Tu sei qui: CronacaScontro fatale, muore un 17enne cavese
Inserito da (admin), martedì 14 ottobre 2003 00:00:00
Ha trovato la morte a 17 anni, il cavese Alfredo D'Ursi, a bordo dello scooter che gli era stato dato in prestito da un amico, perché il suo era stato sequestrato dai Vigili qualche giorno fa. Stava rientrando a casa e, a pochi passi dalla sua abitazione, si è scontrato frontalmente con una moto, a bordo della quale c'erano due suoi cugini. Il casco non è bastato. Il piccolo elmetto che serviva a proteggerlo si è frantumato contro un muro di cinta in via Ido Longo, nella frazione di Sant'Arcangelo. Il corpo di Alfredo, sfortunata vittima dell'incidente avvenuto ieri sera alle 22.30, è rimasto sull'asfalto. A pochi metri da lui, il sellino dello scooter ed uno dei pneumatici volati via nel tremendo impatto. Un poco più in là, la moto 125 con i fratelli Antonio e Carmine Adinolfi, cugini della vittima, di 20 e 21 anni, rimasti solo lievemente contusi. Erano da poco trascorse le 22.30. A Sant'Arcangelo il suono delle sirene ha scosso l'intero quartiere. Dalla modesta casa di via Santi Di Marino si sono udite le urla di disperazione della madre di Alfredo, Rosa, operaia alla Manifattura Tabacchi, e del padre Vincenzo, coltivatore diretto. Secondo una prima ricostruzione, fornita dalla pattuglia dei Vigili Urbani intervenuta per i primi rilievi, Alfredo, che da qualche tempo faceva il manovale in una piccola impresa edile, stava rientrando in famiglia. Aveva preso in prestito uno scooter da un suo amico. Ancora una curva e sarebbe arrivato a casa. Ed invece, nella discesa di via Ido Longo, ha trovato la morte quasi sull'uscio di casa. Resta ancora oscura la dinamica dell'incidente, ma, stando ai primi accertamenti, Alfredo si stava dirigendo verso via Di Marino. Ha imboccato la discesa di via Ido Longo e lì si è scontrato frontalmente con la moto 125 dei fratelli Adinolfi, che marciava in senso opposto. L'impatto è stato violentissimo. La moto ha continuato la sua corsa dopo lo scontro, finendo qualche metro oltre. Alfredo, invece, si è schiantato su un muretto in pietra. Ai soccorritori si è presentata una scena drammatica. Il medico del 118, Roberto Coletta, ed i volontari Loredana Napolitano ed Alfonso Carbone non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Per Alfredo non c'è stato nulla da fare. Gli altri due giovani, intanto, sono stati trasportati al Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo". Antonio e Carmine, per fortuna, hanno riportato solo un trauma cranico e lievi contusioni.
UNO STRAZIO INFINITO
«Un dolore troppo grande»: mamma Rosa ha continuato a gridare per tutti i lunghissimi minuti delle operazioni di rimozione del cadavere di suo figlio, Alfredo, rimasto vittima di uno scontro frontale tra lo scooter su cui viaggiava e la moto di due suoi cugini. Quando ad Alfredo gli avevano sequestrato il motorino, una settimana fa, la famiglia e gli amici s'erano messi il cuore in pace. «Almeno per un po' di tempo non ci saranno problemi», si dissero. Alfredo e la sua insaziabile voglia di velocità. Lo conoscevano tutti, nella piccola frazione di Sant'Arcangelo, per il modo bizzarro di guidare il suo inseparabile scooter. Fin da piccino aveva ereditato dal padre Vincenzo la passione per le moto e la velocità. E così, appena 15enne, aveva comprato il suo primo motorino, da allora diventato il suo compagno inseparabile. Poi lo schianto di ieri sera, che in tanti in via Ido Longo hanno sentito distintamente. Era passata da poco l'ora di cena e qualcuno per il caldo aveva ancora le finestre aperte. Il rombo del motore, la frenata, poi il rumore dell'impatto. Ed il silenzio irreale della morte. «A qualunque ora del giorno lo vedevi gironzolare sulle due ruote - dicono i suoi amici - sgusciava tra le strette traverse della frazione». E chissà quante volte prima di ieri sera mamma Rosa, operaia della Manifattura Tabacchi, gli aveva raccomandato di andare piano, ma non era servito a nulla: la sua passione era più forte di qualunque cosa. Poi la tragedia, capace di cancellare ogni rimprovero. Sotto la balaustra della sua abitazione, che si affaccia proprio sulla strada su cui si è verificato l'incidente, è apparsa una scena agghiacciante: il corpo di Alfredo coperto da un lenzuolo bianco, i segni del gesso sull'asfalto che delimitavano la zona dello scontro e la sua posizione a terra, un nastro bianco e rosso per cercare di tenere lontani i curiosi e la disperazione dei suoi giovani amici e dei parenti. Una precauzione inutile, perché tutto il paese si è stretto, composto, intorno a quel perimetro di strada macchiato di sangue. Anche dall'ospedale i due cugini della vittima hanno chiesto più volte notizie di Alfredo, ma i sanitari che li avevano presi in cura hanno nascosto la verità. Sono in corso, intanto, le indagini di Vigili Urbani e Carabinieri per ricostruire la dinamica dell'incidente. I due mezzi sono stati sequestrati e messi a disposizione dell'autorità giudiziaria.
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