomba, che sembra continuare un'antica tradizione. Ma c'è una ragione a tutto questo? Certo che c'è. Sta nella difficoltà di creare gioco, di tenere il possesso del pallone, ruolo che quasi sempre tocca a chi gioca in casa. Meglio fuori, dunque, quando l'iniziativa tocca agli altri e gli azzurri possono difendersi ed attaccare. Ed in questo c'è davvero grande somiglianza tra il Napoli di De Canio e quello di Colomba.
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