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Cronaca

Se.T.A., al via il processo

Inserito da (admin), martedì 13 gennaio 2004 00:00:00

Sarà ascoltato in aula il maresciallo della Stazione locale della Guardia di Finanza, Donato Affinito. Nel corso della sua testimonianza dovrà ricostruire le tappe della lunga inchiesta, avviata dalle Fiamme Gialle, sulla società mista per la raccolta dei rifiuti. Prende il via questa mattina il processo Se.T.A., che vede in veste di imputati l'ex sindaco Raffaele Fiorillo, l'ex assessore al Bilancio, Roberto Caliendo, l'ex presidente della società mista, Eduardo D'Amico, il direttore Franco Sassaroli e l'amministratore delegato Rosario Carlo Noto La Diega, per i quali il pm Filippo Spiezia nell'estate scorsa ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio. I capi d'accusa contestati in concorso vanno dall'abuso al falso. La truffa sarebbe stata configurata solo per il presidente D'Amico, il dirigente Noto La Diega e Franco Sassaroli per alcune fatture, che secondo gli inquirenti sarebbero state emesse a fronte di prestazioni fantasma. Ma le contestazioni sono diverse: per l'ex primo cittadino Raffaele Fiorillo l'accusa è di falso per aver scelto in sede di Consiglio comunale il socio, e cioè la Ge.se.nu., senza aver fatto, secondo gli inquirenti, una verifica comparativa. Questa mattina si terrà la prima udienza. Prevista la testimonianza del maresciallo Affinito, che dovrà raccontare in aula davanti al collegio difensivo (costituito dagli avvocati Patrizia Macario, Agostino De Caro e Fioravante Ronca) le fasi salienti delle indagini. Un blitz della Guardia di Finanza dà il via alla lunga inchiesta giudiziaria. E' il 20 ottobre del 2000 quando scoppia la "bomba Se.T.A.". Diventa subito un fatto politico-giudiziario, dal momento che coinvolge il sindaco in carica dell'epoca. Sott'inchiesta finisce l'allora Giunta Fiorillo. Le ipotesi di accusa vanno dal falso all'abuso di ufficio. 5 assessori più il sindaco vengono iscritti nel registro degli indagati. Gli avvisi di garanzia vengono recapitati al primo cittadino Raffaele Fiorillo, indagato da solo per presunta violazione delle norme sulla concorrenzialità nella scelta del partner privato e per abuso d'ufficio insieme agli assessori Flora Calvanese, Alfredo Venosi, Alfonso Lambiase, Francesco Santoro (nei loro confronti il giudice ha deciso per l'archiviazione) e Roberto Caliendo. Quella stessa sera gli uomini della Guardia di Finanza si presentarono a casa dell'allora presidente della società mista, Eduardo D'Amico, indagato per falso in comunicazione sociale.

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