Tu sei qui: Cronaca‘Violenze dal papà della mia amica'
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 13 marzo 2003 00:00:00
Ogni pomeriggio saliva la rampa di scale del suo palazzo per trascorrere qualche ora con l'amichetta del cuore. In quell'appartamento, così simile al suo, abitava la sua vicina e compagna di giochi. Visite gradite anche ai suoi genitori, che conoscevano bene la famiglia della ragazzina del piano di sopra. Ma lì, tra quelle quattro mura, si nascondeva il pericolo: il padre dell'amica, un operaio di Santa Lucia, avrebbe tentato di insidiarla. Questa mattina prende il via il processo contro il presunto aggressore. Dinanzi al collegio giudicante della II Sezione penale del Tribunale di Salerno, presieduto dal giudice D'Apice, la ragazza, oggi 17enne, assistita dall'avvocato Paride Annunziata (costituitosi parte civile), dovrà ripetere ai giudici quanto accaduto nell'aprile e nel maggio del '99. Un «orrore», che la ragazza, allora 13enne, avrebbe svelato prima ad un'amica, poi alla sua professoressa e, infine, alla nonna materna. L'imbarazzo di accusare il suo vicino di casa ed il padre della sua amica le avrebbe impedito di farne parola con i genitori. Lui, V.R., operaio di Santa Lucia, continua a respingere quelle accuse che ritiene infamanti e professa la sua totale innocenza rispetto al racconto scabroso, che per ora gli è costato la pesante imputazione di tentata violenza carnale. Adesso saranno i giudici a stabilire la verità dei fatti. Secondo la testimonianza della giovane, raccolta nei fascicoli dell'inchiesta, i fatti si sarebbero verificati tra l'aprile ed il maggio del 1999. Teatro della terribile vicenda è la frazione di Santa Lucia. In un vecchio palazzo abitano la famiglia della ragazzina e quella dell'operaio. L'uomo, suo vicino di casa, è conosciuto dalla famiglia dell'adolescente, anche perché ha una figlia della sua stessa età. Le ragazze sono amiche e spesso si frequentano, trascorrendo insieme molte ore del pomeriggio. Stando alle parole dell'allora 13enne, in quelle ore l'uomo le avrebbe rivolto molte attenzioni "particolari", sfociate, secondo la ragazzina, in tre episodi di tentata violenza. All'inizio la piccola avrebbe taciuto. Poi, presa dallo sconforto, avrebbe rivelato i particolari di quei pomeriggi prima ad un'amica, poi alla sua professoressa ed infine alla nonna. Una volta informati i genitori, è scattata la denuncia e la conseguente apertura di un'inchiesta. Da subito, l'operaio cavese si è dichiarato innocente. Il dicembre scorso c'è stata la prima udienza dibattimentale dinanzi alla II Sezione penale, svoltasi (per volere dei genitori della ragazza) a porte chiuse. Oggi la giovane, che ha compiuto da poco 17 anni, dovrà ripetere in aula quelle stesse accuse.
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