Tu sei qui: CronacaTifosi denunciati, nuove accuse
Inserito da (admin), lunedì 17 maggio 2004 00:00:00
L'ostilità e la violenza contro le forze di Polizia è stata inneggiata con sistemi di stampa telematica che permettevano di pubblicare un foglio conosciuto come "L'Acidino", sul quale oggi indaga la Procura di Salerno. Non solo striscioni e cori da stadio, ma anche propaganda ed istigazione. Lo sostiene il pm Massimo Lo Mastro nelle motivazioni del decreto di perquisizione emesso il 23 aprile nei confronti dei 58 ultras (tra cui 6 minorenni e 4 donne fra i 27 ed i 23 anni) indagati ed oggi denunciati per adunata sediziosa, istigazione al reato, vilipendio alle Forze dell'Ordine e corteo non autorizzato. «In base alle indagini sinora eseguite - scrive il sostituto procuratore Lo Mastro - è assai verosimile che gli ultras occultino o comunque detengono nella propria dimora e nelle sedi in cui abitualmente si riuniscono documenti di qualunque specie dimostrativi di collegamenti fra gruppi di ultras o di taluno degli indagati con gruppi politici aventi finalità eversive delle istituzioni o a sfondo razzistico-xenofobo». Il quadro dell'inchiesta, dunque, si fa più chiaro. Le accuse formulate in questi mesi di accertamenti, che andranno naturalmente verificate nel prosieguo del procedimento, non si limiterebbero all'episodio del 30 novembre scorso. Quella domenica un folto gruppo di ultras disertò la Curva ed improvvisò, senza autorizzazione, un corteo di protesta contro i provvedimenti di divieto di accesso allo stadio emessi dalla Questura di Isernia nei confronti di 60 tifosi della Cavese. L'istigazione contro le forze di Polizia sarebbe continuata anche fuori dallo stadio con un'attività di propaganda e di istigazione alla violenza, legata secondo il magistrato anche a gruppi politici. In questi mesi gli agenti del Commissariato locale, diretto dal vicequestore Sebastiano Coppola, hanno raccolto diversi indizi. Ed ora il magistrato ha ritenuto necessario procedere con le perquisizioni nei confronti dei 58 tifosi identificati dalla Polizia. «È verosimile - scrive Lo Mastro - che gli ultras occultino o comunque detengono nella loro abitazione corpo di reato o tracce materiale del reato, in particolare cose che potessero servire a porre in essere comportamenti di violenza o minaccia durante manifestazioni sportive, quali bastoni, manganelli, coltelli, micce, materiale infiammabile, nonché striscioni, manifesti, giornali dimostrativi dell'appartenenza a gruppi di tifoseria ultras, striscioni o drappi recanti scritte, ostilità e ribellione contro le Forze dell'Ordine». All'alba di giovedì sono scattate le perquisizioni. «Abbiamo trovato riscontro alle ipotesi accusatorie dai noi formulate», dice il vicequestore Coppola. I poliziotti hanno setacciato le abitazioni degli ultras indagati. Hanno sequestrato drappi, volantini, copie de "L'Acidino", sciarpe, striscioni con frasi ingiuriose, bombolette utilizzate per scritte minacciose, perfino spranghe di ferro e mazze di legno. Ed ancora, filmati e scatti fotografici (ora al vaglio degli inquirenti), che secondo le prime indiscrezioni sarebbero stati utilizzati per organizzare possibili scontri ed attacchi alla Polizia. E mentre continuano gli accertamenti, si registrano le prime mosse della difesa, rappresentata da un folto numero di avvocati (Marco Senatore, Enrico Farano, Teresa Sorrentino e Giovanni Del Vecchio). «Chiederò il dissequestro di tutto ciò che è stato prelevato dalle abitazioni dei miei assistiti. Nelle loro case hanno portato via di tutto, anche giubbotti, foto e sciarpe», spiega l'avvocato Marco Senatore, che tutela 15 dei 58 denunciati.
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