Tu sei qui: CronacaRisorge la Chiesa di San Francesco
Inserito da (admin), martedì 20 novembre 2007 00:00:00
È la fine di un incubo, l'inizio di una nuova speranza. Venerdì 23 novembre, 27° anniversario del sisma del 1980, la gru che ha giganteggiato sui resti della monumentale Chiesa di S. Francesco verrà smontata. «È stata per 27 anni il simbolo di una sconfitta dell'uomo, la natura aveva vinto. Oggi, invece, celebriamo l'impegno di un popolo, di una comunità: la cinquecentesca Chiesa di S. Francesco, la chiesa della città, amata da tutti, sede per alcuni anni della Università de La Cava, si avvia alla sua resurrezione. Nel 2009 aprirà le sue porte e sarà completamente fruibile dai fedeli, dai cavesi, dai suoi benefattori». Lo spiega padre Gigino Petrone, uno degli artefici, unitamente ai padri Fedele, Agnello, Giuseppe, Serafino, Rosario, Attilio, Marco, della ricostruzione della chiesa.
Tutti insieme, all'indomani di quella terribile serata, che distrusse uomini e cose, si erano dati da fare per riportare quell'antica chiesa, simbolo di Cava, agli antichi splendori. E venerdì finalmente la gru verrà smontata, il tetto sarà ricoperto e saranno sistemati anche gli interni. «Ricordo quei giorni, solo distruzione - afferma Giuseppe Raimondi, ex direttore generale dell'ex Credito Commerciale e già presidente negli anni '50 della Gifra Antoniana - Rimase in piedi solo la facciata della chiesa, una rovina. Sono impressi nella mia mente i volti dei miei padri francescani, tristi e rigati da lacrime, distrutti come il loro tempio». In pochi secondi avevano visto crollare un inestimabile patrimonio di storia, di cultura e di arte.
La chiesa è stata recuperata un po' alla volta, mattone su mattone. La ricostruzione è stata opera dell'amore dei cavesi per la loro chiesa e, come nel lontano Medioevo e Rinascimento, il popolo si è fatto promotore di quella ricostruzione. E l'entusiasmo di un giovane francescano ha restituito alla comunità il suo patrimonio di fede. «Tutto è opera dell'amore dei fedeli, prima le mura, poi la chiesa inferiore, le due navate, le cappelle, il tetto. E poi, con l'aiuto del Signore e la generosità dei fedeli, la completeremo ed il 2009 tornerà più bella e splendente di prima», aggiunge padre Gigino, che interpreta i sentimenti di gratitudine dell'intera comunità francescana.
Alcuni, come i padri Attilio, Serafino, Rosario, Marco e Giuseppe, sono scomparsi. «Ma certamente canteranno dall'alto dei cieli con noi, circondati nella gloria di Dio, il Te Deum di ringraziamento», ribatte padre Fedele Malandrino. Sono particolarmente commossi gli operai della ditta Avallone, che in questi lunghi anni hanno lavorato alla ricostruzione. «Non si sono risparmiati, anzi hanno donato ore di lavoro. Hanno partecipato intensamente all'opera, unitamente al titolare ed all'ingegnere direttore dei lavori, Luigi Farano. Il loro è stato un ulteriore atto di amore offerto alla loro chiesa», conclude padre Gigino. E venerdì tutti presenti per ricordare l'evento del 23 novembre, le rovine, i morti, ma anche l'inizio di un nuovo cammino.
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