Tu sei qui: CronacaUna stazione da Terzo Mondo
Inserito da Antonio Di Martino (admin), giovedì 17 ottobre 2002 00:00:00
C'era una volta la stazione ferroviaria della Piccola Svizzera. Ora non c'è più. Viva la Città de la Cava. Ma piuttosto che piangere sul latte versato, piuttosto che lamentarsi di quello che fu, preoccupiamoci di incidere sul notro futuro immediato attraverso quei passaggi di vita civile che ci sono consentiti per smuovere le acque e tentare di far qualcosa per migliorare la qualità della vita a Cava de' Tirreni. La stazione ferroviaria, o meglio, quello che resta della stazione ferroviaria. Nulla o quasi. Solo una mina vagante per chi si avventurerà d'ora in poi da quelle scale che da piazza De Marinis portano sui binari, ormai incustoditi. Attenzione!!! L'automatizzazione della tratta e l'assenza del capostazione significano una sola cosa: che i treni in transito passeranno senza avviso. Chi si troverà a scendere, ad esempio, da uno che si fermerà in stazione dovrà stare molto attento ad attraversare i binari, perché potrebbe in contemporanea arrivarne un altro dall'altra parte. Per non parlare di chi è un soggetto diversamente dotato. Per lui tutto off limits, visto che quelli delle Ferrovie dello Stato, si fa per dire, hanno realizzato un sottopassaggio inaccessibile per lui e, dunque, se vuole prendere un treno, lo dovrà fare solo se vuole recarsi verso Nocera Inferiore. Oppure, se vuole andare a Salerno, dovrà prima allungarsi verso Nocera e poi, lì, prendere il treno per tornare indietro verso la sua direzione originaria. Non è un assurdo? Per non parlare dell'abbandono totale in cui versa la zona interna alla stazione. Chiamarla da Terzo Mondo è un'offesa al Terzo Mondo. Basta guardare le foto che ha scattato un nostro amico del comitato spontaneo degli utenti delusi delle Ferrovie dello Stato. Lo ringraziamo della collaborazione e ve le proponiamo tutte senza commento. Non ce n'è per niente bisogno. Parlano da sole. All'Amministrazione comunale metelliana, che a più riprese ci parla di volontà di tenere alto il nome di Cava de' Tirreni, di lavorare per ridarle quel lustro del passato, ormai solo un bel ricordo, chiediamo una presa di posizione dura ed intransigente. Altrimenti è inutile ostentare belle intenzioni quando nei fatti, in quei fatti quotidiani che, poi, fanno la vita di tutti i giorni di una città, i segnali sono tutt'altro che incoraggianti. L'indignazione di un primo cittadino sensibile come lo è Alfredo Messina dovrebbe essere talmente tanto forte da dover denunziare per manifesta negligenza i responsabili delle Ferrovie dello Stato. Cava de' Tirreni non merita di essere bistrattata in questo modo.
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