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Cronaca

Un grande cuore biancoblù

Inserito da (admin), martedì 14 febbraio 2006 00:00:00

Nella mente e nel cuore di tanti cavesi il nome ed il volto di Adolfo Milite sono legati alla magica Cavese della promozione in B. In quella stagione calcistica, nel lontano 80-81, Adolfo era allenatore in seconda. Nessun trascorso da giocatore, eppure la sua passione per la Cavese ed i rapporti stretti con la società lo avevano portato a ricoprire il ruolo di secondo di mister Rino Santin. Un'esperienza, quella della promozione, che gli aveva fruttato, oltre agli ingaggi, un buon bagaglio di esperienza. E così, la sua carriera di vice è continuata a Palma Campania prima, a Campobasso poi.

Diverse esperienze anche come preparatore dei portieri. Nel mondo del calcio era riuscito, complice il suo carattere espansivo, a stringere grandi amicizie, coltivate anche fuori del rettangolo verde. Come il suo amore per la Cavese, che non aveva conosciuto tentennamenti o pause neppure nella lontana Tunisia, dove aveva allenato anche la squadra locale. Adolfo era solito chiamare gli amici ed i nipoti per conoscere le ultimissime sulla compagine biancoblù ed avere in anteprima i risultati della gare di campionato.

Il calcio, come lavoro e passione, non era il suo unico amore. Nel frattempo si era dedicato anche ai suoi viaggi all'estero. Da single incallito, la sua meta preferita erano i paesi caldi, ed il Nord Africa in particolare. Durante uno di questi soggiorni aveva vissuto anche qualche disavventura giudiziaria. Lo scorso anno l'ex allenatore rimase coinvolto nel traffico di auto vendute in Tunisia e denunciate come rubate per intascare il risarcimento. Fu irreperibile per alcuni giorni, rimase in Tunisia. Poi contattò il suo avvocato e scelse di costituirsi. Così fu arrestato all'aeroporto di Roma Fiumicino il 19 febbraio dell'anno scorso. La vicenda si concluse con il patteggiamento della pena.

Una volta raggiunta la pensione, Adolfo aveva preso casa ad Hammamet. Un villino dove era solito ospitare i suoi tanti amici cavesi, e non solo. Sabato era partito da Salerno, con lui c'era il suo amico Michele, di Fisciano. Si erano imbarcati con l'auto di Adolfo. In queste ore i familiari hanno cercato di mantenersi in contatto con l'amico Michele, anche se pare che l'uomo sia ancora in stato di choc.

Sotto choc gli amici. Rino Santin: «Una fine terribile»
La notizia della tragica morte di Adolfo Milite si è diffusa in tarda mattinata sotto i portici cavesi. Un misto di incredulità e dolore ha colpito gli amici con cui era solito fermarsi a bere un caffè, non prima di fare sosta all'edicola per leggere le ultime notizie sul calcio. «Ho appreso la tragica notizia questa mattina - spiega Rino Santin allenatore della magica Cavese della promozione in serie B - non c'era ancora l'ufficialità. Non nascondo che ho sperato fino all'ultimo che si trattasse di uno sbaglio. Purtroppo non è stato così». Grande dolore e sconforto tra gli amici di Adolfo, tanti cavesi che lo avevano conosciuto ed apprezzato: «È stato a Cava fino a qualche giorno fa - ricordano alcuni dipendenti comunali - Lo abbiamo visto al Corso insieme ad amici. Ci è apparso molto riposato. Stava davvero bene. Anche se non veniva spesso a Cava, gli eravamo comunque molto affezionati, anche perché Adolfo era buono come il pane, si faceva voler bene da tutti».

Ieri in tanti hanno fatto capolinea in Corso Umberto I, dove il fratello di Adolfo, Antonio, ha uno studio odontoiatrico. Gli amici ed i conoscenti volevano avere notizie sulla drammatica vicenda in cui è rimasto vittima l'ex allenatore. Tanti interrogativi, molti rimasti senza una risposta. Perché è difficile, se non impossibile, dare una spiegazione ad un gesto tanto folle quanto violento che è costato la vita al povero Adolfo. «In tanti hanno fatto le loro condoglianze - dicono gli amici del Corso - non era giusto scavare nel dramma. Il povero Adolfo ha fatto una "fine" che non meritava».

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Il povero Adolfo Milite Il povero Adolfo Milite
Un Rino Santin d'epoca Un Rino Santin d'epoca

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