Tu sei qui: CronacaVoto di scambio, archiviato il caso Messina
Inserito da (admin), mercoledì 13 ottobre 2004 00:00:00
Colpo di scena nel presunto caso dei voti di scambio: la Procura di Salerno ha archiviato l'inchiesta per violenza privata in relazione a voti di scambio, per la quale erano indagati il sindaco Alfredo Messina ed il suo capo staff, Pasquale Petrillo. Lo stesso Gip ha trasmesso tutti gli atti al pm per l'apertura d'ufficio di uno nuovo procedimento nei confronti del dipendente comunale Vincenzo Lambiase, da oggi indagato per calunnia. Secondo gli inquirenti, avrebbe accusato Messina e Petrillo perché gli era stata respinta la richiesta avanzata di promozione. E così, dopo un anno di indagini affidate al sostituto procuratore Massimo Lo Mastro, la Procura ha accolto la richiesta di archiviazione, riconoscendo come infondate le accuse enunciate da Lambiase in un esposto-denuncia presentato alla Dia nel giugno del 2003. Gli inquirenti hanno accertato che l'uomo aveva presentato una richiesta di promozione, bocciata dalla Giunta comunale. Il rifiuto lo avrebbe spinto, secondo quanto accertato nel corso delle indagini, a minacciare di ritorsioni gli stessi amministratori. Tra le minacce ci sarebbe stato anche l'avvio di un'inchiesta giudiziaria. Lambiase, infatti, ha presentato un cospicuo esposto alla Procura ed alla Dia in cui accusava il primo cittadino ed il suo capo staff di voti di scambio. A suo dire, Alfredo Messina, nel corso della campagna elettorale del 2001, avrebbe costretto il suo avversario Giovanni Baldi a rinunciare alla candidatura a sindaco, mentre a lui, in cambio di voti, avrebbe promesso una promozione e l'impiego in banca per una sua congiunta. Scoppiò, così, il caso del voto di scambio, nato come uno dei tronconi principali, trasmesso alla Procura di Salerno, di un'ampia e delicata indagine seguita dalla Direzione investigativa antimafia. L'inchiesta fu avviata il giugno scorso dopo una lite violenta tra Lambiase e Petrillo nelle stanze di Palazzo di Città. L'accusa di aver pilotato le candidature e di aver messo in atto minacce e promesse elettorali fu raccolta in un dossier: tre copie, depositate dagli avvocati del dipendente, Alberto Clarizia ed Alfonso Senatore, che raccolsero il testo delle deposizioni spontanee rilasciate alla Dia. Lambiase, su cui pendeva un procedimento amministrativo interno per le accuse di presunte aggressioni nei confronti del sindaco e del capo staff, chiese di essere ascoltato. E così, a più riprese negli uffici della Dia parlò di presunti voti di scambio: sarebbe stato incaricato da Messina e Petrillo prima per la raccolta di voti, attraverso la sottoscrizione di tessere di partito, e poi per convincere Giovanni Baldi a ritirare la sua candidatura. L'episodio sarebbe stato ricostruito con minuziosi particolari, quali una telefonata a tarda notte tra Lambiase e due esponenti dell'attuale Amministrazione in cui lo si invitava a recarsi a casa Baldi per minacciarlo. La Procura di Salerno apri un'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Lo Mastro. Nei mesi successivi fu ascoltato lo stesso dipendente Lambiase, che chiamò come persone informate sui fatti diversi politici e dirigenti di Palazzo di Città. Il pm decise di secretare tutti gli atti, proprio per evitare l'inquinamento delle prove. Risale ad un paio di mesi fa, infine, la richiesta di archiviazione.
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