Tu sei qui: CronacaShopping domenicale, no dei commercianti
Inserito da (admin), lunedì 3 novembre 2003 00:00:00
Un no secco e senza appello all'apertura domenicale novembrina. Lo hanno deciso le due associazioni cavesi dei commercianti, Ascom e Confesercenti, che protestano per la decisione dell'Amministrazione comunale di derogare al calendario deciso a marzo e consentire lo shopping anche nelle domeniche di novembre. «Abbiamo solamente dato la possibilità a chi lo vuole - spiega il sindaco Messina - di aprire la propria attività commerciale anche le prossime domeniche, in un'ottica di accoglienza e per abituare l'utenza a fare shopping a Cava in funzione anche del periodo natalizio». La decisione, però, non raccoglie il favore dei commercianti. «E' mortificante - afferma Luigi Trotta, presidente dell'Ascom - che non venga tenuto in nessun conto quanto si decide nelle riunioni. A questo punto, devo pensare che il sindaco ha voltato le spalle ai commercianti. Se viene deluso anche quanto deciso in sede di concertazione, allora siamo in un clima di monarchia, dove incontrasi, parlare e trovare accordi è inutile. Inoltre, vorrei capire dove sono questi flussi turistici. L'Amministrazione pensasse, invece, a fare di Cava una vera città turistica, senza cantieri aperti per 20 anni ed un centro storico che è in una fase di stallo, con portici puntellati da decenni, impalcature perenni ed una pavimentazione ancora da completare». Sulla stessa linea anche la Confesercenti. «E' una decisione - dice il presidente Aldo Trezza - che favorisce solo la grande distribuzione ed è anche illegale, in quanto tale deroghe sono possibili sono in presenza di flussi turistici, assenti a Cava, e dopo una concertazione con le associazioni dei commercianti e dei consumatori. Messina deve decidere da che parte stare: se con il commercio tradizionale cavese o con la grande distribuzione. Gli abbiamo già dimostrato, dati alla mano, che i "mega store" uccidono i piccoli commercianti, causano continue chiusure di esercizi commerciali ed altri disoccupati, senza, peraltro, un'equa distribuzione della ricchezza. A guadagnarci non è la città, né chi ci lavora, ma solo i grandi imprenditori». Intanto, dopo il plebiscito a favore della revisione del Piano del commercio, porte aperte dall'Amministrazione per una sospensione all'apertura di nuove grandi attività commerciali.
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