Tu sei qui: CronacaScandalo Se.T.A., Fiorillo nei guai
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 16 luglio 2002 00:00:00
Svolta decisiva nell'inchiesta sulla Se.T.A.: è stata firmata dal sostituto procuratore Filippo Spiezia la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex sindaco Raffaele Fiorillo (nella foto in alto), l'allora assessore al Bilancio, Roberto Caliendo, il presidente della società mista, Eduardo D'Amico, il direttore Franco Sassaroli e l'amministratore Rosario Carlo Noto La Diega. Le richieste arrivano al termine di una lunga e complessa indagine preliminare. Nei mesi scorsi, tra la fine di marzo e le prime settimane di aprile, erano stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini, oltre agli indagati per i quali oggi è richiesto l'avvio di un procedimento giudiziario, anche ai tre revisori dei conti della Se.T.A.: Francesco Serao, di Napoli, Giovanni Vergari, di Perugia, ed il cavese Giovanni Campanile. Sarebbero state proprio le testimonianze di alcuni componenti del collegio sindacale della Se.T.A. (nella foto al centro, la sede), che si sono avvalsi della facoltà di essere ascoltati, ad indirizzare gli ultimi sviluppi del caso politico-giudiziario che vede coinvolti da due anni amministratori e dirigenti cavesi. Durante gli interrogatori, i revisori dei conti avrebbero smentito di aver apposto la loro firma sul parere positivo alla vendita di azioni ai Comuni partners. Un'operazione sulla quale pende, da parte degli inquirenti, l'accusa di vendita al ribasso. Dai chiarimenti resi dagli indagati potrebbero essere emersi elementi interessanti per l'inchiesta, tali da indurre il sostituto procuratore Filippo Spiezia a firmare la richiesta di rinvio a giudizio. Stralciata, invece, la posizione degli altri ex assessori iscritti nel registro degli indagati, Flora Calvanese, Alfonso Lambiase, Alfredo Venosi e Franco Santoro, per i quali è stata richiesta l'archiviazione. Al momento, nessuna conferma ufficiale arriva dal collegio difensivo (avvocati Patrizia Macario, Agostino De Caro e Fioravante Ronca), che si dice ancora all'oscuro dei nuovi sviluppi. Nessun comunicazione sarebbe stata notificata ai legali degli indagati. L'attesa potrebbe essere sciolta, però, anche a parecchie settimane di distanza e solo in concomitanza con la fissazione dell'udienza preliminare. Durante la seduta, per la quale la data appare del tutto incerta, il giudice dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta del pm Spiezia. I capi di imputazione, contestati in concorso, vanno dall'abuso al falso. La truffa sarebbe stata configurata solo per il presidente D'Amico, il dirigente Noto La Diega e Franco Sassaroli, per alcune fatture che, secondo gli inquirenti, sarebbero state emesse a fronte di prestazioni fantasma. Le contestazioni sono diverse: per l'ex primo cittadino Raffaele Fiorillo, ad esempio, l'accusa è di falso, per aver scelto in sede di Consiglio comunale il socio, appunto la Gesenu, senza aver fatto una verifica comparativa.
LA STORIA DELLA DELICATA INCHIESTA
Tutto ha inizio nell'ottobre del 2000. Coinvolti il sindaco Fiorillo, cinque assessori ed i vertici della Se.T.A.
La storia di questa difficile inchiesta ha inizio nell'autunno di due anni fa. Il 20 ottobre del 2000 scoppia la bomba Se.T.A., che diventa subito un fatto politico-giudiziario, dal momento che coinvolge il sindaco in carica all'epoca, Raffaele Fiorillo. Sotto inchiesta l'allora Giunta di centrosinistra per falso ed abuso d'ufficio. Cinque assessori, più il primo cittadino metelliano, vengono iscritti nel registro degli indagati: l'assessore ai Servizi Sociali e Pubblica Istruzione, nonché vicesindaco, Alfredo Venosi, l'assessore ai Lavori Pubblici, Alfonso Lambiase, l'assessore alle Finanze, Roberto Caliendo (nella foto in basso), l'assessore all'Urbanistica ed alla Cultura, Flora Calvanese, e l'ex assessore Francesco Santoro. La Guardia di Finanza, inoltre, fa irruzione nella casa del presidente della società mista, Eduardo D'Amico, indagato per falso in comunicazione sociale. A due anni dall'avvio delle indagini, ecco la richiesta del sostituto procuratore Filippo Spiezia di rinvio a giudizio per Fiorillo, Caliendo ed i massimi dirigenti della Se.T.A. Adesso sarà il Gup a decidere la sorte dei cinque: si attende la fissazione della data dell'udienza preliminare.
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