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A Livorno il Napoli ritrova i bomber: Sesa e Stellone goleador

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 20 agosto 2001 00:00:00

Due gol di Stellone ed uno di Sesa (quest'ultimo nella foto in alto). L'attacco azzurro si sblocca all'improvviso ed è questo il motivo lieto della partita azzurra. Ma è anche il solo, l'unico, in coda a un'altra notte di gioco latitante e di scarse buone indicazioni a cinque giorni dall'esordio in campionato. De Canio rinuncia in avvio ai tre nazionali (Troise, Sesa e Jankulovski) ed a questi aggiunge anche Luppi per far posto a Caruso ed a Bonomi. Le altre novità il Napoli le presenta in mezzo al campo, dove finalmente c'è Husain (che fa coppia con Magoni e non con Bigica, stavolta) e poi in attacco, dove si rivede Stellone, in forse per colpa del ginocchio sino all'ultimo momento. Napoli strano, dunque. Diverso da quelli visti prima. Insolito per colpa di certe contingenze e per certi versi anche sperimentale. Ma, in verità, l'esperimento non dà grandi risultati. Sì, il Napoli dopo 18' va in vantaggio e - udite udite - fa gol finalmente un attaccante: Stellone. Ma complessivamente è un Napoli frenato, arrangiato nel gioco e spesso anche in sofferenza difensiva al cospetto d'un Livorno che non ha poi molte carte da giocare. Ma perché il Napoli balbetta? Beh, c'è più d'una ragione. In difesa spesso l'intesa è difettosa ed a centrocampo Husain non fa la differenza. Ma ci sono anche altri due motivi più essenziali. Primo: mancano le fughe di Baccin (due soltanto e la seconda è quella che porta al gol) e di Bocchetti (mai) sui lati dell'antico «Ardenza». L'altra: Stellone finisce per essere quasi sempre unica punta. Insomma, frenato sui due lati (dove, per giunta, Moriero fa da involontario «tappo» a Bocchetti) e limitatissimo in attacco, il Napoli non fa una gran figura, rischiando pure il pari un paio di volte e sempre con Piovani (27' e 36'). E le cose con cambiano molto quando, costretto da un accidente a Villa, De Canio richiama Bocchetti in marcatura e spinge Jankulovski in campo, sulla fascia.

De Canio (nella foto in basso) non ci sta a rischiare: sa bene che - magari non tanto per la Coppa già compromessa, ma soprattutto per presentarsi al campionato con maggior fiducia - non può farsi rimontare dal Livorno. Così, un po' alla volta, ridà ordine alla squadra. Lo fa proponendo Sesa per Alessi e poi Luppi per Caruso. Il Napoli, insomma, cambia un'altra volta pelle, chiedendo magari a Baccin di fare più il terzino, ma avvicinandosi assai più alle scelte semidefinitive di De Canio. Soprattutto là davanti, dove si ricompone il trio Moriero-Stellone-Sesa. Che cosa accade? Succede che, pur non facendo brillare mai giocate o anche soltanto qualche individualità, che pure c'è, il Napoli così messo almeno trattiene un po' di più il pallone. Ovvero, allenta la minipressione del Livorno e, se proprio la vogliamo dire tutta, inconsciamente difende quel misero vantaggio, che se non serve a restituirgli neppure un briciolo d'autorevolezza, almeno gli risparmia critiche ancora più severe. E gliene risparmia ancor di più il raddoppio di Stellone al primo affondo serio degli azzurri: al 37', però. Comunque sia, sinistro lungo di Jankulovski e spizzicata di testa di Stellone, il quale sorprende lo stopper ed anche il portiere, una volta secondo alla Salernitana. Due a zero. Ma non è finita. Proprio alla fine (43'), infatti, si distrae la difesa azzurra e offre a Martino il punto dell'onore. Distrazione alla quale, però, rimedia Sesa all'ultimo momento, con uno spunto in area che fissa definitivamente il risultato. Successo azzurro, dunque. E un dato da ricordare: quello che il Livorno sul proprio campo - tra i più «complicati» della serie C - non le prendeva da tre anni.

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