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Cronaca

Telefonia, mobilitazione contro le antenne

Inserito da Il Salernitano (admin), martedì 1 aprile 2003 00:00:00

I cittadini di Cava de' Tirreni hanno paura delle antenne. Non si placano, infatti, le polemiche che in questi giorni investono gli amministratori comunali della città, "rei" di aver fittato dei siti pubblici ai gestori di telefonia per l'installazione di impianti di trasmissione. Nonostante i primi pareri favorevoli giunti dall'Arpac, la mobilitazione dei cittadini continua a crescere ed aumentano le firme raccolte per poter presentare una petizione popolare al sindaco Alfredo Messina. A detta di molti, il parere favorevole dell'Arpac non basta, in quanto la medicina non è giunta, fino ad ora, a risultati definitivi e, quindi, i parametri fissati dalla legge non sono ancora pienamente attendibili. Un esempio è dato dalle frequenze emesse dagli elettrodotti. La legge, prima che la ricerca giungesse a conclusioni, fissava il limite in 100 microtesla, mentre, ora, dagli studi è emerso che, quando le emissioni sono superiori a 0,4 microtesla, raddoppia il rischio di leucemia infantile. La stessa cosa, dunque, potrebbe capitare per gli impianti ad alta frequenza, ovvero quelli per i telefoni cellulari. Eppure da Palazzo si ostenta sicurezza. «Il parere dell'Arpac - fanno sapere da Palazzo di Città - dovrebbe sgomberare il campo da ogni possibile dubbio ed equivoco di sorta sull'idoneità dei siti individuati dall'Amministrazione comunale, oltre che da facili strumentalizzazioni di carattere politico, definendo, quindi, la non pericolosità dell'impianto previsto nel Piano di localizzazione degli impianti di telefonia mobile». Il Piano complessivo voluto da Messina prevede l'installazione di 4 postazioni per ripetitori di telefonia mobile sui siti comunali e di una base radio su Palazzo di Città per la tecnologia Umts, quest'ultima già posta in essere. I siti individuati sono: l'acquedotto a Monte Castello, un faro dello stadio comunale "Simonetta Lamberti", il vecchio bruciatore in località Monticelli (a Santa Lucia), il sito dei prefabbricati alla Maddalena. Per i primi due è già giunto il parere positivo dell'Arpac, mentre per gli altri la risposta è prevista per le prossime settimane, intensificando, così, il dissenso di una parte cospicua della popolazione. I precedenti legislativi dovrebbero aiutare nella lotta i neonati comitati a protezione della salute pubblica. Ricordiamo, ad esempio, la sentenza del Tar del Lazio che ha sbloccato diverse antenne. Numerose ed agghiaccianti le testimonianze portate come prova dalla sezione romana del Codacons, che con una consulenza medica ha accertato "sintomi di danno alle cellule, perdita dei capelli, svenimenti e tensione nervosa" nella portiera dello stabile dove era collocata l'antenna. Il Tar pronunciò: «Lo stesso Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) ha affermato che il livello di campo elettrico globale nel sito di installazione provoca un significativo inquinamento». Il Tar accolse il ricorso, ritenendo che è prevalente "l'interesse primario della salute". Una sentenza ancora più emblematica se si considera il fatto che quell'antenna emetteva onde elettromagnetiche per valori al di sotto del limite stabilito dalla Regione Lazio. Alla luce di queste sentenze, la lotta dei cittadini cavesi si intensificherà nei prossimi giorni.

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