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Cronaca

Troppa play station, convulsioni per un bimbo di 7 anni

Inserito da (admin), lunedì 18 agosto 2003 00:00:00

Stava giocando con la sua inseparabile play station. Gli occhi fissi sul monitor per rispondere tempestivamente a quella scarica di effetti luminosi che rimbalzava dallo schermo. Ore ed ore a caccia di mostri da annientare. Solo una breve pausa, per poi riprendere la sfida, durata l'intero pomeriggio. Ma all'improvviso è stato colto da malore: una terribile crisi di convulsioni. Le braccia e le gambe iniziano a sbattere violentemente. Subito dopo il bambino non risponde più ad alcuna sollecitazione. Il piccolo "maratoneta dei videogame" piomba in uno stato di semi-incoscienza. Così, un bimbo di Tramonti di appena 7 anni è giunto al Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo". I genitori hanno temuto il peggio, ma fortunatamente, dopo i primi accertamenti, il piccolo si è ripreso. Secondo i medici dell'Unità operativa di Pediatria, a scatenare la terribile reazione sarebbero stati gli stimoli luminosi emessi dal monitor del computer ed assimilati dal bambino per tanto tempo. «Questi raggi - hanno spiegato i pediatri cavesi - possono far scatenare una particolare forma d'epilessia, altrimenti silente. Si chiama epilessia idiopatica: inizia in età pediatrica e normalmente non è accompagnata da crisi eclatanti». Il bimbo è stato ricoverato nel reparto di Pediatria per essere sottoposto ad una serie di esami. Le sue condizioni sono subite migliorate. «Si tratta di un episodio oggi abbastanza frequente - commentano i medici del reparto - ma per avere la certezza di essere in presenza di un caso di epilessia, e dunque per una giusta terapia, bisogna eseguire un esame chiamato video-elettroencefalogramma a lungo termine». Fino ad un mese fa, quest'apparecchiatura non era disponibile in nessun ospedale della Campania e nel resto del Meridione. Da luglio l'unità di Neuropediatria del "Santa Maria dell'Olmo si è dotata di tale strumentazione. Si tratta di monitorare per più di un giorno l'attività del cervello. I bambini vengono sistemati in un'accogliente cameretta, dove dovranno svolgere le loro abituali attività, mentre piccoli elettrodi (impiantati con una comunissima cuffietta copricapo) registreranno le onde cerebrali. Un sistema di telecamere a circuito chiuso permette agli specialisti non solo di visionare il tracciato, ma anche di visualizzare sullo schermo l'epicentro della crisi epilettica, vale a dire la regione precisa in cui si è generata una sorta di corto circuito, che si determina a livello cerebrale e determina la scarica. «Questo tipo di esame - spiegano Mauro Budetta, responsabile del Polo neurologico, e gli "aiuti" Livio Sorrentino e Maria Luisa Carpentieri - ci permette di scoprire le forme dubbie di epilessia che possono manifestarsi anche dopo una prolungata esposizione al computer o durante il sonno, sfuggendo, così, all'attenzione dei genitori. In particolare, si tratta di epilessie farmaco-resistenti, cioè che non rispondono alla terapia a base di farmaci». Secondo le stime registrate in questi ultimi anni, il 30% dei ricoveri eseguiti nell'Unità di Pediatria riguardano proprio problemi neurologici. «Il nostro Polo di Neuropediatria - spiega Basilio Malamisura, direttore dell'Unità operativa di Pediatria - non si occuperà solo di epilessie, ma di un variegato ventaglio di patologie che riguardano la sfera neurologica».

I CONSIGLI DELL'ESPERTO

«Attenzione ai videogames: i bambini ci devono giocare ad intervalli brevi. La televisione va guardata a distanza»

Bambini ed adulti vittime dell'accattivante fascino delle tecnologie, spesso causa di danni irreversibili. Un passatempo divenuto una vera e propria "patologia" della modernità. Per curarla, insieme ad altri disturbi della sfera psichiatrica infantile, all'ospedale di San Leonardo funziona un reparto di Neuropediatria. A dirigerlo è il pediatra Lello Albano. Dottore, come si verificano questi fenomeni? «Di solito, colpiscono soggetti geneticamente predisposti, che, a contatto con una sostanza luminosa intermittente, sviluppano una scarica elettrica simile ad un corto circuito. Ne conseguono forti crisi convulsive». Come si diagnosticano? «Con un preciso studio elettromagnetico, esponendo il soggetto ad una fonte luminosa intermittente». Quali sono le fonti nocive? «Quelle dei videogames, ma non solo. Molta attenzione va usata di fronte all'apparecchio televisivo, al grande schermo ed alle luci psichedeliche installate nelle discoteche. Esistono, poi, una serie di situazioni in cui si creano stimolazioni luminose che possono danneggiare le corteccia cerebrale e provocare reazioni anche gravi». È possibile prevenirle? «Non ci sono farmaci specifici, solo alcune regole da seguire per evitare gli effetti nocivi. Ad esempio, soprattutto i bambini devono guardare la televisione ad una certa distanza e stare davanti ai videogiochi solo ad intervalli brevi. La tecnologia è accattivante, ma farne abuso danneggia grandi e piccoli». Quindi, non è solo un problema pediatrico... «Assolutamente no. Nessuno immagina i danni provocati da luci e suoni all'interno delle discoteche. Si tratta di fenomeni più o meno latenti, che agiscono sul fisico e sulla psiche in modo devastante, talvolta persino fatale».

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